P o e t i c a

SCIOGLI LA TRECCIA MARIA MADDALENA - dello Scrittore : Guido da Verona


SCIOGLI LA TRECCIA MARIA MADDALENA – dello scrittore: Guido da Verona  Immagine: MadlenE la voce del mio spirito a lei gridava: - «Sciogli la treccia. Maria Maddalena; tu sei la più bella fra tutte le donne; il mio dolore è con te; il mio amore è con te; sciogli la treccia, Maria Maddalena...»La chiesa era bella; era un arazzo d'argento, un portico d'oro, una vetrata gloriosa di eccelsi cristalli, ove ogni fiamma si rompeva nel fuoco settemplice dell'arcobaleno. […] tu sei la più soave di tutte le peccatrici; dalla tua carne bianca si diffonde il profumo delle rose di Galaad; nel giardino che tu sei nasce la fontana del terrestre amore; esso è vivo, e trema nel tuo grembo di peccatrice, nel tuo grembo di posseditrice... Sciogli la treccia, Maria Maddalena!...»Cliccare sull’immagine per ingrandire.*** IX° parte del romanzo: (seguito del post 185)Piove. Lord Pepe è andato a Biarritz in automobile. È andato a Biarritz in automobile, con un Russo lungo lungo ed un Belga piccino piccino. Sono le cinque del pomeriggio; forse non torneranno prima di sera.Voi, Madlen, siete rimasta, e veramente non oso indovinare il perché. Forse perché piove. Od invece per addestrarmi nell'amabile gioco del bigliardo inglese?... Quante biglie occorrono e che lunghe stecche per il gioco del bigliardo inglese! Com'è noioso, nei pomeriggi di Settembre, il gioco del bigliardo inglese!Il profumato Pompon, dandy asiatico d'alto lignaggio, animaletto camuso e petulante, che odio, quanto mi piacete voi, divina Madlen, è seduto nel bel mezzo d'una comoda poltrona, e, senza muovere i suoi rotondi occhi umanissimi, ci osserva con albagia.Piove. Conviene ripeterlo, perché la pioggia è un elemento essenziale nel colore, nella poesia di questa lunga giornata. Laggiù, in fondo al corridoio, nella sala di musica, un gruppo di signorine da marito compie la propria educazione perfezionandosi nelle insidiose maestrie del tango. Non andranno così al talamo del tutto impreparate su quanto al loro ingegno chiederà l'esigenza d'un marito.Piove. Il mare fuma di pesante nebbia. Io pure fumo con iracondia queste saporite sigarette spagnole, fatte con tabacco dalla foglia nera. Quando vi piegate sul bigliardo per misurare il colpo di stecca, voi, Madlen, nella succinta gonna che vi dondola sopra le caviglie, siete frivola e seria come le figurine di certe stampe assai belle che si disegnano appunto nel vostro paese.Manca il boy, con il suo giubbetto rosso ed il cestello di vimini per raccogliere le biglie; manca e non fa difetto, poiché , per fortuna, siamo rimasti soli, voi, Pompon ed io. Pompon, mi sono accorto, non ama i gentlemen che fanno la corte alla sua padrona; è un custode assai dignitoso del vostro malagevole onore.Di grazia, Madlen, vorrete continuare a lungo in questo gioco di pazienza e di precisione, che riesce per me ineseguibile? Il bigliardo, come la matematica, è una scienza per la quale bisogna esser nati. Quelle bianche sfere d'avorio somigliano un poco ai concetti puri della filosofia; si urtano, s'intrecciano, corrono, brillano, rimbalzano, per finire - ahimè! - in una buca. È tempo sprecato, Madlen! Io non possiedo il senso della precisione.Purtroppo non è mai l'esattezza quella che mi attrae, ma piuttosto l'armonia, che in fondo è molto spesso un disordine. – Ho ragione? Ho torto? - Non saprei. Ma certo un vostro movimento mi sembra oggi molto più meditabile che tutta la scienza d'Euclide. La teoria degli angoli?... Ah, no! La teoria delle curve... sì, delle vostre curve, Madlen... ecco una bella teoria! Nel guardarvi, mentre giocate a questo freddo gioco del bigliardo inglese, penso che davvero voi siete come una bella sciarpa, come un guinzaglio perfido e sottile, un ramoscello tortile, una lama pieghevole, avvelenata. E vi domando sottovoce:Madlen, cosa pensate voi dell'amore? dell'amore nei giorni quando piove? dell'amore nei pomeriggi di Settembre? dell'amore a Guipuzcoa? dell'amore fra le nebbie di questo grigio lento fiume Urumea?...Voi mi rispondete solo che bisogna battere su la biglia rossa.Ecco, ed io sbaglio tutti i colpi. Avete una superiorità indiscutibile, una superiorità schiacciante, come dicono i Francesi. Madlen, a quest'ora senza dubbio non c'è nessuno in camera vostra. Perché non vorreste invitarmi a prendere una tazza di tè in camera vostra, oggi che piove - la buona pioggia del mese di Settembre - e che Lord Pepe se n'è andato a Biarritz? Tra il suo Russo lungo lungo ed il suo Belga piccino piccino, chissà mai ch'egli non rivalichi la frontiera dopo aver saccheggiato l'oro degli uomini, e delle donne il cuore, alla gran tavola del giuoco di baccarà?A quest'ora la vostra miss-cameriera è scesa, con un finissimo grembiule di pizzo, nella sala dei corrieri, dove a lei pure servono il tè... Quando mai avranno anche il loro giorno di ricevimento, le signore persone di servizio?Dunque, Madlen, vi dichiaro che il giuoco del bigliardo inglese mi annoia disperatamente. Basta! vi do partita vinta, e rifugiamoci presso la finestra, guardiamo per un istante il mare. Vedete? Poche onde grigie, sonnolente, che fumano tra la nebbia con tristezza infinita. Passa un prete maestoso, che lascia nel fango le larghe impronte dei suoi piedi apostolici. Passa una bambinaia spettinata, con due fanciulli disobbedienti, che si trascina dietro come sacchi. Passa un fabbro, che porta su gli omeri un pezzo di ringhiera. È curvo e cicca. I suoi calzoni di velluto scuro, larghissimi, sono tenuti in cintola da una fascia rossa. Non amate guardare, Madlen, la povera gente?Io penso talvolta alla mia vita, se fossi nato in una officina. E non pensate voi alla vostra vita, se foste nata una povera donna, Madlen? una di quelle che traversano i ponti di White Chapel, fra il nebbione di Londra, nelle sere d'inverno?...Sì, avete ragione: perché mai si deve perdere il tempo nell'immaginare quello che non è?Vi siete messa ora con le spalle contro i vetri; la nebbia ch'è fuori delinea senza precisione il contorno dei vostri puri lineamenti, addensa una specie di chiara oscurità ne' vostri capelli color di fumo.Sì, Madlen, nel rumore di questa pioggia calma e profumata io sento nascere in me l'autunno e la vostra bellezza ed il mio amore come una sola musica. Non vi dovete offendere se vi desidero; ascoltate bene quel che dico: non vi dovete offendere se vi desidero, perché nel mio desiderio c'è anche un poco di tristezza.La tristezza di sapere che non intenderete mai, mai, come si possa desiderare una donna, proprio coi sensi, e ciò senza offenderla. No, forse non intenderete mai. Eppure la cosa più bella, la cosa più felice, il bene maggiore che la vita possa concedere all'uomo, appunto è questo: un vero desiderio. Sapete voi com'è deserta e fredda la vita quando l'anima non ha più desiderî? quando li uccide in sé , li oltrepassa, prima di averne sentito cantare tutta l'ubriachezza, fremere tutto il riso?...C'è chi pone la sua maggiore poesia nella rinunzia e chi nel prendere ciò che gli piace; io, Madlen, amo desiderare. Più che possedere, più che vincere, amo desiderare. In quella musica dei sensi, che si chiama il desiderio, trovo la gioia più perfetta, il rosso fuoco, la perfetta e meravigliosa elevazione della vita.E voi che regalate al mio cuore, - al mio cuore un po' coperto di cenere - la fiamma di un vero desiderio, siete come colei che al più povero fra gli uomini sapesse regalare una ricchezza infinita.Sono ora molte notti che vi attendo, senza dormire: vi attendo fin dopo l'alba, e non vi odo giungere, non vi odo giungere mai. Talvolta, nello scrivere, mi sembra di far scorrere la mano su la vostra pelle incipriata. E le stelle tramontano, e la dolce notte se ne va, lontana, sul mare che impallidisce. Quando viene su dall'Urumea il fumo bianco del mattino, allora chiudo la finestra, spengo il lume, per dormire. Qualche volta ho freddo. Qualche volta ho voglia di piangere. Non per voi, Madlen; ma invece perché sono triste, perché sento che il tempo se ne va, perché mi sembra di non avere camminato abbastanza, d'essere, nella mia gioventù, quasi decrepito, e penso che nulla di durevole ho finora costrutto nella mia vagante vita, leggera e provvisoria come una striscia di fumo. Ho sciupato: questo sì; la mia vita e quella di altre creature: questo sì. Ho sciupato il tempo, il denaro, l'ingegno, l'anima, le idee, le cose ch'erano mie, le cose delle quali avrei potuto, se avessi avuta costanza, impadronirmi... questo sì!...Ecco perché talvolta, la notte, ho voglia di piangere. Ma non piango. Non è da uomo - è vero, Madlen? - non è da uomo, nemmeno quando si è soli, piangere.Oh, se sapeste come canta, nei mattini del mese di Settembre, il grigio lento fiume Urumea!...Ditemi solo una cosa, Madlen: - Non verrete mai? E voi, con la nuca immersa nel pallido chiarore dell'invetriata, mi fate segno di sì, leggermente, senza quasi muovere i vostri grandi occhi pieni di nord, che ora diventano scuri come le violette.Rabbuia; siamo quasi nell'ombra; piove. Che buon odore manda la terra sotto la fina pioggia del mese di Settembre! Vedo gli alberi della Zurriola scuotere, su l'orlo dei rami bui, qualche foglia d'argento. Il viale deserto scompare nel crepuscolo, si perde nella sera infinita. Lasciatemi prendere una vostra mano, Madlen... solamente una vostra mano. È la forma più crudele che abbiate in voi; nel suo disegno c'è l'attitudine a far male. Invece avete le spalle così morbide, che il guardarle mi dà gioia, quasi mi fa pensare a quel senso di tepore, di morbida foltezza, che ben conosce chi ama gli antichi velluti. Ancora non vi ho dato mai un bacio dal quale possa bene conoscere la forma della vostra bocca.È singolare, ma le donne amano come baciano, pensano come baciano, vivono come baciano, e sono in verità innocenti o colpevoli com'è il loro bacio.Cosa pensate voi di me? Sarei molto curioso di sapere cosa pensate voi di me. Forse nulla.- Cosa penso?... Lo volete sapere?- Sì, ditelo, Madlen.- Penso che oggi ho fatto male rifiutando a Lord Pepe di accompagnarlo a Biarritz.- E perché non vi andaste?- Per rimanere con voi. Che sciocchezza, non è vero?Dal vestibolo entrava una striscia di luce elettrica, fendeva il panno del bigliardo, batteva contro i vetri, si frantumava in minute scintille, avvolgeva di un alone biondo il diffuso colore della pioggia.E d'improvviso Madlen disse:- Anche voi amate mentire. Perché volete farmi credere di avermi attesa ogni notte, quando non è vero?- Oh, se lo dite voi...- Lo dico, infatti, perché una sera venni - la sera in cui vedemmo danzare Pastora Imperio - venni, e voi non eravate nella vostra camera.- Fu semplicemente un caso.- Vi siete dunque rassegnato a mangiare ancora una volta la cucina all'olio?- Cioè?- Non mi avete forse detto un giorno che le donne spagnole hanno il sapore della cucina all'olio?- Sì... ebbene sì; ebbi ancora una volta questo volgare cattivo gusto. Ma fu solo, Madlen, per dimenticarvi.- Grazie! E com'era, ditemi, questa cucina all'olio? Saporita? irritante?- Mancava di sale, ma era in cambio molto genuina, molto semplice.- Raccontatemi, vi prego, la vostra avventura. Ditemi chi era quella donna.- Semplicemente una donna. Ben fatta, un po' sentimentale, un po' ignorante, con i capelli molto neri.- La conosco io?- L'avrete veduta, suppongo. Mi ha domandato almeno tre volte se io fossi, come tutti credono, il vostro amante.- E voi le avete detto di sì, naturalmente.- Le ho detto di no, Madlen. Ma ho pure soggiunto che la cosa mi era indifferente.- Davvero? E perché ?- Non supporrete per caso ch'io voglia raccontare a tutti la infelice storia delle notti che veglio nell'attesa d'una donna, la quale probabilmente non si ricorderà mai di picchiare alla mia porta. - Ho supposto che fosse Pastora.- L' ho supposto anch'io. Ma si trattava di una imitazione. Poco male. Del resto non oso nemmeno credere che siate venuta nella mia camera. Fu questa una piccola bugia per costringermi a dire la verità.- Bene, allora vediamo. Su la vostra tavola c'erano alcune rose, mezzo appassite, come nella camera di una cocotte; poi un grosso vocabolario, un piccolo vocabolario, un terzo vocabolario; ed infine un libro, con questo titolo sacrilego: Les femmes qui aimèrent Jésus.- Non c'è che dire; è vero.- Madlen Green non mente mai. Dunque, vi prego, raccontatemi con esattezza, con molta esattezza, la vostra avventura. Quella imitazione poteva per lo meno ingannare l'occhio di un conoscitore?- Non ricordo. Ero distratto. Non feci che pensare a voi.- Oh, come siete gentile!... Ve ne sarei grata, se non fosse una ben triste maniera per lasciarsi possedere dall'immaginazione d'un uomo.- Che volete, Madlen?... era involontario! Ma vi confesso che penso a voi più soavemente quando non c'è nessuno, e meglio ancora quando sono vicino a voi...- Parole! tutte parole! State fermo; non mi toccate; siete impuro.- Non più di voi; certamente non più di voi, che al mattino avete spesso gli occhi, e la bocca, e perfino la voce colpevole.- Oh, non ne sapete nulla, in fondo! Chi vi dice che Lord Pepe sia davvero il mio amante? Potrebbe anche non esserlo, vi pare?Fine della IX° parte del romanzoBuona lettura.