P o e t i c a

L'AMORE DI LOREDANA - dello scrittore: Luciano Zuccoli.


L’AMORE DI LOREDANA – Romanzo dello scrittore: Luciano Zuccoli.  Immagine:Gondola veneziana Cliccare sull’immagine per ingrandire.… seguito PRIMA PARTE.***… seguito cap. X (dal post 210)Tacque, guardò Filippo, che pareva in quell'istante un fanciullo domato, un mendico febbricitante, così scosso dal tremito implacabile. La signora si ritrasse, perché non voleva mostrar gli occhi che le si velavano di pianto, e uscì in fretta. Filippo rimasto solo, si guardò intorno come trasognato... Era dunque la realtà, quella? Non doveva più vedere Loredana, la sua bella, la sua cara amica, e non più baciarne i capelli bruni dai riflessi dorati, e non più udirne la parola, e non più farla fremere di piacere e di gioia? Quale demonio l'aveva così scioccamente condotto in quella casa, a chiedere un più sciocco perdono, a dire stupidamente dove Loredana era nascosta?Tutto crollato, tutto finito in un lampo! E Loredana, la fiduciosa amica, abituata a considerar lui come il più forte, il più libero, il più saggio degli uomini? Che avrebbe pensato?...La porta della saletta si aperse ed entrò la signora Emma, recando ella stessa un vassoio col caffè e una bottiglia di liquori.- Prenda qualche cosa, - ella, disse. - Le ho preparato un caffè; beva una goccia di cognac.Essa versò, mise innanzi il vassoio a Filippo, riempì di cognac un bicchierino, glielo porse: egli lasciava fare, macchinalmente, e sorbiva il caffè, senza sentirne il gusto.- Non capisco, - disse a un tratto, rimettendo sul vassoio la chicchera. - Non capisco. Loredana torna qui? Lei va a riprenderla?... E io...La signora Emma non rispose, ma Filippo incalzò:- Mi dica: non la vedrò più?E poiché la signora rimaneva sempre silenziosa, anch'egli non domandò più nulla, e restò immobile, con gli occhi fissi nel vuoto, come a seguire qualche fantasma spaventevole. Finalmente si alzò, prese il cappello, stese la mano alla signora De Carolis, e uscì senza far parola. In anticamera, la domestica lo aspettava per dirgli qualche complimento, ma vedendolo così pallido e sfatto, corse in cucina e vi si richiuse, perché egli non avesse a soffrire incontrandola in anticamera.XI.Il sole che arroventava il campiello e illuminava le case con una luce quasi insopportabile, ebbe potere di scuotere Filippo da quell'accasciamento che pareva sonnambulismo. Si drizzò, sentendo che le spalle gli si erano incurvate, e si guardò intorno con occhio sicuro. Perdere Loredana? Obbedire a sua madre? Tutto finito, tutto crollato?- Parto col primo treno, - promise a se stesso. - Arrivo a Sirmione, prendo Loredana e questa sera saremo lontani e sicuri. Qualunque cosa, piuttosto di perderla. Ho commesso una fanciullaggine con sua madre; bisogna riparare subito, subito, subito...Non aveva ancor finito il suo pensiero, che una voce nota gli risonò alle spalle.- Guardalo qui! Dove vai, così meditabondo?Era Berto Candriani, che, fattoglisi al fianco, lo squadrò e rimase stupefatto.- Accidenti! Che cosa t'è successo? Ti hanno bastonato?Filippo gli disse con voce secca:- Non ho voglia di scherzare, Berto!- E non scherzo. Mi dispiace sinceramente di vederti così, come ti fosse avvenuto qualche cosa di molto grave. Eri tanto allegro iersera...Il conte non rispose, e i due uomini procedettero qualche tempo senza far parola urtati dalla gente che passava per le calli; ma quel giorno doveva essere singolarmente disgraziato per Filippo, perché allo svolto d'una viuzza s'imbatté col conte e con la contessa Lombardi.- Ah, bene, bene, bene! - esclamò il conte Lombardi, aprendo le braccia, come per impedire il passaggio ai due amici. - Venite a proposito!La contessa ebbe un sorriso di compiacenza alla vista di Filippo, che le stava innanzi a capo scoperto e la salutava.- Abbiamo la gondola a due passi di qui, - ella annunziò, - e si parlava, proprio di voi, Flopi. Noi facciamo un giro, e vi conduciamo con noi. Anche Berto Candriani ci farà compagnia...- Un giro? – ripeté subito Berto con circospezione. - Che cosa deve intendersi per un giro, contessa?- Muoviamoci, - ella rispose. - Noi impediamo il passaggio alla gente. Ora entriamo in gondola, e vi spiegheremo.La contessa Lombardi era ancora piacevole, benché avesse valicato la quarantina. Il suo corpo era svelto, i capelli erano chiari, gli occhi vivi; solo la carnagione aveva perduto la sua freschezza; ma poiché la contessa dichiarava ella per prima di esser vecchia e finita, tutti la guardavano con simpatia e la trovavano assai più giovane di quanto non dicesse. Arrivati al traghetto dove aspettava la gondola a due remi, la contessa vi montò, Berto vi balzò dentro, dicendo:- Spiegateci il giro!Ma Filippo disse:- Contessa, io devo scusarmi...- Ah bah! - esclamò la contessa. - Flopi, voi mi fate pensare che la nostra compagnia vi dispiaccia. Quando noi vi facciamo un invito, voi avete subito pronta una scusa.- Cara contessa, siete crudele! - mormorò Filippo.- Oh, a proposito, - aggiunse il conte Lombardi. - Ricordati che sei a pranzo da noi, stasera.- Dunque, vi decidete? - domandò la contessa, guardandolo.Filippo comprese che bisognava decidersi, si appoggiò al braccio del gondoliere, e salì...Il giro della contessa durò per più ore; la gondola, spinta con agile vigoria, uscì dal bacino di San Marco in un batter d'occhio, e prese il largo verso il Lido, poi, per le Vignole, arrivò a San Francesco del Deserto. La contessa Lombardi e Berto Candriani erano allegri.- Non è vero che almeno così godiamo un po' di fresco? Sentite che bel fresco, Flopi? - diceva la contessa.Filippo aveva perduto ogni velleità di ribellarsi. Le ore passavano e gli cadevano sul cuore come gocce di piombo, con un presentimento funesto; ma egli era troppo abituato alle commedie del mondo perché il suo volto lasciasse trasparir l'angoscia febbrile alla quale tutta l'anima sua era in preda. Sarebbe partito l'indomani: ormai bisognava adattarsi e non far pesare i propri dolori sugli amici che volevano godere la sua compagnia.Con un rude sforzo riuscì a dominarsi e parve felicissimo di quella gita, di quello sciupio di tempo, infinitamente prezioso per lui; scherzò con Berto Candriani, il quale non sapeva comprendere una mutazione così rapida, ed era stupefatto; Filippo fece anche un po' di corte alla contessa, col consenso del marito, che sorrideva.- Io non so dove tu sia stato, - -osservò a un tratto il conte Lombardi. - Se ne raccontano di belle, a questo proposito...- Di bellissime, - rincalzò Berto.- Non so dove tu sia stato, Flopi, ma la campagna ti ha fatto bene. Sei allegro...- Allegro, - ripeté Filippo, sentendo l'ironia di quella affermazione.Tornavano verso Venezia, e la città si scorgeva tutta bianca, come tutelata dall'angelo d'oro del campanile vetusto: i palazzi marmorei parevano da lungi portentosi ricami, fragili merletti diuturnamente lavorati dall'uomo e dal tempo; le acque ai loro piedi si stendevano placide, con un trasparente color di smeraldo, che gli ultimi raggi di sole facevano scintillare.- Ma io vorrei sapere, - osservò la contessa, - che cosa si dice della compagna di Flopi...I tre uomini si guardarono.- Ecco, - disse Berto Candriani, - si dice che...- È sottinteso, - interruppe Filippo, - che voi, contessa, non crederete parola di quanto sta per raccontarvi Berto. Voi conoscete quest'uomo? Il più fantasioso dei maldicenti...- Non crederò nulla, - rispose la contessa. - Ma vorrei sapere.- Si dice, - continuò Berto Candriani, - che Flopi, innamorato d'una bella, d'una bellissima ragazza, sia scappato con lei.La contessa Lombardi diede in una risata.- Che pazzo! - esclamò. - È scappato, ed è qui in gondola, al mio fianco?Berto crollò le spalle.- Siete ingenua, contessa, mia! È qui per un giorno o due. Domani sarà scomparso di nuovo.... Sa far le cose da maestro, la vecchia volpe...La contessa stette un momento a pensare, poi osservò:- Credevo meglio. Queste cose vanno sempre a finir male; e se l'avventura è come si racconta, Flopi ha perduto la testa davvero.Filippo sorrise con l'indifferenza dell'uomo che ascolta cose senza alcun senso.- È come ve la racconto io, - -assicurò Berto Candriani. - Fuga romantica con giovinetta.La contessa alzò le spalle.- Via, via, - esclamò, - sono maldicenze sciocche: sarebbe nato uno scandalo senza esempio, e invece non c'è che qualche diceria.... Voi non sapete ragionare, povero amico!- Oh guarda, - protestò il Candriani, - Flopi scappa con una ragazza, e chi non sa ragionare sono io! Voglio mettermi anch'io a far fuggire le fanciulle, per vedere se mi troverete ragionevole...Gli amici risero, e la conversazione fu mutata.A Venezia, giunsero sull'imbrunire; Filippo e il Candriani, scendendo dalla gondola presso la piazza San Marco, presero congedo per correre a casa a mutarsi d'abito e per ritrovarsi indi a un paio d'ore nuovamente dai conti Lombardi.Non appena fu solo, nella sua camera, Filippo sentì calargli sulle spalle il peso di quella giornata nefasta, l'accoramento per la sorte di Loredana. Gli tornò il pensiero d'andarsene subito, di giungere in piena notte a Sirmione, di prendersi la fanciulla e fuggir lontano. Ma di nuovo, le abitudini lo dissuasero. Era impossibile mancare al pranzo, dar quella clamorosa conferma alle voci delle quali il Candriani s'era fatto eco. Bisognava partire all'alba; ormai non si trattava più che di poche ore, dell'ultimo sacrifizio.Quando Filippo, in marsina, con una gardenia all'occhiello, varcò la soglia del palazzo Lombardi, egli aveva dipinta in viso una tale espressione di pace, che lo si sarebbe giudicato l'uomo più tranquillo del mondo.Berto Candriani, il quale l'aveva preceduto di poco, rimase, al vederlo, stupefatto per la terza volta. Fine XI CapitoloBuona lettura.