Creato da LunaDelleCiliegie il 07/05/2006

Il Blog della Luna

Tenere una nota blu, per tutto il tempo che ci resta, tenerla e non farla morire... instabilità che cerca disperata l'infinito e in questo finito si consuma, nota blu che si estenua di luce segreta ultramarina, è un po' questo l'amore.

 

 

Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 30 Maggio 2006 da LunaDelleCiliegie

È stato un solco
tracciato all’improvviso
senza certezze,
senza prudenza
nell’ annusarci
d’istinto e di stupore,
in un crescendo
che ha dell’ irregolare.
Forse l’attesa
ci ha visto troppo soli,
forse nel mondo
non sapevamo stare
così distanti
ad aspettarci ancora.
Così prudenti,
così distanti,
così prudenti.
Sei il suono, le parole
di ogni certezza persa dentro il tuo odore.
Siamo gli ostaggi di un amore
che esplode ruvido
di istinto e sudore.
È stato un lampo
esploso in un secondo
a illuminarti in un riflesso,
quando temevi
tutta la luce intera,
l’iridescenza
della tristezza.
Probabilmente
lasciandomi cadere
a peso morto
al tuo cospetto
avrei sicuramente
permesso la visuale
sulle mie alienazioni,
sui miei tormenti,
sui miei frammenti.
Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che poi
nell’insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu
tu piano piano faccia strage di me
in un incerto compromesso
tra la mia anima e il suo riflesso.
Sei il suono, le parole
di ogni certezza persa dentro il tuo odore.
Siamo gli ostaggi di un amore
che esplode fragile
di istinto e sudore.
Quanti graffi da accarezzare
per tutti i cieli che possiamo tracciare,
tutte le reti del tuo odore
dentro gli oceani che dobbiamo affrontare.
Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che tu
nell’insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che tu
nell’insinuarti tu sia incantevole.
Ma voglio...

 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 26 Maggio 2006 da LunaDelleCiliegie
Foto di LunaDelleCiliegie

…E

ra il mondo ormai a essergli diverso, fatto di stretti e ricurvi ponti nel vuoto, di nodi o scaglie o rughe che irruvidiscono le scorze, di luci che variano il loro verde a seconda del velario di foglie più fitte o più rade, tremanti al primo scuotersi d’aria sui peduncoli o mosse come vele insieme all’incurvarsi dell’albero. Mentre il nostro, di mondo, s’appiattiva là in fondo, e noi avevamo figure sproporzionate e certo nulla capivamo di quel che lui lassù sapeva, lui che passava le notti ad ascoltare come il legno stipa delle sue cellule i giri che segnano gli anni nell’interno dei tronchi, e le muffe allargano la chiazza al vento tramontano, e in un brivido gli uccelli addormentati dentro il nido rincantucciano il capo là dove più morbida è la piuma dell’ala, e si sveglia il bruco, e si schiude l’uovo dell’averla. C’è il momento in cui il silenzio della campagna si compone nel cavo dell’orecchio in un pulviscolo di rumori, un gracchio, uno squittio, un fruscio velocissimo tra l’erba, uno schiocco nell’acqua, uno zampettio tra terra e sassi, e lo strido della cicala alto sul tetto. I rumori si tirano un con l’altro, l’udito arriva a sceverarne sempre di nuovi come alle dita che disfano un bioccolo di lana ogni stame si rivela intrecciato di fili sempre più sottili ed impalpabili. Le rane intanto continuano il gracidio che resta nello sfondo e non muta il flusso dei suoni, come la luce non varia per il continuo ammicco delle stelle. Invece a ogni levarsi o scorrer via del vento, ogni rumore cambiava ed era nuovo. Solo restava nel cavo più profondo dell’orecchio l’ombra di un mugghio o murmure: era il mare.

 

                                                                               Italo Calvino

 

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 20 Maggio 2006 da LunaDelleCiliegie

Allora, siccome in chat non passa giorno che qualcuno mi chieda: "che vuol dire il tuo nick?" ho pensato bene di dare la spiegazione ufficiale così che le anime di tutti quelli che capiteranno qui dentro si mettano in pace, appagati dalla sapienza!

Dunque, per capire cos'è la Luna delle Ciliegie dovete proiettarvi fuori dal vostro mondo, fuori dalla vostra impostazione mentale, fuori dai vostri ritmi regolati dalle scadenze e dall'orologio, fuori dall'acciaio, dal cemento e dallo stress.

Entrate in un mondo e in una cultura in cui le stagioni, regolano la vita, la natura scandisce il tempo e la notte non ha luci artificiali ad illuminarla...

I mesi così assumono un peso particolare, ogni mese è diverso e non pechè cambiano le vetrine dei negozi ma perchè la natura nasce, vive, muore e si trasforma...

Gennaio
Luna delle avversità, Mezza Luna
Febbraio
Luna del freddo dentro la tenda
Marzo
Luna del gelo sugli occhi
Aprile
Luna del ritorno delle anatre
Maggio
Luna delle foglie verdi
Giugno
Luna delle rape selvatiche
Luglio
Luna delle ciliegie, Mezza Luna
Agosto
Luna in cui ogni cosa è matura
Settembre
Luna delle foglie marroni
Ottobre
Luna delle foglie cadenti
Novembre
Luna dei cervi che si accoppiano
Dicembre
Luna delle corna spezzate.

Lo so che le ciligie non maturano a luglio! Ma ovviamente queste non sono quelle che vi scofanate voi, e pure io, sono bacche che crescono nelle prateria del Nord America!

Non state ora a cercare tanti significati reconditi sul motivo per cui ho scelto proprio il mese di Luglio, semplicemente perchè fa caldo, il grano è giallo, e finiscono gli esami!

Ecco dopo questa bella lezioncina da maestrina bacchettona e stizzita... Se mi chiedete ancora cosa vuol dire il mio nick mi sa che vi risponderò male!!!!

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 09 Maggio 2006 da LunaDelleCiliegie
Foto di LunaDelleCiliegie

Qui urge un chiarimento, sì lo so da quello che ho scritto nei primi due post sembra che sia alla canna del gas o che abbia comprato una bella fune resistente e stia cercando la trave perfetta per penzolarmici sgambettando... oh NON E' COSì!!!!!!!

Insomma sì ok, sono un tipo malinconico, a tratti paranoico e anche psicoinstabile. Vado a cercarmi le storie più assurde che come dice mio cugino (quello vero non quello della canzone sia chiaro) se non son complicate non se ne vuole nemmeno sentire l'odore, e poi è ovvio che prendo delle cantonate mostruose e mi metto a scrivere quei deliri che farebbero piangere anche Gargamella!

Ora, per risollevare l'immagine da donnaprofondamenteinfelicepessimistadelusae ferita che chi è capitato, più o meno per caso qui dentro, si sarà fatto vediamo di scrivere qualcosa di positivo...

Dunque... Io sono una che non riesce a fare le cose perchè portano profitti o perchè ti garantiranno un futuro sicuro su una bella poltrona, quindi ho avuto la meravigliosa, lo dico con il cuore, di iscrivermi alla facoltà di storia dell'arte. I motivi e la scintilla che ha acceso la lampadina li racconterò un'altra volta se no non finisco più...

Insomma, cinque anni fa mi sono iscritta alla facoltà di storia dell'arte, ma non è che sapessi molto cosa fosse la storia dell'arte, cioè sì insomma più o meno ma quasi per niente... Era una sensazione, una pura sensazione, che quella fosse la mia passione ma non ne ero assolutamente sicura. Insomma, probabilmente deludendo le aspettative dei miei genitori che si sa vorrebbero sempre un figlio medico o avvocato, mi son buttata in questa cosa e all'inizio è stato come tuffarsi da un trampolino altissimo in cui il periodo di volo non finisce più e l'acqua sembra bassissima e il terrore ti assale e avresti voglia di tornare su ma non ci si può arrampicare nell'aria...

Insomma il primo anno le cose sono andate decisamente male, forse era il Sistema, forse ero io... sì ero io che non c'avevo capito niente!

Poi qualcosa è cambiato, da un giorno all'altro, lo so che pare impossibile crederci ma è così, un giorno volevo andare a raccogliere pomodori di pachino sotto il sole di sicilia, il giorno dopo andavo a portare la domanda di iscrizione per il secondo anno.

Da quel momento ho scoperto un sacco di cose, ho iniziato ad ascoltare la mia passione, a lasciarle spazio, a studiare con il sorriso e non con il mal di stomaco... Ho iniziato a credere che se quello fosse stato il mio lavoro beh sarebbe stata l'unica cosa in grado di farmi stare bene...

Da quel momento ho inziato a studiare, capire, amare e Vivere la mia Passione!

Carne tra le dita

Una volta non mi piaceva la scultura… non so perché una cosa di pelle, mi sembrava fredda… sì fredda… poi, la scultura ha trovato me. Prima si è imposta come parte di esami infiniti e difficilissimi, decine di immagini da memorizzare e date e caratteristiche… e finivi per odiarle quasi e per non poterle sentire nemmeno nominare… Poi, quando l’ansia da esame era passata, e il voto sul libretto nutriva in modo adeguato la media, beh allora mi ritrovavo a sfogliare quei libri che tanto avevo odiato e a Notare le cose che prima avevo solo memorizzato.

L’amore per Bernini è nato un po’ così, prima solo necessità di ottenere un buon voto, e dopo, amore incondizionato come si può amare solo una mamma che ti insegna a camminare e ad allacciarti le scarpe e che ti fa assaggiare per la prima volta la Nutella.

Apollo e Dafne, Plutone e Proserpina… amore disperato, folle, travolgente, terribile, distruttivo, tenero, passionale, VERO.

L’Amore incondiziona di Apollo e Dafne, stroncato dall’ira degli Dei, dalla trasformazione della ragazza in una pianta di Lauro. L’amore malato e distruttivo di Plutone che rapisce Proserpina.

L’AMORE, raccontato dalla pietra… l’amore infuocato, che brucia sotto la pelle, che scaturisce dal marmo bianchissimo e freddo… non avrei mai creduto che fosse possibile… finchè non li ho visti tutti e due… finchè qualcuno non mi ha costretto a guardarli davvero, a spingere gli occhi oltre la forma globale, a girarci intorno, a frugare con lo sguardo i particolari più teneri e veri…

E’ un momento, fermato nella pietra… è tempo bloccato in un attimo eterno, l’istante in cui Apollo tocca Dafne e lei inizia la sua metamorfosi.

E’ pietra che si trasforma in danza di corpi e di membra, e corpo che si trasforma in pianta e pietra che è insieme corpo e pianta e danza e amore…

E poi c’è il Ratto di Proserpina, l’amore folle, l’amore cattivo che priva della libertà, l’amore prepotente, l’amore egoista, l’amore che non è amore… o forse… o forse sì…

Guarda questa mano di Plutone, la mano che afferra la coscia di Proserpina, le dita che afondano nella carne, che la afferrano salde, le dita che sono passione e amore… le dita…. E la carne…

E’ marmo questo capisci? E’ una materia dura scolpita con un martello ed uno scalpello, una cosa violenta e rozza, colpi forti e rumore di metallo sulla pietra… e bisogna essere un genio per non farli sentire i colpi. Bisogna essere un genio per far sentire la carne sotto le dita anche se non la tocchi..

Bisogna essere innamorati per vedere tutto questo… non c’è un chi o un cosa, bisogna essere innamorati e basta… della vita, dell’arte, dell’aria e del sole…. Bisogna essere innamorati e cercare la carne tra le dita, questo è il modo che conosco per salvarmi, per trovare il buono in questa piccola vita.

Questo è il mio modo per stupirmi ogni giorno.

Ha ragione Calvino, l’unico modo per sopravvivere all’orrore, è cercare disperatamente e continuamente un piccolo, piccolissimo pezzo di paradiso ovunque e chinarsi, e dargli spazio, e farlo durare…. Solo così è possibile salvarsi, solo così è possibile non farsi risucchiare dal quotidiano e dal grigio, solo così è possibile tenere vivo il fuoco che ognuno di noi ha dentro…

La carne tra le dita…. è un piccolo pezzo di paradiso…

 

 

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 07 Maggio 2006 da LunaDelleCiliegie
Foto di LunaDelleCiliegie

Beh... forse per essere il primo post è stato un po' troppo triste e malinconico, la verità è che lì dentro non c'è praticamente niente di vero, niente di autobiografico, niente che denunci la mia profonda infelicità...

Ci sono io, ci sono le mie parole, la musica dei miei pensieri, ma non c'è la mia vita...

Infondo è questo quello che proviamo a fare per tutta la vita, interpretare un personaggio che ci somigli giusto un po' ma non troppo, infilarci nelle pieghe dei nostri pensieri più profondi procedendo per assurdo, mettendo tutto intorno un mondo che non ci appartiene.

C'è qualcosa che nasce dalla pancia, e che cresce piano, una specie di fastidio e piacere insieme che ha voglia di uscire ma, è meglio che resti dentro...

In quella lettera non c'è niente della mia vita, ma c'è questo qualcosa che vibra forte sotto le parole... come il Blu di lapislazzuli più bello che esista, un blu che il cielo non riesce a contenere... un blu che è luce divina e profondità dell'universo insieme... un colore che non è un colore è musica e coro di angeli impazziti...

Blu come una nota tenuta un tempo infinito che fa trattenere il fiato per paura che sfumi...

 

 
 
 

Post n°1 pubblicato il 07 Maggio 2006 da LunaDelleCiliegie

Lettera per nessuno...

Caro amore,

ti guardo dormire tra le lenzuola del tuo letto grande di scapolo maturo e mi domando quante donne hanno fatto altrettanto, quante hanno respirato il tuo profumo, quante hanno assaggiato il tuo sapore, quante ti hanno dimenticato prima ancora di aver richiuso la porta alle loro spalle: io non sarò tra quelle, io porterò sulla pelle il tuo odore di uomo, io porterò nella mia bocca la consistenza liquida della tua lingua, io porterò il tuo respiro silenzioso nelle mie orecchie, io porterò questi colori che si tingono d’alba nel mio cuore come il tesoro più prezioso e più segreto, io ti porterò lungo il proseguimento della mia piccola vita come una parte di me.

   Caro amore, sono le quattro di una notte magica, sono seduta sulla poltrona dove probabilmente tu tutte le mattine ti allacci le scarpe, o forse no, forse non porti neanche le scarpe con i lacci, non lo so e non lo saprò mai non c’è stato tempo per parlare, per conoscerci, per divertirci o annoiarci con gli aneddoti delle nostre vite passate e sconosciute, non c’è stato tempo per niente ma non era necessario: c’eravamo noi e ci bastavamo, ora però che sto per lasciarti mentre ancora dormi, senza che tu possa fermarmi e convincermi a restare, ora che affido ad una lettera le poche spiegazioni che sono in grado di darti, non c’è motivo per cui non debba raccontarti chi sono.

   Per diciannove anni sono stata la classica ragazza ombra: l’ombra delle amiche, l’ombra dei ragazzi, l’ombra di me stessa, mi muovevo nel mondo con passi felpati, attenta a non far rumore e a non intralciare il passo agli altri, sentendomi importante non appena qualcuno mi rivolgeva la parola. Poi un giorno mi sono accorta che anche io avevo il mio piccolo talento, anche io potevo fare qualcosa di buono senza per questo ripararmi dietro le spalle degli altri.

   Un giorno ho aperto un cassetto della mia scrivania e li ho visti: i miei disegni, i miei schizzi, i miei ritratti, erano lì tutti ammucchiati e spiegazzati e disordinati, mi guardavano attraverso gli occhi che avevo rubato ai passanti, agli amici, ai ragazzi, mi guardavano attraverso le loro pupille di carboncino e mi imploravano di tirarli fuori, di liberarli da quel buio polveroso e di mostrarli al mondo intero, ed alla fine li ho ascoltati. Li ho portati alla mia insegnante di storia dell’arte e lei li ha spediti di nascosto ad un concorso nazionale: quando mi è arrivata a casa la lettera con la comunicazione che avevo vinto, sono rimasta sospesa a mezz’aria per un’intera settimana, insomma era un concorso importante, di grande prestigio ed io l’avevo vinto: tra centinaia di migliaia di disegni avevano scelto proprio il mio.

   Di colpo la mia vita è cambiata, in uno sbattere di ciglia sono uscita dal mio stato di anonimato, ho smesso di essere ombra e sono diventata luce, per gli altri e soprattutto per me stessa, di giorno in giorno ho acquistato fiducia nelle mie possibilità, fino a quando non ho conosciuto lui. Non ti dirò come si chiama o quanti anni ha, non credo che ti interessi, so solo che era il ragazzo più popolare del Liceo, e che scelse proprio me, mi corteggiò, mi sedusse e quattro mesi fa mi ha chiesto di sposarlo, ed io ho accettato. Abbiamo già fissato la data, tra quattro giorni saremo marito e moglie.

   Non ti ho usato, non sei stato un’avventura pre– matrimoniale, o un capriccio di una turista a caccia di  souvenir,  è solo che per la prima volta con te ho  gettato al vento la prospettiva di un intero futuro insieme ad un uomo che devo sposare perché è la cosa più giusta e più logica da fare, con te mi sono guardata dentro, mi sono chiesta se era quello che volevo veramente e mi sono resa conto che quello che mi ero sempre illusa  fosse amore, non era altro che semplice attrazione o forse neanche quella. Mi sento sporca, ma non nei suoi confronti, nei tuoi, ti ho tradito più di quanto abbia fatto con lui, ti ho amato e ti amo ancora, ma nonostante questo ti sto scrivendo questa lettera vigliacca perché non ho il coraggio di dirti la verità guardandoti negli occhi. Tu sei stato per me l’aria da respirare, l’acqua da bere, il pane da mangiare, ed io ho respirato, bevuto e mangiato consapevole del fatto che non avrei potuto essere tutto questo per te.

   Ti amo, ti amo come non credevo fosse possibile, ma i minuti scorrono veloci come proiettili che trivellano il cuore, tra meno di due ore tu ti sveglierai e mi cercherai, ma il letto accanto a te sarà vuoto, solo questa lettera ti parlerà per l’ultima volta di me, forse ti arrabbierai, forse mi odierai, ma io sarò già su un aereo, seduta accanto al finestrino a guardare le nuvole proprio come abbiamo fatto ieri alla galleria, a pensare a quello che è stato, a quello che poteva essere e a quello che non sarà mai.

   Sono le sei, me ne vado: non cercarmi, ovunque mi troverò sarò sempre troppo lontana!

 

                                                                                                                                             Addio

 
 
 
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