Cinema & Co.

DUE PAROLE SU ANGEL


Traendo ispirazione dal libro della scrittrice Elizabeth Taylor (nomen omen!), il regista mette in scena un tipico feuilletton.  Banalizzando le teorie di un famoso filosofo italiano, in riferimento alla definizione di arte, possiamo dire che, apparentemente, in questo film il contenuto si identifica con l'espressione stessa.  Il regista, infatti,  gioca a piene mani con i topos presenti sia nella narrativa che  nel corpus cinematografico del genere. Cosi dalla caratterizzazione dell’eroina (un po’ Sissi e un po’ Rossella O’Hara) fino ai trasparenti usati, agli abiti e dècor, passando per l’arte e per l’amore. Il punto è che il giovane regista francese racconta in modo semplice e con un linguaggio accurato, sempre, in ogni suo film, una problematica complessa.  . Qui Ozon  in realtà ci parla di alcuni mali comuni, soprattutto, di questi tempi. Angel è un film sulla comunicazione artistica. E sulla menzogna artistica. 
Comunicazione e menzogna di tipo a) intrisa di autocompiacimento, la protagonista scrittrice vive di questo,  si rivela fallace e poco duratura. La comunicazione  e menzogna di tipo b) quando l’artista (il pittore) è mosso da una necessità interiore vera e sentita, è invece quella destinata a resistere nel tempo.
Ovviamente il film contiene ancora altri sottotesti, come la vanità (l’importanza dei pavoni)  la dedizione omosessuale (come univoca fonte affettiva), il mito di Mida con la conseguente caduta (da principessa a strega).
Travestire da favola tesi siffatte può trarre in inganno. Ozon lavora con i guanti di velluto, con i broccati  con i luccichii e con i volti intensi dei protagonisti scelti.  Per questo è possibile che tale tocco delicato non lasci traccia sullo spettatore distratto.il sito: http://www.angel-lefilm.com/Voto 7Al cinema sono stata  portata da "goloso" e Harvey, che ringrazio!