Amo Matteo Garrone. Sono rimasta estasiata con L'Imbalsamatore, violentemente turbata dal successivo film Primo Amore. Lo amo perchè credo che sia uno dei pochi registi italiani, se non l'unico, a concentrarsi sulla visione, innanzi tutto. A provocare emozioni con il linguaggio cinematografico piuttosto che con le ridondanze del materiale diegetico. Il pathos, in ogni sua opera, deriva dalle astrazioni dello strumento filmico e non dalla vicenda narrata. Un grande risultato per chi vuole fare cinema. Quando ho saputo che stava girando un film dall'omonimo e ormai celeberrimo libro di Roberto Saviano, ho pensato che volesse abbandonare la sua cifra stilistica in favore di una narrazione più didascalica a sfondo sociale. Ero molto curiosa di incontrare questa pellicola. Garrone conferma una mano felicissima che dipinge la storia di Saviano come avrebbe potuto fare un esponente del movimento dei macchiaioli: "In particolare Saverio Altamura racconta del "Ton gris", cioè quel particolare modo di ritrarre, guardando attraverso il riflesso di uno specchio scuro che filtra nettamente i contrasti del chiaro scuro. L'arte dei Macchiaioli, come la definì Adriano Cecioni teorico e critico del movimento, consiste "nel rendere le impressioni che ricevevano dal vero col mezzo di macchie di colori di chiari e di scuri". Per i pittori macchiaioli la forma non esiste ma è creata dalla luce e l'individuo vede tutto il mondo circostante attraverso forme non isolate dal contesto della natura, quindi come macchie di colore distinte o sovrammesse ad altre macchie di colore".
GOMORRA
Amo Matteo Garrone. Sono rimasta estasiata con L'Imbalsamatore, violentemente turbata dal successivo film Primo Amore. Lo amo perchè credo che sia uno dei pochi registi italiani, se non l'unico, a concentrarsi sulla visione, innanzi tutto. A provocare emozioni con il linguaggio cinematografico piuttosto che con le ridondanze del materiale diegetico. Il pathos, in ogni sua opera, deriva dalle astrazioni dello strumento filmico e non dalla vicenda narrata. Un grande risultato per chi vuole fare cinema. Quando ho saputo che stava girando un film dall'omonimo e ormai celeberrimo libro di Roberto Saviano, ho pensato che volesse abbandonare la sua cifra stilistica in favore di una narrazione più didascalica a sfondo sociale. Ero molto curiosa di incontrare questa pellicola. Garrone conferma una mano felicissima che dipinge la storia di Saviano come avrebbe potuto fare un esponente del movimento dei macchiaioli: "In particolare Saverio Altamura racconta del "Ton gris", cioè quel particolare modo di ritrarre, guardando attraverso il riflesso di uno specchio scuro che filtra nettamente i contrasti del chiaro scuro. L'arte dei Macchiaioli, come la definì Adriano Cecioni teorico e critico del movimento, consiste "nel rendere le impressioni che ricevevano dal vero col mezzo di macchie di colori di chiari e di scuri". Per i pittori macchiaioli la forma non esiste ma è creata dalla luce e l'individuo vede tutto il mondo circostante attraverso forme non isolate dal contesto della natura, quindi come macchie di colore distinte o sovrammesse ad altre macchie di colore".