Cinema & Co.

IL CANTO DEL SENO SPAVENTATO


C’è odore del passato nel film Il canto di Paloma, della regista peruviana, poco più che trentenne, Claudia Llosa. E’ rimasto ancora oggi, l’odore acre della polvere da sparo degli scontri tra lo Stato e i gruppi della sinistra nelle zone andine in cui è ambientato il film. Ne sono rimasti i segni evidenti nei giovani di ora. L’opera è un manifesto politico sulle conseguenze di questi conflitti e su come ancora oggi, in tempo di pace, proseguano  le violenze, da parte delle classi di potere, in modo meno diretto ma egualmente prevaricatore.
Questa narrazione è incarnata nella splendida figura dell’attrice, la cantante Magaly Soalier, la protagonista del film. La sua figura, sempre in scena, nasconde le conseguenze di quegli orrori sul proprio corpo, nei disagi delle sue zone intime e psichiche (è da notare che  la Commissione di Verità e Riconciliazione, creata nel 2000 per determinare gli effetti della guerra, conclude nel 2003 che questo conflitto interno causò la morte di 70,000 cittadini, principalmente nelle zone andine e quechua-parlanti). Il tono scelto dalla regista per raccontarci questa vicenda è lirico-piano ma anche surreale-grottesco. Ci sono dei momenti di grande intensità poetica, ben miscelati a momenti di chiassoso surrealismo, che cmq tengono ben d’occhio il riferimento alle condizioni presenti del paese.
Il canto di Paloma (titolo originale Il seno spaventato, leit motiv ricorrente nel film) che ha vinto l’Orso d’Oro a Berlino  è davvero un film intenso, pieno e importante. E lei è bellissima. Ottimi motivi per vederlo, no?Voto 8