Creato da DolceA0 il 28/04/2006
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« INNAMORAMENTI | LA CAMERA VERDE » |
Chiarore pacifico. Non invadente. Sensazione di leggera alterità e di profonda identificazione con il luogo di un'anima forse ancora sconosciuta. Emozione del suono. Del silenzio. Reliquia di un passato fissato in un presente in divenire. Trasparente. Turbativa dell'inconscio individuale nella visione del volo, e nella carneficina materializzata con paternità picassiane e maternità multiple. Riflessi di inevitabile angoscia, nelle fucilazioni. Orrori di smembramenti di spiriti innocenti.
"Il clou dell'installazione viene svelato in effetti al piano espositivo sottostante il monumento dell’Ara Pacis, dove si apre al visitatore uno scenario che coinvolge ed avvolge, tra luci ed ombre, bianco e nero – con l’eccezione di una luce rossa che viene emanata dagli affreschi che ricoprono due pareti del vano centrale, posto proprio in corrispondenza sotto al monumento dell’Ara Pacis – suono e silenzio. Qui infatti Brian Eno crea un ambiente musicale senza parole, senza melodia, senza ritmo e che non suona mai due volte nello stesso modo. «Uno degli aspetti più intriganti e affascinanti – come sottolinea James Putnam nel suo saggio Paladino/Eno all’Ara Pacis - è il non sapere cosa sarà, pur sapendo che sarà diverso a ogni ascolto.»
Sculture, affreschi, incisioni e altri gesti artistici di Mimmo Paladino. Suoni e musiche inediti composti da Brian Eno appositamente per questa occasione, diffusi nell'ambiente per mezzo di radio portatili e griglie di altoparlanti progettate dal musicista stesso.
«Un progetto che metta insieme, all’Ara Pacis di Roma, due talenti così diversi come Brian Eno e Mimmo Paladino – osserva James Putnam - può sembrare un’idea singolare: ma questi due artisti non appartengono a mondi realmente separati. Oltre a essere nati nello stesso anno, il 1948, e aver studiato Belle Arti durante gli anni Sessanta, entrambi hanno lavorato, intorno alla fine degli anni Settanta, sperimentando combinazioni di elementi o moduli reiterati. Più precisamente ancora, possono entrambi individuare una relazione tra arte visiva e arte del suono. Eno ha paragonato la sua musica alla scultura, qualcosa che può essere tangibile nello spazio, che può prendere forma attraverso una dimensione temporale ripetibile. E Paladino crede che la creazione della musica dall’armonia dei toni sia paragonabile alla creazione dell’arte visiva dall’armonia delle forme.»
La musica e i suoni di Brian Eno, lungi dal rappresentare la colonna sonora per l’installazione di Paladino, sono invece un’entità indipendente da loro, ma allo stesso tempo strettamente connessa. Diversamente dalle composizioni classiche, dove tutti i suoni sono organizzati tra loro in uno schema preciso, Eno lavora su livelli musicali in movimento nello spazio indipendentemente gli uni dagli altri. «L’obiettivo - spiega ancora Putnam - è quello di creare un brano musicale che animi la scultura di Paladino, liberando qualcosa di profondamente sepolto in essa ed evocando un’aura di infinita continuità e coerenza che pervade tutta l’opera.»
Sia Eno sia Paladino sono partiti dall’idea di destrutturare i loro lavori reiterando moduli tipici della loro ispirazione creativa. Dilatando e comprimendo singoli suoni o motivi, mettendo insieme tutti i frammenti, i due artisti sono arrivati ad ottenere una totale armonia: “Opera per l’Ara Pacis”.
Da: http://www.arapacis.it/mostre_ed_eventi/mostre/opera_per_l_ara_pacis_mimmo_paladino_brian_eno
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