CineBrevis

Sette anime (Gabriele Muccino, 2008)


Una profonda meditazione sul senso di colpa e sul senso della vita. Lo sforzo interpretativo di Smith si trasforma in una meccanica ed insopportabile smorfia di dolore. Noia del primo tempo, incentrato sulle premesse al secondo tempo rivelatore. Quest'ultimo si riprende, avvicinandosi ad una conclusione tragica e strappalacrime. Non del tutto riuscito e mediocre.Voto 5.5Blogiulia
Will Smith e Gabriele Muccino ci riprovano e fanno cilecca. Sette anime è noioso, di una noia che lo avvolge e lo permea annebbiando tutto e tutti, stemperando volti e sensazioni fino a renderli impalpabili. La storia è confusa e gli attori si aggirano sul set con espressione catatonica (specie Smith). Che peccato.Voto 5tonono62
Gabriele Muccino fa per la seconda volta l'Americano e per l'ennesima volta dimostra la sua incapacità di fare cinema. Ci sono i soliti movimenti di macchina senza senso, la solita sceneggiatura che non tiene, ma questa volta a peggiorare il quadro si cerca di descrivere l'interiorità dei personaggi, alternando magicamente momenti noiosi ad altri del tutto banali.Voto 3alex_cinema