Il Cinecaffettino

The Predator (2018)


 La prima tazzina al gusto di cinema del mese di dicembre emana un aroma che viene da lontano, precisamente dal 1987. La premessa serve a comprendere i collegamenti che esistono tra il film che ci accingiamo ad affrontare e le sue radici di celluloide su questo Pianeta: Si tratta di THE PREDATOR, opera firmata da Shane Black nell'anno in cui sto scrivendo e quarta pellicola di una serie iniziata appunto nel 1987 (Predator di John McTiernan, con Arnold Schwarzenegger). Questo inciso sembra banale ma è da tener presente se si vuole mantenere una sorta di continuity nello sviluppo narrativo e diegetico delle vicende di questo alieno dalle fauci spaventose e dalle intenzioni non proprio pacifiche. L'appunto filologico è altresì rimarcato dai protagonisti stessi, allorché tentino di dare una spiegazione alla nuova venuta in Terra di questi esseri minacciosi e bellicamente attrezzatissimi. Qui tocca a un tiratore scelto (Boyd Holbrook) ed al suo gruppo di compagni di battaglia un po' balzani (c'è anche un personaggio, impersonato da Thomas Jane, che elenca soltanto sproloqui) l'ingrato compito di arginare il nuovo avvento, che si preannuncia ancor più sanguinoso. Il vero protagonista di questo film, però, è il piccolo Jacob Tremblay, qui nei panni di un bambino autistico dotato di una particolare capacità comunicativa con la razza extraterrestre. Si dice, infatti, che questi individui riescano a sviluppare delle doti che all'ordinario essere umano sono inarrivabili, risolvendo nel caso di specie equazioni incomprensibili ed aprendo varchi intercomunicativi con l'ignoto mondo dei predator. Il ritmo è di quelli caratterizzanti i blockbuster sparatutto, le scene di combattimento spesso deflagrano in condimenti verdastri e rossastri gocciolanti da corpi devastati e il gruppo di pugnaci militari ha il fascino indiscreto dei perdenti di valore (su tutti un ottimo Trevante Rhodes). Non mancano anche le parentesti allenta-tensione, grazie ai siparietti (spesso triviali) tra la scienziata Olivia Munn e i bizzarri suoi compagni di viaggio. Dalle lontane galassie, pertanto, c'è qualcuno che si interessa a noi, al nostro DNA e al surriscaldamento imperante sul pianeta Terra. Ma non lo fa con disinteresse... Questa cinetazzina ha il pregio di non annoiare, coinvolgendo quasi subito chi l'assapora in un suo universo di azione e riferimenti ipertestuali. Ed è quindi l'ideale per passare del tempo, magari al caldo, nelle nostre case e senza troppi pensieri che frullano per la capoccia...