Il Cinecaffettino

Baby (1973)


Oggi Il Cinecaffettino Vi offre una tazzina di quelle che le etichette moderne definirebbero come politically incorrect: BABY (The baby) di Ted Post. I meno giovani possono ricordarsi di questo film per le visioni, quasi sempre notturne, avvenute verso la fine degli anni ottanta sui circuiti regionali televisivi, prima di sparire nel dimenticatoio generale. La storia è presto detta. Due sorelle convivono in una grande casa con la mamma e un fratello ritardato, che da sempre amano chiamare "baby". Un'assistente sociale prende a cuore la loro situazione familiare e si focalizza sulle condizioni in cui versa la salute del giovane sfortunato. Nota sin dalla prima visita casalinga qualcosa di strano, insano e misterioso. La diegesi (essenziale) recupera momenti di rara morbosità intorno alle figure femminili che ruotano attorno a Baby. Ruth Roman è una severa padrona di casa, gelosissima del suo pargolo, le due figlie (Marianna Hill e Susanne Zenor) appaiono fortemente succubi e mentalmente instabili mentre Anjanette Comer svolge il suo lavoro con uno zelo addirittura eccessivo. Restano impresse due scene particolarmente ardite. La prima vede una giovane babysitter (Erin O'Reilly) intenta a farsi suggere il seno da David Mooney, come si trattasse realmente di un neonato. La seconda, invece, mostra una delle due sorelle spogliarsi nuda ed entrare nottetempo nel box di Baby. L'odore acre dell'abuso e della sevizia è fortissimo e prorompe scena dopo scena. La parte finale, poi, trascende sconfinando in uno psychorror sanguinoso, con fendenti, fughe e cadute per le scale come nei migliori film del genere. E il fulmen in cauda spiazza, spiazza davvero. Insomma, amici cari, se volete sorseggiare qualcosa di forte e, soprattutto, dal sapore non comune, BABY è la cinetazzina che fa per Voi.