CINEFORUM BORGO

Benritrovati! Cineforum 2011/2012 - 4 ottobre 2011


LE DONNE DEL 6° PIANOTitolo originale: Les femmes du 6ème étageRegia: Philippe Le GuaySceneggiatura: Philippe Le Guay, Jérôme TonnerreFotografia: Jean-Claude LarrieuMusiche: Jorge ArriagadaMontaggio: Monica ColemanScenografia: Pierre-François LimboschCostumi: Christian GascInterpreti: Fabrice Luchini (Jean-Louis), Sandrine Kiberlain (Suzanne), Natalia Verbeke (Maria), Carmen Maura (Concepción), Lola Dueñas (Carmen), Berta Ojea (Dolores), Nuria Sole (Teresa), Concha Galán (Pilar), Marie-Armelle Deguy (Colette de Bergeret), Muriel Solvay (Nicole de Grandcourt), Audrey Fleurot (Bettina de Brossolette), Annie Mercier (Madame Triboulet), Michèle Gleizer (Germaine), Camille Gigot (Bertrand), Jean-Charles Deval (Olivier), Philippe Duquesne (Gérard), Christine Vézinet (Valentine), Jeupeu (Idraulico), Vincent Nemeth (signor Armand), Philippe du Janerand (Piquer), Patrick Bonnel (Goimard), Laurent Claret (Blamond), Thierry Nenez (pescivendolo), José Etchelus (sacerdote), Jean-Claude Jay (Pelletier), Joan Massotkleiner (Fernando), Ivan Martin Salan (Miguel)Produzione: Etienne Comar, Philippe Rousselet per Vendome Production/France 2 Cinéma/Snd con la partecipazione di Canal +/Cinecinema/France Tele VisionsDistribuzione: Archibald FilmsDurata: 106’Origine: Francia, 2011 Sbaglia chi liquida l'ottimo “Le donne del 6° piano” come un film sull'eterna divisione tra classi sociali, dove i borghesi vengono demonizzati ed i poveri osannati. E non è un inno alla vera ricchezza spirituale che conta più di quella materiale. O meglio, la pellicola diretta da Philippe Le Guay è anche questo ma non solo. È un racconto molto più complesso, ricco, che offre allo spettatore diverse chiavi di lettura, ognuna meritevole di un approfondimento. È un film che parla di solitudine, di amore, di amicizia, di sofferenza, di pregiudizi duri da abbattere (da entrambe le parti), di comunità che diventano famiglie allargate, di incomunicabilità. È ambientato nella Parigi del '62 ma, a ben vedere, potrebbe essere verosimile anche mezzo secolo dopo. Jean-Louis Joubert (uno strepitoso Fabrice Luchini), è un agente di cambio assorbito dal lavoro. È sposato con Suzanne, di origine provinciale (per questo sempre un passo indietro rispetto alla borghesia metropolitana) e padre di due ragazzi che studiano in collegio. Una famiglia arida di sentimenti, gelida, distaccata, dove anche il bacio tra consanguinei è inesistente, pura utopia. Assume come cameriera la giovane Maria, una ragazza spagnola che abita sopra di lui, nel fatidico sesto piano, insieme ad un'allegra banda di domestiche emigrate dalla Spagna. Siamo in era franchista quando molti spagnoli vennero a rifugiarsi e lavorare in Francia per riuscire a mantenere la famiglia rimasta a casa. Attratto da questa chiassosa comunità che si contrappone ai riti austeri del suo ambiente, ed invaghitosi di Maria, Jean-Louis si legherà sempre più al mondo bizzarro ma onesto di queste donne finendo per innamorarsi del loro piccolo universo al punto di trasferirsi, in un piccolo vano, sul loro piano. Occasione per sentirsi, per la prima volta nella vita, realmente vivo, finendo per assaporare i piaceri semplici dell'esistenza. Può apparire una favola (il borghese che si trasferisce sul piano delle serve) ma ci pensa Le Guay a respingere il pensiero di questa utopia facendo passare per scandalo, anche tra le domestiche, ciò che è impensabile per il comune sentire. Cast perfetto (spicca la Maura tra le spagnole) e regia sublime per uno dei più bei film di questo sterile 2011.Maurizio Acerbi, Il Giornale Spagnole a Parigi nei Sessanta. Tutte domestiche perché erano, in quegli anni, le filippine di oggi qui da noi. La cornice è uno stabile in un quartiere borghese di cui quelle spagnole occupano per intero il sesto piano. Il proprietario dello stabile, che naturalmente occupa il piano nobile, è in brav'uomo di professione agente di cambio, con una moglie mondanissima e due figli appena un po' cresciuti, ma già afflitti da modi altezzosi e pronti a mettere sempre perentoriamente in risalto le differenze di classe. Il padre non è come loro e neanche come la moglie, così quando una giovane spagnola del sesto piano viene a servizio in casa lui non solo non tiene le distanze, ma più in là, per un susseguirsi di casi, accetterà che fra loro si faccia avanti anche del tenero. Inutile mettere i punti sugli "i" in merito a una conclusione di cui nessuno dubitava... L'incarico di raccontarci questa favoletta se l'è assunto, scrivendosi anche il testo, Philippe Le Guay di cui si son già viste anche nelle nostre sale delle commedie con morale gentile, tipo, fra le più recenti, “Il costo della vita”, interpretata, come il film di oggi, da Fabrice Luchini, accompagnato, in quella occasione, da Vincent Lindon. Qui si cerca il più possibile di tenersi in equilibrio fra i sentimenti e certe ironiche notazioni di costume. Si fa il punto su quella comunità spagnola tutta al femminile divisa tra devote e ribelli (in Spagna c'è ancora Franco), si tratteggia un po' quel quadretto familiare con l'intenzione di far sentire quanto il protagonista, pur bravo borghese, ne abbia una certa insofferenza specie quando comincia a confrontarne la freddezza con il genuino calore che scaturisce dalle abitanti del sesto piano. Tutto, però, più solo enunciato che non approfondito, con un disegno dei caratteri che, eccezion fatta per quello del protagonista, non è mai precisato a sufficienza: con il rischio, in tutti gli altri, di perdersi nel vago. Fabrice Luchini, al centro, non smentisce la sua fama, affidandosi molto più ai toni sfumati che non a quelli incisi. Come il suo personaggio chiedeva.Gian Luigi Rondi, Il TempoPHILIPPE LE GUAYFilmografia:Il costo della vita (2003), Du jour au lendemain (2006), Le donne del 6° piano (2011) Martedì 11 ottobre 2011:BROTHERHOOD di Nicolo Donato, con Thure Lindhardt, David Dencik, Nicolas Bro, Claus Flygare