CINEFORUM BORGO

Cineforum 2016/2017 | 7 febbraio 2017


DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES Regia: Jaco van DormaelSceneggiatura: Thomas Gunzig, Jaco van DormaelFotografia: Christophe BeaucarneMusiche: An PierléMontaggio: Hervé de LuzeScenografia: Sylvie OlivéArredamento: Pascalle WillameCostumi: Caroline KoenerEffetti: Eric De Wulf, Emilien Lazaron, Digital GraphicsInterpreti: Pili Groyne (Éa), Benoît Poelvoorde (Dio), Catherine Deneuve (Martine), François Damiens (François), Yolande Moreau (Moglie di Dio), Laura Verlinden (Aurélie), Serge Larivière (Marc), Didier de Neck (Jean-Claude), Romain Gelin (Willy), Marco Lorenzini (Victor)Produzione: Jaco Van Dormael, Olivier Rausin, Daniel Marquet per Terra Incognita Films/Après Le Déluge/Caviar Films/Climax Films/Juliette Films, in co-produzione con Juliette Films/Caviar/Orange Studio/Voo Et Betv/RTBF/BNP Paribas Fortis Film Finance/Belga ProductionsDistribuzione: I Wonder Pictures/Unipol Biografilm CollectionDurata: 113’Origine: Belgio, Francia, Lussemburgo, 2015 Dio esiste. È una persona in carne e ossa come tante e vive a Bruxelles, ma non è un uomo come ci si aspetta. Con la sua famiglia è codardo e odioso. Ha una figlia un po' ribelle che un giorno, stanca di stare chiusa nel loro piccolo appartamento, decide e di vendicarsi manomettendo il computer del padre. Con il suo gesto rivela a tutte le persone la propria data di morte, provocando un caos totale.Non abbiamo mai amato il cinema di Jaco Van Dormael e quindi siamo doppiamente felici di confessarvi che, vedendo “Dio esiste e vive a Bruxelles”, ci è cascata più volte la mandibola e ancora la stiamo cercando. E’ un film stupefacente, pieno di trovate e di gag, con un tema altissimo e un sottotesto profondo e dolente, insomma: è quasi un capolavoro, e usiamo il ‘quasi’ solo per prudenza. (……)Tutto inizia in un appartamento buio e triste dal quale si accede a un gigantesco archivio, con un tavolino da lavoro e un computer perennemente acceso e connesso. È’ la casa di Dio - e non è una battuta! Lì vivono Dio, un ubriacone incazzoso che gioca con i destini dell'umanità, e sua moglie, una casalinga corpulenta e malinconica eternamente impegnata nei lavori domestici. Con loro c'è una figlia, Ea: un'adolescente ribelle che non sopporta il padre e rimpiange il fratello maggiore, quel Gesù che anni prima ha mollato la famigliola ed è sceso in terra a spassarsela. Nei primi venti minuti, guidati dalla voce fuori campo di Ea, vediamo Dio - sempre in vestaglia e con una bottiglia di birra in mano - giocherellare con il mondo che ha creato. Per esempio: a quale animale dominante affidare le sorti del pianeta? La giraffa? Troppo ingombrante. Lo struzzo? Troppo stupido. L'uomo? Potrebbe funzionare... Poi Dio si dedica al suo passatempo preferito: inventare le regole, e più sono assurde più sono divertenti. Che dice, ad esempio, la regola 2.327? Che se ti casca una fetta di pane con burro e marmellata, cadrà dal lato della marmellata! Insomma, Dio è un sadico arrogante e la figlia lo detesta. Per cui, un bel giorno, mette a segno un doppio colpo. Prima entra, da provetta hacker, nel computer di papà e spedisce a tutti gli esseri umani un sms che annuncia data e ora della morte di ciascuno. Poi scappa attraverso un cunicolo che parte dalla lavatrice di casa e sbuca in una lavanderia a gettoni di Bruxelles. Appena giunta sulla Terra, contatta i sei apostoli che ha scelto prima di fuggire: sono sei cittadini belgi - e già questo, ammettetelo, fa ridere - uno più squinternato dell'altro, che aiuteranno la figliola di Dio a scrivere una nuova Bibbia (“Le tout nouveau testament” è il titolo originale). Il padre la insegue, ma appena arriva a Bruxelles si ficca nei guai: non ha documenti, dice a tutti di essere Dio e lo pigliano per matto. Alla fine lo arrestano e gli danno il foglio di via per l'Uzbekistan. Intanto conosciamo i sei apostoli: un maniaco sessuale, una ragazza senza un braccio, un aspirante serial killer e così via. La più strepitosa è, per distacco, Catherine Deneuve: la moglie frustrata di un riccastro che, una volta conosciuta Ea, caccia il marito di casa e si fidanza con un gorilla…“Dio esiste e vive a Bruxelles” dura 113 minuti e contiene come minimo 113 idee folgoranti: non c'è una sequenza nella quale van Dormael e il suo sceneggiatore Thomas Gunzig non si inventino qualcosa, dal punto di vista visivo e da quello narrativo. I temi seminati qua e là sono enormi. Del tipo; chi è Dio? Quale influsso ha nelle nostre vite? Perché sua figlia è la prima blasfema, la più feroce contestatrice del suo potere? Ma anche: cosa succede, nella vita delle persone, quando scoprono senza possibilità di errore in quale anno, in quale giorno, a che ora moriranno? Si reimpossesseranno della propria libertà, per il tempo - poco o tanto - rimasto? O cadranno nell’abulia, provocando il crollo della convivenza civile? Il film di van Dormael, nella sua apparenza spensierata e a tratti fragorosamente spassosa, descrive un universo parallelo nel quale gli apostoli diventano 18 e le regole vengono rovesciate nell’opposto di sé stesse. Vedendolo vi divertirete, ma poi vi ritroverete alle prese con mille domande dalle risposte assai difficili. Alberto Crespi, L’Unità E se Dio fosse uno di noi? Ma uno dei peggiori di noi: cinico, bastardo e fancazzista, assente in famiglia e svogliato sul lavoro? Certo, l’uggia di Bruxelles, dove l’onnipotente vive, non aiuta; lo ammette anche la piccola Ea, secondogenita dell’insopportabile divinità, cui il fratellone J.C. - che le parla tramite icona - suggerisce di ribellarsi. E di scrivere un Nuovo testamento suo. È sufficiente procurarsi gli apostoli; magari sei, per arrivare a un totale di 18, come una squadra di baseball, che poi è lo sport favorito della mite e svaporata moglie di Dio (la coppia Benoît Poelvoorde/Yolande Moreau è inarrivabile). Il soggetto esplosivo del quinto film del belga Jaco Van Dormael parte da qui, ed è solo l’inizio: la vera rivoluzione di Ea è nel donare all’umanità quel libero arbitrio che la fede appanna, così si insinua nell’antidiluviano computer del babbo e invia a ogni essere umano un sms con la data della propria morte. Più del reclutamento dei sei autori del nuovissimo testamento, raccontato per capitoli ora leziosi e jeunettiani, ora dolcemente surrealisti (uno su tutti: quello che coinvolge Catherine Deneuve e un gorilla), è irresistibile l’apocalisse tutta individuale che van Dormael orchestra: la catastrofe è in noi e, non appena conosciamo la nostra data di scadenza, il mondo entra nel caos. Non resta che rifondarlo, in una neo-genesi femminista che rimette il destino dell’umanità in mano alle donne.Ilaria Feole, Film Tv JACO VAN DORMAELFilmografia: Toto le Héros - Un eroe di fine millennio (1990), Lumière et compagnie (1995), L'ottavo giorno (1996), Mr. Nobody (2009), Dio esiste e vive a Bruxelles (2015) Martedì 14 febbraio 2017:LA ISLA MÍNIMA di Alberto Rodriguez, con Raúl Arévalo, Javier Gutiérrez, Antonio de la Torre, Nerea Barros, Salva Reina