CINEFORUM BORGO

Cineforum - 17 marzo 2009


CAOS CALMORegia: Antonello GrimaldiSoggetto: Sandro Veronesi  (romanzo)Sceneggiatura: Nanni Moretti, Laura Paolucci, Francesco PiccoloFotografia: Alessandro PesciMusiche: Paolo Buonvino; la canzone "L'amore trasparente" è di Ivano Fossati.Montaggio: Angelo NicoliniScenografia: Giada CalabriaCostumi: Alexandra ToescaEffetti: Franco Galiano, Paolo Zeccara, Proxima Srl, M.A.G. Special EffectsInterpreti: Nanni Moretti  (Pietro Paladini), Valeria Golino (Marta), Isabella Ferrari  (Eleonora Simoncini), Alessandro Gassman (Carlo), Blu Yoshimi Di Martino (Claudia), Hippolyte Girardot (Jean-Claude), Kasia Smutniak (Jolanda), Denis Podalydès (Thierry), Charles Berling (Boesson), Silvio Orlando (Samuele), Alba Rohrwacher (Annalisa), Manuela Morabito (Maria Grazia), Roberto Nobile (Taramanni), Babak Karim (Mario), Tatiana Lepore (mamma di Matteo), Beatrice Bruschi (Benedetta), Cloris Brosca (psicoterapeuta), Antonella Attili (maestra Gloria), Sara D'Amario (Francesca), Stefano Guglielmi (Matteo), Roman Polanski (Steiner), Dina Braschi (donna anziana al Gala), Valentina Carnelutti (amica di Maria Grazia), Nestor Saied  (marito di Eleonora), Ester Cavallari (Lara), Anna Gigante (amica di Maria Grazia)Produzione:  Domenico Procacci per Fandango,  in collaborazione con Rai Cinema/Portobello Pictures/Phoenix Film InvestmentDistribuzione:  01 DistributionDurata: 112’Origine: Italia, 2007Visto quello che è successo intorno a questo film, più che di  “Caos calmo” verrebbe da dire che non solo il caos è totale, ma anche - basta anagrammare la parola - che si è voluto farne un caso.Prima il lancio di marketing della scena ‘scandalosa’ fra Moretti e Isabella Ferrari, poi l'incertezza sul visto di censura, quindi l'intervento della Conferenza episcopale italiana a sconsigliarne la visione, manco fossimo negli Anni '50, e infine le critiche pesanti della stampa tedesca dal Festival di Berlino. Per gli incassi bastava solo un sano passaparola, oltre alla attesa di vedere portato sullo schermo il bel libro di Sandro Veronesi (Bompiani), ma dobbiamo ormai aspettarci di tutto pur di vedere un film in sala per qualche giorno in più. Il film ci è piaciuto più per la presa emotiva della vicenda - tralasciamo i confronti che nascono sempre dall'adattamento di un libro - e le convincenti interpretazioni che per la regia (ci sono passaggi con taglio da film per la televisione e accelerazioni nel montaggio, così che la famosa scena incriminata arriva quasi all'improvviso). Moretti sarà anche se stesso nel sovrapporsi al protagonista, che alla morte della moglie sceglie di restare tutti giorni vicino alla figlia aspettandola fuori dalla scuola, ma non l'abbiamo visto mai così misurato (a volte gli basta uno sguardo), Gassman è una rivelazione e tutti gli altri sono un coro affiatato.Valerio Guslandi, CiakC'è un sentimento dentro al romanzo “Caos calmo” di Sandro Veronesi, e lo si trova forse solo dopo aver scavato un po' (quello che ha fatto Nanni Moretti per fare suo il personaggio di Paladini?). Oltre a spiegare la suggestione e la tentazione esercitate su chi ha rischiosamente (un uomo, una panchina, una piazzetta davanti a una scuola) ambìto a concretizzarlo in cinema, suona anche come un'indicazione generale. E' il sentimento, o la condizione della pausa.La storia di Paladini contiene l'invito a fermarsi, a guardarsi, dentro di sé e ciascuno in faccia all'altro. Che cosa fa, per molte e molte pagine nel romanzo e in tutto il film, il suo protagonista rimasto improvvisamente e precocemente vedovo, decidendo di piantare (o di mettere in pausa) la sua brillante carriera manageriale e di piantarsi tutto il giorno davanti alla scuola della figlia di dieci anni, se non fermarsi, prendere una pausa, ascoltarsi e ascoltare? Dedicare tempo e attenzione a cose, pensieri e persone che la corsa a realizzarsi e produrre gli avevano fatto trascurare, sacrificare? Chi dicesse "che banalità!" sbaglia. Si parla della libertà, della libera scelta, dell'ascoltarsi e dell'ascoltare, del non isolarsi nel privilegio.Nel film sobriamente ma fermamente governato dalla regia di Antonello Grimaldi, Nanni Moretti dà la sua prima prova di totale uscita allo scoperto. Ha fatto e fa tante cose, ma sempre adattandole a sé. Qui, sebbene il personaggio sia stato relativamente morettizzato - ma diciamo che Moretti non si è avvicinato a Paladini più di quanto non sia avvenuto il contrario: si sono incontrati a mezza strada - è la prima volta che Moretti esce dal proprio terreno, e si espone del tutto.Al di là del suo uso promozionale (voluto dagli aventi interesse) la scena d'amore, anzi di sesso, tra Paladini ed Eleonora Simoncini (Isabella Ferrari) che nella sua crudezza (maggiore nel libro) ha sulla pagina come sullo schermo una ragione catartica, assume un valore esemplare e simbolico di questa svolta morettiana. Fuori dalla protezione e dalla riconoscibilità del suo universo. Un po' come l'uscita di piazza Navona sei anni fa.Moretti si dimostra attore a tutto tondo. Viene voglia di pensare che gli piaccia l'idea di somigliare a quei registi che hanno alternato le due posizioni, al di qua e al di là della cinepresa.Come John Cassavetes, faro di quel cinema innovativo che irruppe sulla scena dei primi anni 60 - caro alle radici morettiane - ma anche interprete indimenticabile di opere a lui estranee, da “Quella sporca dozzina” a “Rosemary's Baby”. O come Roman Polanski, che fa qui capolino in una brevissima apparizione. Il cast è tutto ben scelto e ben assortito, funzionale ai rispettivi ruoli anche se piccoli. Alessandro Gassman come fratello forma con Moretti una felice strana coppia, Valeria Golino dà l'impressione che non potesse essere che lei a dare corpo alla cognata di Paladini, scombinata, emotiva, spiazzante. Quello che, molto semplicemente, si dice un bel film.Paolo D’Agostini, La RepubblicaANTONELLO GRIMALDIFilmografia:Juke box (1983), Nulla ci può fermare (1990), La bionda (1993), Il cielo è sempre più blu (1995), Asini (1999), Un delitto impossibile (2000), Caos calmo (2007), All human rights for all (2008)