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Messaggi del 04/11/2018

Cineforum 2018/2019 | 6 novembre 2018

Post n°395 pubblicato il 04 Novembre 2018 da cineforumborgo
 
Foto di cineforumborgo

 

THE POST

Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura
: Liz Hannah, Josh Singer
Fotografia
: Janusz Kaminski
Musiche
: John Williams
Montaggio
: Michael Kahn, Sarah Broshar
Scenografia
: Rick Carter
Arredamento
: Rena DeAngelo
Costumi
: Ann Roth
Interpreti
: Meryl Streep (Katharine Graham), Tom Hanks (Ben Bradlee), Sarah Paulson (Tony Bradlee), Bob Odenkirk (Ben Bagdikian), Tracy Letts (Fritz Beebe), Bradley Whitford (Arthur Parsons), Bruce Greenwood (Robert McNamara), Matthew Rhys (Robert McNamara), Alison Brie (Lally Graham Weymouth), Carrie Coon (Meg Greenfield), David Cross (Howard Simons), Jesse Plemons (Roger Clark), Michael Stuhlbarg (Abe Rosenthal), Zach Woods (Tony Essaye), David Costabile (Art Buchwald), Pat Healy (Phil Geyelin), Stark Sands (Don Graham), Michael Cyril Creighton (Jake), Austyn Johnson (Marina Bradlee), James Riordan (Vice Ammiraglio Blouin), Rick Holmes (Rick Vincent Holmes) (Murray Marder), Tom Bair (William Rehnquist), Ben Livingston (Dennis Doolin), Deborah Green (Ann Marie Rosenthal), Peter Van Wagner (Harry Gladstein), Jessie Mueller (Judith Martin), Will Denton (Michael), Philip Casnoff (Chalmers Roberts), Neal Huff (Tom Winship), David Aaron Baker (Alexander Bickel), Jennifer Dundas (Liz Hylton), Kelly AuCoin (Kevin Maroney), Dan Bucatinsky (Joe Alsop), Deirdre Lovejoy (Debbie Regan), Juliana Davies (Katharine Weymouth)
Produzione
: Steven Spielberg, Amy Pascal, Kristie Macosko Krieger per Amblin Entertainment/Dream-works/Pascal Pictures/Star Thrower Entertainment
Distribuzione
: 01 Distribution
Durata
: 118’
Origine
: U.S.A., 2018
Data uscita: 1° febbraio 2018

1971: Katharine Graham è la prima donna alla guida del The Washington Post in una società dove il potere è di norma maschile, Ben Bradlee è lo scostante e testardo direttore del suo giornale. Nonostante Kay e Ben siano molto diversi, l'indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell'informazione con una fuga di notizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni. La lotta contro le istituzioni per garantire la libertà di informazione e di stampa è il cuore del film, dove la scelta morale, l'etica professionale e il rischio di perdere tutto si alternano in un potente thriller politico. I due metteranno a rischio la loro carriera e la loro stessa libertà nell'intento di portare pubblicamente alla luce ciò che quattro Presidenti hanno nascosto e insabbiato per anni.
Come “Lincoln” e “Il ponte delle spie”, anche il nuovo film di Spielberg è una rievocazione del passato americano, leggibile come metafora della politica interna attuale. La storia è nota: nel 1971 il New York Times era entrato in possesso di documenti che mostravano i retroscena del coinvolgimento degli Usa in Vietnam, ma il governo ne aveva proibito la pubblicazione. È a questo punto che entra in scena lo spregiudicato direttore del Washington Post (Tom Hanks), che sfida il divieto. Dopo qualche esitazione, lo appoggia l'editrice, Katharine Graham (Meryl Streep), che antepone le ragioni della verità ai propri rapporti personali (era buona amica di presidenti e politici, a cominciare dal segretario alla difesa McNamara). È in fondo la storia di un'ennesima perdita d'innocenza, che Spielberg racconta da maestro, sfruttando al meglio i contributi del direttore della fotografia Janusz Kaminski, della costumista Ann Roth e dei montatori Michael Kahn e Sarah Broshar. Il copione della giovane Liz Hannah è stato riscritto da Josh Singer (“Il caso Spotlight”, molti episodi di “West Wing”), e i dialoghi sembrano mettere a frutto la lezione delle serie tv. Teso dall'inizio alla fine, non esente da retorica, “The Post
” è esattamente il film che ci si poteva aspettare dal regista su un tema simile, quasi inquadratura per inquadratura. La differenza con le molte apologie cinematografiche del giornalismo è nella sua chiave raro: i momenti visivamente più forti sono i giornali che svolazzano, il ticchettare delle macchine da scrivere, il fumo delle sigarette, le copie fresche di stampa che planano sull'asfalto bagnato, lo scorrere delle rotative. Come a codificare visivamente il rimpianto di un mondo scomparso, o quanto meno situando nel passato quell'eroismo e quella capacità d'incidere nel Paese. Ma alla fine il vero protagonista del film è l'editrice interpretata da Meryl Streep, che domina la scena quando appare, spostando il baricentro del film verso un racconto di coraggio femminile. La descrizione del mondo di soli uomini, in cui la Streep entra in punta di piedi e un po' goffa, era stato scritto pensando a una vittoria elettorale della Clinton, ma nell'anno del caso Weinstein prende un significato imprevisto. Noi fan dell'attrice ci mettiamo comodi per goderci i suoi virtuosismi, come si va all'opera aspettando le finezze del grande soprano: l'inciampare accennato, i movimenti delle mani, le esitazioni e i colpetti di tosse dell'"attrice più sopravvalutata d'America" (secondo Trump), giunta alla ventunesima nomination agli Oscar.
Emiliano Morreale, La Repubblica

Grande cinema, forse appesantito dai suoi doveri etici (la libertà di stampa come condizione base della democrazia è una lezione che peraltro abbiamo appreso almeno da “L’ultima minaccia del 1952”, di Richard Brooks con Bogart) che comunque brilla - a intermittenza - della genialità di un autore galantuomo e professionalmente coscienzioso, vedi l’inizio nel cuore della guerra tutto o quasi solo immagini senza parlato e montaggio (ottimo, di Michael Kahn e Sarah Broshar) o quando la porta dello studio di Bradlee si spalanca e ci mostra il concitato lavoro contro il tempo di un gruppo di firme del Washington Post per riordinare la marea di materiale dei Pentagon Papers che gli è disordinatamente arrivata e disposta a mucchietti sul pavimento.
Dentro una battaglia democratica che sentiamo incondizionatamente nostra, retorica compresa, si agita anche il sotterraneo conflitto personale di una signora high society, Katie Graham, accettata con sufficienza in quanto ‘sesso debole’ dallo stesso suo consiglio di amministrazione («Una donna che predica è come un cane che cammina sulle gambe posteriori»), apparentemente impacciata e sempre inappuntabilmente educata, ma capace di resistere con integrità d’animo a ogni tipo di pressione: «Confermo la mia decisione… e vado a letto». Qualche truce la definirebbe come tipica radical chic, per noi è solo ammirevole, come ammirevole è l’interpretazione di Meryl Streep (osservare come cesella la timidezza del personaggio, persino la sua imprevedibile goffaggine: è pura delizia per cinefili) al suo debutto alla corte di Re Mida Steven, mentre per Tom Hanks, qui nei panni che nello straordinario “Tutti gli uomini del Presidente
” indossò Jason Robards, è già la quinta volta, apparendo comunque come sempre diverso e convincente.
Massimo Lastrucci, Ciak

STEVEN SPIELBERG
Filmografia
:
The Last Gun (1959), Fighter Squad (1961), Escape to Nowhere (1961), Firelight (1964), Slipstream (1967), Amblin' (1968), Duel (1971), Colombo: un giallo da manuale (1971), Qualcosa di diabolico (1972), Savage (1973), Sugarland Express (1974), Lo squalo (1975), Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), 1941 - Allarme a Hollywood (1979), I predatori dell'Arca Perduta (1981), E.T. l'extraterrestre (1982), Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), Il colore viola (1985), L'impero del Sole (1987), Always - Per sempre (1988), Indiana Jones e l'ultima crociata (1989), Hook - Capitan Uncino (1991), Schindler's List - La lista di Schindler (1993), Jurassic Park (1993), Amistad (1997), Il mondo perduto: Jurassic Park (1997), Salvate il soldato Ryan (1998), The Unfinished Journey (1999), A.I. Intelligenza artificiale (2001), Prova a prendermi (2002), Minority Report (2002), The Terminal (2004), La guerra dei mondi (2005), Munich (2005), Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo (2008), War Horse (2011), Le avventure di Tintin - Il segreto dell'Unicorno (2011), Lincoln (2012), Il ponte delle spie (2015), Il GGG - Il Grande Gigante Gentile (2016), The Kidnapping of Edgardo Mortara (2017), Ready Player One (2018), The Post (2018)

Martedì 13 novembre 2018:
QUELLO CHE NON SO DI LEI
di Roman Polanski, con Emmanuelle Seigner, Eva Green, Vincent Perez, Josée Dayan, Camille Chamoux

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

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