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Messaggi del 10/03/2019

Cineforum 2018/2019 | 12 marzo 2019

Foto di cineforumborgo

LA TRUFFA DEI LOGAN

Titolo originale: Logan Lucky
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Rebecca Blunt
Fotografia: Peter Andrews (Steven Soderbergh)
Musiche: David Holmes
Montaggio: Steven Soderbergh
Scenografia: Howard Cummings
Arredamento: Barbara Munch
Costumi: Ellen Mirojnick
Effetti: Josh Hakian, Christina Mitrotti, Lesley Robson-Foster, Shade VFX
Interpreti: Adam Driver (Clyde Logan), Channing Tatum (Jimmy Logan), Daniel Craig (Joe Bang), Katie Holmes (Bobbie Jo Chapman), Hilary Swank (Agente Speciale Sarah Grayson), Seth MacFarlane (Max Chilblain), Riley Keough (Mellie Logan), Katherine Waterston (Sylvia Harrison), Dwight Yoakam (Burns), Sebastian Stan (Dayton White), Brian Gleeson (Sam Bang), Jack Quaid (Fish Bang)
Produzione: Gregory Jacobs, Mark Johnson, Channing Tatum, Reid Carolin per Fingerprint Releasing, in associazione con Bleecker Street
Distribuzione: Lucky Red in associazione con 3 Marys Entertainment
Durata: 119'
Origine: U.S.A., 2017
Data uscita: 31 maggio 2018

Nel tentativo di risollevare le sorti della famiglia, i fratelli Jimmy e Clyde Logan si organizzano per mettere a segno una rapina alla Charlotte Motor Speedway, durante la leggendaria gara di auto Coca-Cola 600 e per attuare l'ambizioso piano ricorrono all'aiuto dell'esperto in esplosioni Joe Bang. Proprio quando sembra che il colpo del secolo sia stato portato a termine, un'inarrestabile agente FBI, Sarah Grayson, inizia a ficcare il naso sulla scena del crimine, sospettando di tutto e di tutti coloro che incontra.
(……) Il prolifico ed eclettico Steven Soderbergh con “La truffa dei Logan” realizza una sorta di remake della saga di Ocean tradotta nel contesto proletario e popolare della West Virginia e della North Carolina.
I Logan sono due fratelli e una sorella che, per risollevare le proprie condizioni economiche e in qualche modo anche identitarie e per ribellarsi ad un’esistenza fino a quel momento non particolarmente soddisfacente, organizzano una rapina alla Charlotte Motor Speedway, autodromo della North Carolina, nel giorno in cui si svolge l’importante corsa della Coca-Cola 600, uno degli eventi più seguiti della zona. Per portare a termine il colpaccio chiedono aiuto all’esperto di esplosivi Joe Bang (Daniel Craig), che presenta solo il problema di essere chiuso in prigione. Parte così un variegato, complesso e stravagante piano che unisce l’approccio scientifico, come direbbe un celebre ladruncolo della storia del cinema, all’improvvisazione, dimostrandosi estremamente funzionale e in qualche modo esaltando i caratteri delle varie maschere - dai bifolchi non propriamente furbi all’operaio tutto d’un pezzo e dalla forte moralità fino al galeotto abile e un po’ cialtrone - che partecipano alla rapina. Steven Soderbergh conferma di essere Steven Soderbergh; cioè un regista in grado di manipolare con estrema perizia e in maniera decisamente efficace ogni materiale (leggasi: genere cinematografico) che gli capita sotto mano. Che il film sia decisamente riuscito o che sia ‘solo’ più che discreto - come nel caso de “La truffa dei Logan” -, le opere di Soderbergh funzionano, divertono e contribuiscono a cogliere ‘lo stato della nazione’, intercettando, in maniera lì più approfondita (“Magic Mike” ed “Effetti collaterali”, per fare due esempi) e qui più accennata (“Contagion”), questioni decisive della contemporaneità e dell’autopercezione del popolo statunitense. Ne “La truffa dei Logan” la cosiddetta ‘White trash’ è raccontata con un misto di gentile ironia e di affetto; il film è anzi in qualche modo una parabola di orgoglioso riscatto identitario, come la soluzione finale dimostra, (……), che forse rimane un po’ troppo a metà del guado che divide il film senza pretese da quello con qualche pretesa, ma che diverte e affeziona.
Edoardo Peretti, Mediacritica.it

Steven Soderbergh è conforme ai ritratti che i suoi film disegnano: inafferrabile, contraddittorio, furfante, frivolo, urla a gran voce il suo stato d’autore ma riflette prima di tutto quello di produttore. Indie affollato di star, che ‘ruba’ alle major per dare ai poveri (non di spirito) e creare a piacere un blockbuster, “Logan Lucky” è azzardo puro, rischio (in)calcolato e scommessa commerciale affondata in West Virginia, lo stato dove Donald Trump ha raccolto una delle percentuali più alte. Impiegando la memoria cinematografica come patrimonio vivo (capace di produrre ancora senso) di frammenti e di ricordi, di storie utili ma non necessarie, Soderbergh realizza un heist-movie esilarante capace di scardinare le regole esclusivamente verticali dell’industria cinematografica. E lo fa a partire dalla trama: i fratelli (e sorella) Logan progettano una rapina per svuotare le casse della National Association for Stock Car Auto Racing, serie motoristica e modello di business faraonici.
A stretto contatto con i paesaggi e le attività ricreative locali (corse NASCAR, fiere, concorsi mini-miss e canzoni di John Denver che in Virginia ci è passato il tempo di una ballata), i Logan soffrono tutti e due una disabilità dominata con virtuosità. Mossi da un dilatato bisogno di sopravvivere senza dannarsi troppo l’anima, reclutano un mucchio selvaggio, antieroi marginali che riescono a falsare e farsare ogni situazione, virando verso i luoghi delle gag anche i momenti più tesi. Tra Channing Tatum, corpo erotico convertito in bravo ragazzo (“Magic Mike”) e Adam Driver, reclutato nella grande armata degli attori al servizio di avventure dallo charme tenace, si accomoda Daniel Craig, corpo iper-competente che la finzione mette alla prova. Pescato in un carcere dove i detenuti indossano tutti una divisa a strisce bianche e nere come nei vecchi fumetti, l’attore inglese prende la sua immagine in contropiede. Joe Bang, duro platinato che pratica la chimica e sa sempre come uscire da un vicolo cieco, potrebbe essere un rivale di Bond, eroe conservatore e maschio assoluto che Craig rovescia in bandito sbrecciato percorso dall’unico desiderio di intascare soldi facili.
Piccolo budget e cast da sogno, "Logan Lucky" strizza l’occhio agli ‘undici’ di Ocean, (ri)prendendosi il piacere di mostrare i trucchi che nasconde. In attesa di vedere se Soderbergh smetterà di fare film come dichiara a intervalli, registriamo la nuova pietra di un edificio filmico aperto e generoso, strumento di intrattenimento che non ha alcun scopo al di fuori della sua stessa intima essenza.
Marzia Gandolfi, Cinematografo.it

STEVEN SODERBERGH
Filmografia
:
Sesso, bugie e videotape (1989), Delitti e segreti (1991), Piccolo, grande Aaron (1993), Torbide ossessioni (1995), Out of Sight (1998), L'inglese (1999), Erin Brockovich - Forte come la verità (2000), Traffic (2000), Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco (2001), Full Frontal (2002), Solaris (2002), Eros (2004) (ep."Equilibrio"), Ocean's Twelve (2004), Bubble (2005), Intrigo a Berlino (2006), Ocean's 13 (2007), Che - Guerriglia (2008), Che - L'Argentino (2008), The Girlfriend Experience (2009), The Informant! (2009), Contagion (2011), Knockout - Resa dei conti (2011), Magic Mike (2012), Dietro i candelabri (2013), Effetti collaterali (2013), A Confederacy of Dunces (2014), The Knick (2014), La truffa dei Logan (2017), Unsane (2018)

Martedì 19 marzo 2019:
DOGMAN
di Matteo Garrone, con Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Nunzia Schiano, Adamo Dionisi, Francesco Acquaroli


 

 
 
 
 
 

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Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

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