Il Cinema è Vita

La ricostruzione dei fatti presentata nel film nasce dalle diverse testimonianza, ottenute attraverso le registrazioni delle comunicazione telefoniche tra i passeggeri e i loro parenti, e le diverse interviste dirette di questi ultimi. Nella pellicola di Greengrass si tenta di ricostruire gli ultimi 90 minuti di vita dei passeggeri, dell'equipaggio e degli assistenti di volo in una prospettiva che tenta di eliminare dal racconto ogni retorica ed ogni faziosità in modo da dar vita ad un'opera politicamente corretta.

Il cineasta esplora insomma i fatti, raccontando la storia delle vittime, ignare di quanto stesse loro per capitare, che si trovavano a bordo del Boeing 757 in volo verso San Francisco. In quei novanta minuti, fatali per i passeggeri, ma anche per il mondo che si trovava al di fuori di quella carlinga, si racconta il dolore, ancora oggi vivo, delle famiglie dei 40 passeggeri e dell'equipaggio.

"Una delle ragioni per cui United 93 esercita un così grande potere sulle nostre immaginazioni - ha spiegato Greengrass - è dato dal fatto che non sappiamo esattamente cosa sia successo. Chi, tra noi, non pensa a quel giorno domandandosi come deve essere stato e come avrebbe reagito?". Per rendere vere le scene, il regista, anche produttore, si è servito di interpreti di alto livello. Nel cast erano infatti presenti bravi attori, ma anche veri assistenti e controllori di volo che hanno saputo dare alla pellicola quel pizzico di veridicità necessaria a creare delle istantanee vivide e realistiche degli uomini e delle donne realmente a bordo del Volo 93.

Tutti si sono avvicinati al tema del film con la massima sensibilità, tenendo ben presenti nelle loro menti due obiettivi principali: onorare la memoria delle persone che interpretavano e arrivare a, come dice Greengrass, "una verità credibile" ("a believable truth") di ciò che accadde nel corso dei minuti di volo.

da Tiscali - cinema