CINEMA PARADISO

Ken e i pescatori di Orbetello: "Vendiamo storie non solo pesce"


Aggiornato il 15 febbraio 2014Presentato nella sezione Culinary cinema il documentario "I cavalieri della Laguna" di Walter BenciniTra le immagini da ricordare della Berlinale 2014, la stretta di mano tra il regista paladino della working class Ken Loach, premiato con l'Orso alla carriera e i pescatori di Orbetello, al centro del bel documentario I cavalieri della Laguna di Walter Bencini, presentato nella sezione Culinary Cinema. 
Loach, pugno chiuso alzato, riceve l'Orso d'oro alla carriera alla BerlinaleDopo Jonathan Nossiter e Natural Resistence (doc su quattro italiani che per fare il vino guardano ai metodi antichi) ecco il film sui pescatori toscani sulla storia, umanissima e poetica, di una comunità di pescatori, che per continuare ad esistere ha saputo rinnovarsi. Guardando al passato è diventata avanguardia per filosofica produttiva e attenzione alimentare che l'ha resa presidio di Slow Food. "Noi pescatori non lavoriamo in modo meccanico. La sera guardiamo il cielo per capire il giorno dopo cosa andare a pescare. Di notte non dormimo per ascoltare il vento e la pioggia, e capire quanta pesca ci sarà il giorno dopo. La natura non regala certezze", racconta uno dei pescatori arrivati a Berlino (Sergio Amenta, "il Topo", ex buttafuori e capo della ciurma, Marco Giudici, l'isolazionista detto "Nocetta", e Francesco Mengoni, il moltiplicatore di pesci detto "Gesù") per accompagnare il doc, in rappresentanza dei 58 cavalieri della pesca riuniti nella Cooperativa La Peschereccia. Coop che possiede un laboratorio per la lavorazione, gestisce uno spaccio e un mercato del pesce, alleva avanotti di spigola e orata per il ripopolamento, producono bottarga, filetti affumicati di cefalo e anguilla e dove la sera, nel loro ristorante affacciato sulla laguna, viene servito il pescato. "Non si compra solo un prodotto, ma anche una storia", spiega Pier Luigi Piro, presidente della Cooperativa. Nella laguna di Orbetello l'arte di conservare il pesce è stata introdotta dagli spagnoli, che già nel Cinquecento affumicavano anguille e condivano i pesci con l'escabece, salsa calda a base di aceto, rosmarino, aglio e peperone. E a Orbetello ancora oggi si prepara l'anguilla scavecciata, l'anguilla 'sfumata' (affumicata) come la bottarga (dall'arabo botarikh, che significa uova di pesce salate). Ad accompagnare la proiezione del film-documentario a Berlino ci sono il regista e tre dei protagonisti pescatori: Sergio Amenta, "il Topo", ex buttafuori e capo della ciurma, Marco Giudici, l'isolazionista detto "Nocetta", e Francesco Mengoni, il moltiplicatore di pesci detto "Gesù". "Con questa crisi economica senza precedenti - spiega il regista - per me diventa fondamentale mettere in luce e promuovere dei modelli produttivi alternativi. La logica delle piccole realtà locali come questa, in un mondo globalizzato fatto di cifre astronomiche, può sembrare insignificante, anacronistica, eppure secondo il mio punto di vista è l'unica via percorribile, se si vuole ritrovare un rapporto armonico con la nostra madre terra. Questa comunità deve affrontare delle problematiche che sono comuni a tante altre realtà del mondo". "Quella di fare questo documentario  -  rivendica  -  è stata anche una scelta politica. Che mi ha regalato però la possibilità di vivere un'esperienza umana profonda, conoscere questi uomini duri ma capaci di profonda ironia, e soprattutto di grande orgoglio e consapevolezza del proprio mestiere".