CINEMA PARADISO

"Il ragazzo invisibile" di Salvatores, piccolo supereroe alla sfida della vita


Michela Greco01/07/2014
RICCIONE - "Credo che ognuno di noi abbia desiderato essere invisibile una volta o l'altra, oppure ci sia sentito perché non se lo filava nessuno, e nella società dell'immagine di oggi, in cui siamo tutti esposti sui social network, è ancora più interessante che il superpotere consista nello scomparire". Parola di Gabriele Salvatores, che al Ciné di Riccione  - di cui CinecittàNews è media partner -  ha svelato alcune anticipazioni su Il ragazzo invisibile, il suo nuovo film prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, coprodotto da Faso Film e Babe Films, il cui arrivo in sala è previsto per l'11 dicembre con 01 Distribution. Un film che, come ci ha abituato il regista premio Oscar, esplora un territorio inconsueto per il nostro cinema, quello dei supereroi, "ma sono i supereroi visti con i nostri occhi - avverte Salvatores - ovvero un po' più attenti alla quotidianità, ai sentimenti e alla realtà rispetto a quelli americani, che puntano tutto sullo spettacolo. Qui lo spettacolo c'è, ma mentre i supereroi americani devono combattere altri supereroi e distruggere mondi, qui la vera sfida sta nell'avventura più difficile, che è la vita, il diventare adulti, il passare dal principio di desiderio al principio di realtà. E nel passaggio all'età adulta decidere se rimanere un supereroe o diventare un uomo normale, cosa più difficile". Un tema, quello della crescita, che d'altra parte è molto caro al regista. Il supereroe in questione è il tredicenne Michele (interpretato dall'esordiente Ludovico Girardello, "scelto tra centinaia con il criterio della sincerità") che cresce a Trieste sferzato dalla bora e dal bullismo dei suoi compagni, oscillando tra il desiderio di essere invisibile e la frustrazione di non essere visto dalla ragazzina di cui si è infatuato, Stella (Noa Zatta). Finché un giorno non diventa davvero invisibile. A colpi di effetti speciali, naturalmente. "Quando abbiamo fatto Nirvana ci prendevano tutti in giro per l'uso degli effetti speciali, ed eravamo nel 1996. Quando poi il film è uscito negli Stati Uniti, lì hanno detto che volevano conoscere chi aveva fatto quegli effetti così belli. Siamo uno strano Paese: a volte ci sopravvalutiamo, come nel calcio, a volte ci sottovalutiamo e non è bello. Bisogna credere di più in noi stessi". E in questo film - interpretato anche da Valeria Golino, Ksenia Rappoport e Fabrizio Bentivoglio - decisamente ci si è creduto, se è vero che è accompagnato da un concorso riservato ai giovani musicisti per realizzare la canzone del film e dalla realizzazione di tre albi a fumetti in formato comic book che diventeranno un unico libro e la cui prima uscita è prevista il 30 ottobre al Lucca Comics & Games. "Da ragazzo i primi film che mi hanno entusiasmato sono stati I magnifici sette, Lawrence d'Arabia e i grandi film americani di avventura - confessa poi Salvatores - I miei primi supereroi sono stati Corto Maltese e Mandrake. Tra i più recenti mi è piaciuto molto il primo Uomo ragno e l'ultimo Capitan America". Questi ultimi sicuramente più vicini al trio di sceneggiatori trenta-quarantenni che ha affiancato il regista:Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, scelti come compagni di invenzioni perché "come diceva Miles Davis - dice il regista - se vuoi rimanere interessante devi suonare con gente più giovane di te". Accanto a quelli di carta e di celluloide, però, i veri, eroi secondo Salvatores "sono quelli che riescono a vivere, a tirare su un figlio. Tutti noi siamo un po' supereroi se riusciamo a vivere questa vita".