CINEMA PARADISO

Pietro Germi, il ricordo a 40 anni dalla scomparsa


Nell'anno del centesimo anniversario dalla nascita del regista
FOTOPietro Germi è uno dei registi italiani più conosciuti e amati nel mondo, autore di grandi successi internazionali e vincitore tra l’altro di un Oscar per la migliore sceneggiatura (Divorzio all’italiana) e della Palma d’oro a Cannes (Signore & signori). Autentico maestro del cinema italiano, capace di suscitare il riso e il pianto, volteggiando dalla commedia al dramma con mano leggera. Un regista dal tratto inconfondibile, pur nella varietà dei temi trattati, come dichiarò nel 1964: "A me piace cambiare, mi annoio a fare lo stesso film. Un regista è una chitarra, sulla quale si possono suonare diverse arie, allegre o tristi, ma la risonanza sarà sempre quella, a meno che a un certo punto la cassa armonica non si incrini e la chitarra non suoni più. Ma finché la cassa è buona, c'è la possibilità di suonare cose diverse su una stessa chitarra".Nell’anno del centesimo anniversario della nascita della sua nascita (14 settembre 1914), e del quarantennale della sua morte (4 dicembre 1974), il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale ricorda uno dei suoi allievi più prestigiosi, con un convegno di due giorni, e un’altra giornata di studi in collaborazione con l’Università degli studi di Genova (11 dicembre), nella sua città natale. I maggiori studiosi italiani faranno il punto sul cinema di Pietro Germi, leggendone il legame con il neorealismo e la commedia all’italiana, con la sinistra e il mondo cattolico, con i generi dal western al noir al mélo. Si ripercorreranno tra l’altro i rapporti con le fonti letterarie, l’interesse per il Sud e per l’evoluzione della famiglia italiana, ma anche la peculiare fisionomia dell’attore Germi in film propri e altrui.