CINEMA PARADISO

Attentato Charlie Hebdo: ai miei amici giornalisti, massacrati da huffingtonpost.it


Pubblicato: 07/01/2015 22:36 CET Aggiornato: 07/01/2015 23:05 CET
Sono morti degli amici. Firme che conoscevamo non esistono più, vittime di una barbarie indicibile. Degli uomini sono stati liquidati. Abbattuti come cani, anzi, come mai ci permetteremmo di ammazzare dei cani.Un giornale decapitato. Non importa quando: nel giorno della riunione di redazione, della quale gli assassini erano stati evidentemente informati.E non importa quale giornale: è quello che aveva spinto più lontano la voglia di trasgressione della schiera dei benpensanti. Il giornale che lottava affinché la caricatura e la blasfemia nei confronti di tutti i dogmi potessero rimanere sacri nel Paese della laicità e della libertà.Erano nostri compagni. Erano miei amici. Cabu, il tenero Jean Cabu che ha accompagnato i miei primi passi nella televisione, saluto con dolore il tuo ricordo, tu che eri il timido, l'idignato, l'inquieto, l'eterno studente con lo strano taglio di capelli, dal disegno allo stesso tempo gentile e salace. Mai crudele, eppure sempre mordace per arrivare là dove bisognava fare il solletico ai potenti, l'esercito, i preti di tutte le religioni.Penso alla sua famiglia, alla sua compagna che abbraccio con immensa tristezza, ai suoi amici tra i quali c'ero anch'io.Perseverare, resistere, disegnare, ridere di tutto: è quello che hanno fatto nonostante le avversità i giornalisti del "Charlie Hebdo" ed è quello che ci resta da fare per dire a coloro che sono morti quanto li ammiravamo per il loro talento e per il loro desiderio di libertà.Questa libertà ha un prezzo, dimentichiamo a volte che può essere molto alto e non si riassume con uno slogan desueto.Questa libertà ha una necessità: proteggere la pace civile, a qualunque costo, non accettare che la nostra volontà di vivere tutti insieme dentro questa Francia privilegiata sia sporcata dal sospetto, dall'odio, dalla confusione. Il resto ormai è marginale.