06 maggio 2015Domenico Misciagna108 Oggi 6 maggio cade il centenario della nascita di Orson Welles. Un autore che voglio ricordare e col quale voglio anche un po' arrabbiarmi. Come tutti i geni che irrompono in un'arte e ci fanno all'improvviso notare che – guarda un po' – si può usare anche in un altro modo, Orson Welles mi ha danneggiato.Il suo primo Quarto potere (1941), per molti il film migliore della storia del cinema, ha fatto irruzione nella mia vita quando avrò avuto sedici anni, con una videocassetta comprata in edicola e un interrogativo: ma che c'era poi di così particolare in Quarto potere? Perché dovremmo pure ammettere che, se non si è addestrati a contestualizzare storicamente l'audiovisivo, sembra solo una bella storia. Capii approfondendo che la sua grandezza la potevo vedere, più che nel film stesso, nella mia quotidianità. Non notavo nulla di particolare, perché il particolare di Quarto potere era diventato la norma dell'immagine e del suono contemporanei: camera piazzata liberamente, luci non per forza di cose diffuse e a volte espressioniste, profondità di campo, accostamenti di montaggio arditi, movimenti di macchina inaspettati. Chi abbia dentro di sè la voglia di creare arte, sa che ci saranno tre sbocchi: 1) Fallire miseramente; 2) Cavarsela dignitosamente; 3) Riuscire. Lo sbocco di Orson Welles è stato riformare l'arte stessa, da subito. Non l'ho posto in lista, perché è fuori scala. Orson l'ha messo in pratica a 25 anni (!!!), lo ringraziamo, però ha fatto male a lui e ad alcuni di noi.
Orson Welles: cento anni dalla nascita di un maledetto rivoluzionario da comingsoon
06 maggio 2015Domenico Misciagna108 Oggi 6 maggio cade il centenario della nascita di Orson Welles. Un autore che voglio ricordare e col quale voglio anche un po' arrabbiarmi. Come tutti i geni che irrompono in un'arte e ci fanno all'improvviso notare che – guarda un po' – si può usare anche in un altro modo, Orson Welles mi ha danneggiato.Il suo primo Quarto potere (1941), per molti il film migliore della storia del cinema, ha fatto irruzione nella mia vita quando avrò avuto sedici anni, con una videocassetta comprata in edicola e un interrogativo: ma che c'era poi di così particolare in Quarto potere? Perché dovremmo pure ammettere che, se non si è addestrati a contestualizzare storicamente l'audiovisivo, sembra solo una bella storia. Capii approfondendo che la sua grandezza la potevo vedere, più che nel film stesso, nella mia quotidianità. Non notavo nulla di particolare, perché il particolare di Quarto potere era diventato la norma dell'immagine e del suono contemporanei: camera piazzata liberamente, luci non per forza di cose diffuse e a volte espressioniste, profondità di campo, accostamenti di montaggio arditi, movimenti di macchina inaspettati. Chi abbia dentro di sè la voglia di creare arte, sa che ci saranno tre sbocchi: 1) Fallire miseramente; 2) Cavarsela dignitosamente; 3) Riuscire. Lo sbocco di Orson Welles è stato riformare l'arte stessa, da subito. Non l'ho posto in lista, perché è fuori scala. Orson l'ha messo in pratica a 25 anni (!!!), lo ringraziamo, però ha fatto male a lui e ad alcuni di noi.