CINEMA PARADISO

Perché sbagliano i sindaci che si oppongono alle riprese di Gomorra 2 da la stampa


Gli amministratori temono che le loro realtà siano condannate a essere ricordate come terre della malavita. Ma la realtà è peggio della fiction
Una scena della serie tv Gomorra«Siamo nel pieno di una battaglia per ripristinare la legalità. Ho i miei vigili urbani, impegnati nei controlli, aggrediti per strada. Associare Giugliano a Gomorra 2 sarebbe sbagliato. Mia figlia è stata avvicinata da un suo coetaneo: “Tuo padre il sindaco ha impedito di girare Gomorra? Gli tirerei un calcio in bocca...”». Si sfoga Antonio Poziello, uno dei sindaci che ha detto no alle riprese della seconda serie di Gomorra, la fiction andata in onda su Sky. Ieri pomeriggio il primo ciak a Scampia, Napoli. Il presidente della Municipalità, Angelo Pisani (il legale amico di Diego Armando Maradona), arriva a dire che la fotografia di Scampia scattata da Gomorra «è vecchia di dieci anni. Oggi Scampia è liberata. Gomorra 2 è solo una operazione di marketing. Con l’aggravante che la serie TV ha prodotto e produrrà un effetto emulativo. Un ritorno al passato».   Anche il sindaco di Afragola, Mimmo Tuccillo, paesone alle porte di Napoli, ha detto no alle riprese a Salicelle, un quartiere dormitorio nato con il post-terremoto del 1980. «La camorra? Certo che c’è. Ma non ho voluto condannare Salicelle al marchio di Gomorra. Proprio questa amministrazione - si giustifica - è impegnata in quel quartiere in un progetto di recupero, riqualificazione e integrazione e questo sforzo va rispettato». Insomma, niente Gomorra (2). Del resto quando il presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, ha parlato di camorra come elemento costitutivo di Napoli è partita un’autodifesa della città troppo interessata.    È sempre stato così. La Napoli del sottoproletariato viveva di espedienti e contrabbando di sigarette negli anni Settanta. Ed era tollerata dal ceto politico amministrativo e dagli imprenditori impegnati in ben altre illegalità. Oggi arrestano imprenditori, amministratori locali, politici regionali per collusioni con Gomorra (e altre retate clamorose si annunciano). Tutto questo avviene nei comuni dell’area metropolitana di Napoli. La realtà è ben più grave della fiction. I territori dell’area metropolitana sono un immenso supermarket di droga. Lo Stato fa arresti e retate. E gli spazi lasciati vuoti diventano pretesto per guerre di potere con morti e feriti. Solo a Napoli, dall’inizio dell’anno ci sono stati 21 omicidi di camorra.  Questa è una criminalità, per dirla con un pm antimafia, «deideologizzata e destrutturata». Una forma di gangsterismo urbano unito a un cartello diffuso di spacciatori di droga. L’ala militare della camorra legata a Cosa Nostra, i Casalesi, è stata sconfitta. Ma è riuscita a clonarsi. Ha passato il testimone a un gruppo di imprenditori mafiosi che a loro volta hanno cooptato amministratori locali, politici e funzionari pubblici. Sparare contro Gomorra 2 è un po’ voler nascondere quel buco nero che sempre di più sta diventando una voragine.