da everyeyeSebbene già il cinema western (soprattutto quello made in USA) avesse provveduto, quasi da sempre, ad affrontare la tematica, è impossibile negare che sia stato soprattutto in seguito al successo ottenuto da Il giustiziere della notte (1974) con Charles Bronson che la celluloide ha cominciato a popolarsi di individui interessati a fare piazza pulita di esponenti della criminalità, fornendo allo spettatore quella certa liberatoria sensazione di vendetta portata a compimento.Un sottogenere accentuatosi ancor di più nell'ambito della Settima arte degli anni Ottanta, quando non solo, complici storici lungometraggi con protagonisti forzuti big men del calibro di Sylvester Stallone ed Arnold Schwarzenegger, si diffuse il cosiddetto machismo reaganiano, ma in televisione fecero la loro apparizione serie come The equalizer, trasmesso in Italia con il titolo Un giustiziere a New York.Lo stesso The equalizer da cui prende le mosse il cineasta Antoine Fuqua per concepire - su script del Richard Wenk regista dell'horror Vamp (1986) e sceneggiatore de I mercenari 2 - The expendables (2012) - questo suo ritorno al grande schermo dopo l'avvincente Attacco al potere - Olympus has fallen (2013), che già sembrava rispolverare in maniera evidente il sentimento giustizialista dell'epoca di Rambo e Terminator; anche se, dando conferma di quanto sopra osservato, dichiara: "Ho considerato questo film come un ritorno al passato, sulla scia dei film western di Sergio Leone. C'è un antieroe, in una lotta, tendenzialmente riluttante e restìo ad impugnare una pistola... ma, quando ha la possibilità di aiutare gli altri, non esita a farlo. Usa tutte le sue abilità a tal fine".AdvertiseIl russo e il nero
The equalizer
da everyeyeSebbene già il cinema western (soprattutto quello made in USA) avesse provveduto, quasi da sempre, ad affrontare la tematica, è impossibile negare che sia stato soprattutto in seguito al successo ottenuto da Il giustiziere della notte (1974) con Charles Bronson che la celluloide ha cominciato a popolarsi di individui interessati a fare piazza pulita di esponenti della criminalità, fornendo allo spettatore quella certa liberatoria sensazione di vendetta portata a compimento.Un sottogenere accentuatosi ancor di più nell'ambito della Settima arte degli anni Ottanta, quando non solo, complici storici lungometraggi con protagonisti forzuti big men del calibro di Sylvester Stallone ed Arnold Schwarzenegger, si diffuse il cosiddetto machismo reaganiano, ma in televisione fecero la loro apparizione serie come The equalizer, trasmesso in Italia con il titolo Un giustiziere a New York.Lo stesso The equalizer da cui prende le mosse il cineasta Antoine Fuqua per concepire - su script del Richard Wenk regista dell'horror Vamp (1986) e sceneggiatore de I mercenari 2 - The expendables (2012) - questo suo ritorno al grande schermo dopo l'avvincente Attacco al potere - Olympus has fallen (2013), che già sembrava rispolverare in maniera evidente il sentimento giustizialista dell'epoca di Rambo e Terminator; anche se, dando conferma di quanto sopra osservato, dichiara: "Ho considerato questo film come un ritorno al passato, sulla scia dei film western di Sergio Leone. C'è un antieroe, in una lotta, tendenzialmente riluttante e restìo ad impugnare una pistola... ma, quando ha la possibilità di aiutare gli altri, non esita a farlo. Usa tutte le sue abilità a tal fine".AdvertiseIl russo e il nero