CINEMA PARADISO

Valeria: una di noi. Come ricordarla? Spronando per la cultura e la ricerca! da huffingtonpost


Pubblicato: 16/11/2015 10:50 CET Aggiornato: 16/11/2015 10:51 CET
Parlare di la ragazza italiana uccisa al Bataclan, significa anche parlare degli altri giovani morti a Parigi, giovani donne e uomini della nostra età. Moltissimi, troppi. Come sono troppi in ogni parte del mondo i giovani che muoiono sotto l'odio omicida del terrorismo, delle guerre fratricide, delle guerre tra Stati.Valeria era una studiosa, lavorava (di lavoro si tratta) come dottoranda di ricerca alla Sorbona e studiava sociologia e demografia, con particolare interesse per le politiche familiari e l'empowerment femminile. Valeria era anche volontaria di Emergency e si occupava dei più deboli, dei più fragili ed emarginati. Le riviste per cui aveva cominciato a pubblicare interventi di ricerca oggi la ricordano ripubblicando i suoi scritti e le sue analisi.Mi ha colpito la dignità degli splendidi genitori di Valeria, che oggi l'hanno descritta e ricordata come studiosa: mi ha colpito perché pur non conoscendola è stata una collega. Chi fa un dottorato sa che gli è affidato uno dei compiti più difficili ed ingrati del mondo, tanto più nelle scienze sociali e nelle scienze umane. Fare ricerca dà senso all'esistenza o a una parte di essa.Ci sono giorni (troppi in questi tempi grami) in cui non si riesce a capire esattamente l'utilità sociale della ricerca, perché la società veicola messaggi deleteri che fanno valere di più un lauto conto in banca piuttosto che la sete della conoscenza. Ma ricordiamoci che se via d'uscita vi è da quella doppiezza che caratterizza l'animo umano capace di vette e aberrazioni, ebbene quella via è lo studio, la conoscenza, la cultura. Lo studio e conoscenza sono oggi troppo vituperati dai governi (anche quelli europei): nell'attuale crisi gli Stati sembrano più impegnati a lasciare vendere le armi ai regimi autoritari e anche all'ISIS piuttosto che a studiare nel profondo dove affondino le radici di questi movimenti terroristici e a sconfiggerli con l'unica vera arma, ovverosia il cambiamento culturale.La tua esistenza di persona, cara Valeria è da contemplare, la tua vicenda di studiosa ci dà forza di continuare ostinatamente a voler comprendere che cosa accade e perché in questo sporco mondo malato. Il tuo ricordo sarà tanto più vivo quanto più ciascuno di noi insisterà caparbiamente a chiamare in causa ogni governo ad impegnarsi per la conoscenza e la ricerca. Grazie per il tuo esempio Valeria."Il lavoro della memoria deve lasciar rifluire verso di noi l'ossessione della barbarie" (Edgar Morin)