CINEMA PARADISO

TRE MOSTRE PER RACCONTARE 85 ANNI DI UNIONE SOVIETICA da tpi.it


Tre artisti in mostra alla Galleria del Cembalo di Roma per raccontare attraverso le proprie immagini quasi un secolo di arte, storia e fotografia dell’Unione Sovietica< Precedente Successivo >FEATURED POSTS
La pioniera è sempre pronta, 1931. Rozalija Rabinovič
Il palazzo dei Soviet, 1932. Rozalija Rabinovič
Il più grande sottomarino diesel. Russia, Regione di Samara, 2013. Danila Tkachenko
Elementi di missili spaziali. Russia, Regione di Kyzylorda, 2013. Danila Tkachenko
Sauna in un villaggio russo, 1981. Sergei Vasiliev
Detenuto nelle carceri russe (da un reportage sui tatuaggi dei prigionieri nelle carceri di Chelyabinsk, Nizhny Tagil, Perm e San Pietroburgo, 1989-1993). Sergei Vasiliev VEDI ANCHE
Che effetto fa la droga sul nostro corpo
Bellezze oltre gli stereotipi
Sponsor10 orrori  beauty anni ’90 che facevano sembrare…(Io Donna)
SponsorI test di Altroconsumo: un aiuto per scegliere(Altroconsumo)
Chirurgia plastica estrema
I dettagli che ci fanno innamorare
Raccomandato da 1234567
Dal 4 dicembre 2015 al 13 febbraio 2016 si terrà alla Galleria del Cembalo di Roma una serie di tre mostre sotto il nome di Storie Sovietiche.I tre artisti in mostra - Rozalija Rabinovič, Sergei Vasiliev e Danila Tkachenko - raccontano attraverso le proprie immagini quasi un secolo di arte, storia e fotografia dell’Unione Sovietica, nel suo farsi e disfarsi, tra illusioni, propaganda, disillusioni, memoria.Tre storie per tre voci soliste. Tre storie indipendenti, ma unite idealmente, per raccontare l’Unione Sovietica nell’arco di 85 anni, dal 1930 al 2015.Apre la trilogia Rozalija Rabinovič (Kiev, 1895 – Mosca, 1988), pittrice, allieva del VChUTEMAS e interprete originalissima della propaganda negli anni Trenta nel segno di Stalin.Segue Sergei Vasiliev (Čeljabinsk, 1937), nome di riferimento del fotogiornalismo oltre Cortina, premiato cinque volte al World Press Photo e autore di un intenso ritratto della vita quotidiana negli anni del primo “disgelo”, tra i carcerati e la follia dei loro tatuaggi, e i corpi morbidi e immacolati delle donne nella sauna e nelle fasi più emozionanti del parto in acqua.Chiudono le immagini di Danila Tkachenko (Mosca, 1989), enfant prodige della fotografia russa, che ha ritratto le zone off-limits, militari e industriali, dell’ex URSS, simbolo della Guerra fredda e della più ambiziosa tecnocrazia di regime.A distanza di quarant’anni uno dall’altro e in assoluta autonomia artistica, Rozalija Rabinovič, Sergei Vasiliev e Danila Tkachenko si passano il testimone per narrare le stagioni di un Paese straordinario e della sua ideologia, che mai come oggi torna a guardare indietro nel tempo.