CINEMA PARADISO

Nessuno mi pettina bene come il vento


 
Sul litorale laziale, a Santa Marinella (cara a Rossellini), si è andata a ritirare una scrittrice di una certa fama, dopo la separazione con un marito che si suppone essere stato più importante di lei, un intellettuale con accessi in politica. Vita regolare, isolata e solitaria, costruita ad arte per isolare la scrittrice dal mondo. Poi un giorno una giornalista bussa alla porta per svolgere il suo compito indagatore, accompagnata da sua figlia decenne. Nevrotica e in partenza imminente per l'estero, la giornalista si prende l'intervista e lascia la bambina a causa di un "incidente", un ritardo di consegna, separata dal marito, questi avrebbe dovuto prenderla con sé per qualche giorno, ma un ritardo di 24 ore (cose che succedono solo nei film!). La vita della scrittrice viene alterata dalla presenza di questa bambina intelligente e indomita, curiosa e timida. È stata lei a proporsi, anche perché ha adocchiato il ragazzetto della banda di teppistelli parcheggiata sul piazzale davanti casa della scrittrice.Le dinamiche sono queste colte in una conflittualità permanente anche quando sotterranea. È un "oggetto" strano questo film, Nessuno mi pettina come il vento che cita, spavaldo e poetico, il titolo di un aforisma della grande poetessa milanese Alda Merini. Strano nel senso di non comune, diverso, anche un po' ingenuo. Una storia che vuole dire e non solo mostrare, ma dice mostrando, fino al punto di essere meccanico talvolta, oppure didascalico (la rappresentazione dei delinquenti di quartiere è un po' artificiosa, sembrerebbe). Ma quel che conta qui è l'intenzione, perché è un film di intenzioni, volendo essere il tentativo ambizioso di raccontare la solitudine, la conflittualità generazionale, gli adolescenti, la crisi della famiglia. Laura Morante tiene tutto in piedi e dà credibilità al suo personaggio e son bravi i due ragazzi, lei esordiente, lui già rivelazione nell'ultimo film di Bertolucci.