Le capacità di Massimiliano Bruno di affrontare tematiche molto vicine alla società di oggi, aggiungendo un tocco non banale di umorismo è risaputa e anche in "Gli ultimi saranno ultimi" non si smentisce, raccontando le vicende degli emarginati nell'Italia della crisi. Un film complesso, sociale, che merita attenzione.Luciana vive ad Anguillara, operaia sposata con Stefano, disoccupato e svogliato; pieno di idee e che non vuole stare sotto padrone. Cercano di avere un figlio senza successo, ma quando il loro sogno si avvera il datore di lavoro di Luciana, scoperta la gravidanza; si rifiuta di rinnovarle il contratto. Antonio invece è un poliziotto veneto trasferito ad Anguillara con disonore e osteggiato e deriso dai colleghi, oltre che punito dal suo capo. Appena arrivato si confronta con le vicende e caratteristiche del paese, a cominciare dai ripetitori della radio vaticana, che trasmettono la messa dai citofoni e dai lavandini di casa. La cosa evidente è che queste radiazioni fanno male, portando tumori; e per questo in molti vogliono fuggire.Ancora una volta Bruno attinge da una sua opera teatrale con una bravissima Cortellesi, che in un ruolo a tratti comico ma soprattutto in lunghi tratti drammatico ,rappresenta lo specchio della voglia di sano realismo che l'autore tenta di raccontare e descrivere; ovvero quello che il nostro paese è diventato e sta facendo alle persone, soprattuto agli ultimi, che non vedono questo risollevarsi dalla crisi di cui parlano in molti e che con paura, vergogna, strazio sono sempre più limitati sia nelle proprie scelte che nelle proprie possibilità.Persone stanche che potrebbero commettere qualsiasi gesto perchè ormai alla deriva.Tutti gli attori scelti per interpretare i vari personaggi sono credibili nel caratterizzare le varie anime del film: da Maria Di Biase, a Silvia Salvatori, Emanuela Fanelli, Giorgio Caputo, Marco Giuliani. Fino a Ilaria Spada e Irma Carolina di Monte.Alessandro Gasmann nei panni del marito, sembra ormai aver raggiunto la sua maturità artistica; riuscendo con molta leggerezza a interpretare il suo personaggio, con tutte le sue caratterizzazioni; così come il solito splendido Fabrizio Bentivoglio, uno dei migliori attori italiani esistenti; che riesce in maniera perfetta a interpretare le difficoltà del suo personaggio.La capacità dell'autore è di riuscire a raccontare con delicatezza e drammaticità giusta, gli eventi con a volte però delle scelte musicali non propriamente perfette (oltre ad un finale discutibile che probabilmente nell'idea originale sarebbe stato più cupo); raccontando senza limitazioni le verità della vita precaria di oggi grazie anche ai dialoghi utilizzati per la sua sceneggiatura, che mantengono un ottimo ritmo in tutto il film così come perfetta la scelta di ambientare il film nella provincia così tanto amata dalla commedia all'italiana.Voto finale: 4+
Gli ultimi saranno ultimi
Le capacità di Massimiliano Bruno di affrontare tematiche molto vicine alla società di oggi, aggiungendo un tocco non banale di umorismo è risaputa e anche in "Gli ultimi saranno ultimi" non si smentisce, raccontando le vicende degli emarginati nell'Italia della crisi. Un film complesso, sociale, che merita attenzione.Luciana vive ad Anguillara, operaia sposata con Stefano, disoccupato e svogliato; pieno di idee e che non vuole stare sotto padrone. Cercano di avere un figlio senza successo, ma quando il loro sogno si avvera il datore di lavoro di Luciana, scoperta la gravidanza; si rifiuta di rinnovarle il contratto. Antonio invece è un poliziotto veneto trasferito ad Anguillara con disonore e osteggiato e deriso dai colleghi, oltre che punito dal suo capo. Appena arrivato si confronta con le vicende e caratteristiche del paese, a cominciare dai ripetitori della radio vaticana, che trasmettono la messa dai citofoni e dai lavandini di casa. La cosa evidente è che queste radiazioni fanno male, portando tumori; e per questo in molti vogliono fuggire.Ancora una volta Bruno attinge da una sua opera teatrale con una bravissima Cortellesi, che in un ruolo a tratti comico ma soprattutto in lunghi tratti drammatico ,rappresenta lo specchio della voglia di sano realismo che l'autore tenta di raccontare e descrivere; ovvero quello che il nostro paese è diventato e sta facendo alle persone, soprattuto agli ultimi, che non vedono questo risollevarsi dalla crisi di cui parlano in molti e che con paura, vergogna, strazio sono sempre più limitati sia nelle proprie scelte che nelle proprie possibilità.Persone stanche che potrebbero commettere qualsiasi gesto perchè ormai alla deriva.Tutti gli attori scelti per interpretare i vari personaggi sono credibili nel caratterizzare le varie anime del film: da Maria Di Biase, a Silvia Salvatori, Emanuela Fanelli, Giorgio Caputo, Marco Giuliani. Fino a Ilaria Spada e Irma Carolina di Monte.Alessandro Gasmann nei panni del marito, sembra ormai aver raggiunto la sua maturità artistica; riuscendo con molta leggerezza a interpretare il suo personaggio, con tutte le sue caratterizzazioni; così come il solito splendido Fabrizio Bentivoglio, uno dei migliori attori italiani esistenti; che riesce in maniera perfetta a interpretare le difficoltà del suo personaggio.La capacità dell'autore è di riuscire a raccontare con delicatezza e drammaticità giusta, gli eventi con a volte però delle scelte musicali non propriamente perfette (oltre ad un finale discutibile che probabilmente nell'idea originale sarebbe stato più cupo); raccontando senza limitazioni le verità della vita precaria di oggi grazie anche ai dialoghi utilizzati per la sua sceneggiatura, che mantengono un ottimo ritmo in tutto il film così come perfetta la scelta di ambientare il film nella provincia così tanto amata dalla commedia all'italiana.Voto finale: 4+