CINEMA PARADISO

Capitan Harlock - L'arcadia della mia giovinezza


Emanuele Sacchi     
 
 
 
 
 
La Terra cade sotto i colpi degli invasori da Illumidas. Ad Harlock e ai suoi amici non resta che la resa, ma le parole di Maya attraverso la sua radio clandestina infondono coraggio nei cuori dei terrestri, incitandoli a una disperata rivolta.Simbolo di tutti gli spiriti indomiti e avventurosi, emblema della ribellione anarchica, Capitan Harlock è uno dei personaggi-simbolo degli anime anni '70 e '80, di quelle serie Tv o di quei lungometraggi che hanno educato un'intera generazione, insegnando valori di umanità, onore e fratellanza. Ultimo dei pirati, Harlock vaga irrequieto, sventolando il suo Jolly Roger, intorno alla Terra, come un esiliato che non disdegna del tutto il suo stato di isolamento. Primo film a provare a scavare nelle radici del carattere del condottiero éCapitan Harlock - L'arcadia della mia giovinezza, due ore di prequel sulla genesi del personaggio ed eroe, che si scopre essere un ex-militare ma soprattutto un uomo capace di amare, costretto dalle circostanze a perdere la sua compagna e a scegliere un destino di solitudine e lotta per la libertà. Spezzando così la continuity con la serie originale, prima delle successive e definitive alterazioni del passato di Harlock in Harlock Saga. Lo scopo di L'arcadia era molto ovviamente quello di ogni prequel che si rispetti: fornire tutte le risposte e trovare una spiegazione per i comportamenti peculiari di Harlock o per la sua condizione (la famosa benda su un occhio). La visione ad anni di distanza del film colpisce per più di un verso: da un lato stupisce la cura per i dialoghi e per la psicologia dei personaggi, raramente riscontrabile negli anime di venti o trenta anni dopo, così come la capacità di affrontare eventi tragici senza indulgere in melodrammatici esibizionismi. Prevale una sensazione di pessimismo cosmico, un "no future" totale che non lascia indifferenti. Il rovescio della medaglia è invece costituito dal lato visivo e tecnologico che, ovviamente, riserva le maggiori delusioni.Troppa staticità e tendenza alla ripetizione nei disegni, interamente realizzati a mano e quindi impossibilitati nella resa di una profondità di campo (in cui ogni personaggio sullo sfondo gode di vita propria) oggi consentita dalla computer graphics e dalla intelligenza artificiale delle routine utilizzate. Nonostante un invecchiamento difficile, L'arcadia della mia giovinezza resta una delle tappe fondamentali dell'epopea dell'eroe di Matsumoto Leiji, resa smagliante dal nuovo restyling tecnologico.