CINEMA PARADISO

Split


Casey è una ragazza introversa e problematica, tenuta in disparte dalle compagne di scuola più popolari. Insieme a due di loro, Claire e Marcia, viene rapita da un maniaco, che chiude le ragazze in uno scantinato. In attesa di scoprire che ne sarà di loro, verranno a conoscenza delle diverse personalità che coabitano nella mente del loro rapitore: un bambino, una donna e altre ancora, assai più pericolose.In una carriera che ha dimostrato coraggio e forse anche un po' di autolesionismo M. Night Shyamalan ha sempre dimostrato di non rifuggire le sfide. Dopo un certo numero di insuccessi di pubblico e di critica, Split sapeva quasi di ultima spiaggia per il regista de Il sesto senso. Va a suo merito quindi l'aver trasformato un ritorno a casa e a territori più congeniali nell'ennesima dimostrazione di temerarietà nell'approccio allo storytelling.Da sempre noto per i colpi di scena nel finale, Shyamalan non si sottrae al proprio destino, confezionandone qui anche più di uno. Ma se l'epilogo finisce per mutare repentinamente registro e percezione generale del film, portando a rivederlo globalmente sotto un'altra luce, Split merita di essere valutato nel suo complesso, al di là dell'effetto sorpresa connaturato alla sua risoluzione.Split è prima di tutto un lavoro sui generi cinematografici e su come alternarli e mescolarli oggi, dopo che tutto è stato raccontato e che le serie tv - di cui Shyamalan è attento e partecipe osservatore - si sono portate via il dono di narrare storie. Il regista si serve delle molteplici personalità di Kevin - ben 23 - per cambiare registro continuamente, intervallando toni grotteschi ad altri inquietanti o orrorifici, pur mantenendo una dominante fosca e pessimista. Prima di rivelare l'effettivo genere di appartenenza di Split con una scena finale, che sa quasi di necessaria captatio benevolentiae verso il proprio pubblico.