CINEMA PARADISO

Accedi | Registrati Doraemon Il Film - Nobita e la nascita del Giappone


Dopo essere stato sgridato sia a scuola che a casa, Nobita pensa che sia venuto il momento di scappare dalla famiglia per conoscere il mondo. In seguito a qualche tentativo infruttuoso Nobita decide, insieme a Doraemon e ai suoi amici, di viaggiare nel tempo, fino a un'epoca remota e priva di uomini. O almeno così crede: l'incontro con il misterioso ragazzino guerriero Kukuru condurrà infatti a molte scoperte inaspettate.Probabilmente nei primi anni '70 era difficile immaginare che un gattone blu robot con un marsupio da canguro potesse diventare un appuntamento ricorrente per i bambini di un'intera nazione, ma se quella nazione è il Giappone, tutto diventa possibile. E così il Doraemon cinematografico, approdato trionfalmente al terzo millennio, diviene un momento imprescindibile della stagione, anche se attinge sempre più dal proprio passato. Nobita e la nascita del Giappone, trentaseiesimo episodio della serie, è infatti il remake con poche variazioni dell'omonimo film del 1989, "coming of age" di un Nobita finalmente desideroso di evadere dall'alveo materno e di conoscere il mondo. Un viaggio spaziale che diviene invece temporale, conducendo Nobita e i suoi amici in un Giappone preistorico e disabitato.Un desiderio escapista e fortemente antisociale quello espresso dai ragazzini, una voglia di libertà, di poter plasmare il proprio mondo a piacimento, anziché essere obbligati a interagire con gli uomini e con le loro leggi. Un'indipendenza del tutto infantile, che sostanzialmente ribadisce la natura viziata e de-responsabilizzata di Nobita. Doraemon per l'occasione veste più i panni di Lucignolo che del Grillo Parlante, assecondando la volontà dei bambini - che danno vita a grifoni e pegasi anziché a cani e gatti o riempiono i piatti di katsudon a volontà - e limitando la componente pedagogica alla sensibilizzazione sul pericolo di determinare dei paradossi temporali con le proprie azioni. Nobita come Marty McFly, quindi, ben attento a non alterare il continuum spazio-temporale, reso visivamente attraverso dei grafici elementari, consultabili solo grazie agli oggetti del magico gattone.Netto il miglioramento tecnico rispetto alla versione precedenti, mentre viene acuita la componente drammatica, con una coraggiosa scena di quasi-morte di Nobita in preda alle allucinazioni. Una parentesi che interrompe per un attimo il consueto svolgimento del film, canonicamente suddiviso in tre atti, con prevedibilissimo epilogo e ricomposizione esemplare della situazione.