CINEMA PARADISO

Cattivissimo Me 3


    
La carriera di Gru e Lucy come agenti segreti procede male: si sono fatti scappare il ladro ex-bambino prodigio Balthazar Bratt e sono stati licenziati. Proprio ora si palesa Dru, fratello gemello di Gru, separato alla nascita. Gru porta Lucy, Agnes, Edith e Margo a incontrare il perduto parente, che a differenza di lui dà ancora un valore alla sana malvagità, così come i Minions, che non riescono proprio ad abituarsi alla svolta buonista di Gru...Con questo Cattivissimo Me 3, la saga dell'Illumination Entertainment ha raggiunto quell'equilibrio che potrebbe consentirle di procedere quasi all'infinito, interesse del pubblico permettendo. Pierre Coffin dirige per la terza volta le peripezie del suo buffo ex-villain, coadiuvato dal Kyle Balda che due anni fa aveva diretto i virali Minions in un lungometraggio tutto per loro. Con incassi crescenti (540 milioni per Cattivissimo Me, 970 per Cattivissimo Me 2), ogni nuovo incontro con la famiglia allargata di Gru e dei Minions è diventato una rimpatriata, prima ancora di essere un film.
Questa fidelizzazione del pubblico comporta, in questo terzo capitolo più del solito, una simulazione di evoluzione che in realtà produce una vicenda non troppo significativa, piuttosto statica nei rapporti interpersonali tra i protagonisti e anche piuttosto slegata: a meno di non cercare in una generica "ricerca della felicità" un tema comune, il rapporto tra Gru e Dru, Agnes alla ricerca di un unicorno e le peripezie dei Minions sembrano procedere per binari paralleli che convergono alla fine solo per esigenze di copione. Lo stesso sdoppiamento del protagonista sembra più un modo di sbloccare la caratterizzazione di Gru, diventata troppo buonista, con il personaggio di Dru che si propone quasi come un suo "reboot", ancora legato alla malvagità innocua e più divertente.Ciò non toglie che Cattivissimo Me 3 sia un film che funziona nell'ambito delle sue mire: quello che accade sullo schermo è progettato per coinvolgere specularmente ogni fascia di pubblico, ogni componente della famiglia accorsa al cinema a guardarlo. Genitori e figli trovano in ogni scena qualcosa in cui immedesimarsi. La regola vale persino per il cattivo vero Balthazar Bratt: il suo dipendere dagli anni Ottanta, i suoi furti al ritmo di Bad di Michael Jackson, gli creano intorno un'aura cult a prova di bomba, che possa accontentare i pochi che non rientrino nel target già larghissimo. Se questo ancora non bastasse, la clownerie dei Minions è trasversale e una risata viene strappata anche al più scettico.Non si possono in definitiva imputare a Cattivissimo Me 3 molti difetti intrinseci, ma bisognerebbe ammettere che la sua inattaccabilità dipende da un muoversi in territori sicuri e stracollaudati, al di là dei quali s'intravede un timore di spiazzare. E quindi di entusiasmare sul serio.