CINEMA PARADISO

L'ora più buia


Siamo nel 1940, e tutti i tentativi di frenare Hitler sono falliti. Da meno di un anno si è in guerra, la Francia sta capitolando, il Belgio è caduto e si pensa che i prossimi a essere invasi saranno probabilmente gli inglesi. C'è ancora chi, nella politica inglese, non ha capito la situazione e vuole trattare la resa. C'è ancora chi si fida di Hitler, nonostante i fatti; con una sola voce critica che aveva avvertito per primo della pericolosità del dittatore nazista, ovvero Winston Churchill, che però non viene considerato da nessuno, compreso il re; visti i tanti fallimenti di cui è stato responsabile dalla débâcle di Gallipoli durante la prima guerra mondiale fino alla questione dell'abdicazione di Edoardo VIII e all'appoggio al suo matrimonio. Churchill però alla fine verrrà chiamato a governare nel momento peggiore della storia inglese, perchè è l'unico accettato dall'opposizione decidendo di giocarsi il tutto per salvare i soldati inglesi a Dunkirk.Avevamo bisogno di un altro film su Winston Churchill? Probabilmente no ma davanti alla performance di Gary Oldman c'è poco da fare comunque la si pensi. L'Homburg di feltro, il grosso sigaro, il panciotto, la voce grassa, il corpo goffo, il whisky alla mano, il borbottio permanente... lo statista inglese è un'attrattiva per qualsiasi attore. Ma credo che nessuno lo abbia fatto come Oldman, rappresentandolo attraverso vizi, abitudini e modi di fare della vita privata, come le sue passioni, il caratteraccio e l’amorevole rapporto con la moglie Clementine. Il tutto in un film che non è propagandistico ma forse nemmeno completamente storico, quasi in costume. Questo per via della scelta di Joe Wright che ha il dono dell’equilibrio e di conseguenza il suo è un cinema di qualità; che non mira a sbancare ma non è limitato per pochi.Un peccato del film è che dovrebbe essere anche altro oltre ad essere un racconto biografico delle settimane che vanno dalla caduta del governo Chamberlain all'evacuazione di Dunkirk. Un film storico dovrebbe fare i conti con la storia, ma questo film resta troppo ancorato o meglio solo ancorato al personaggio di Winston con tutti gli altri personaggi che gli ruotano attorno senza alcun rilievo, compreso re Giorgio VI. Non c'è il racconto della collettività presente in Dunkirk di Nolan, ma solo dell'individuo in un racconto quasi documentaristico, soprattutto nel finale (lo si vede soprattutto nel discorso a fine film e nella differenza in cui è diffuso o meglio mostrato in questo film e in quello di Nolan).Un film che completa in qualche modo il percorso iniziato con "Il discorso del re" e proseguito con "Dunkirk". Queste sono le cose che piacciono al pubblico e ancor di più a Hollywood e penso che l'oscar questa volta a Oldman non glielo potrà togliere nessuno