CINEMA PARADISO

La Forma dell'Acqua


 L'acqua, la specie chimica più abbondante sulla superficie terrestre, ha da sempre suscitato un doppio sentimento nell'umanità: grande attrazione, dettata dalla necessità di soddisfare la sete, acqua come fonte di vita ma anche paura per le grandi distese marine in tempesta e per l'imprevedibilità delle alluvioni provocate dai grandi fiumi, e allo stesso tempo avventura. Un grosso mito è sempre stato quello che può riservare la profondità dei fondali, e qualcuno spesso ha cercato in questo mistero di trovarci una sorta di mitologia ancestrale che di conseguenza porta a nuove inquietudini e domande.L'acqua è silenziosa, invasiva e lustrale nella Baltimora del 1962, avvolta nelle foschie della Guerra Fredda. I potenti si sfidavano a colpi di scoperte tecnologiche, puntando anche alle stelle. I servizi segreti americani scopriono una strana creatura, strappata da un fiume in Amazzonia per diventare una cavia da laboratorio.L'altro personaggio è Elisa, muta per via di un trauma passato, che vive ai margini della società, perchè si crede e si vede come diversa. Lavorando in un laboratorio segreto, come donna delle pulizie, vede quello che succede, ma non può immaginare che quella creatura in realtà abbia una sensibilità e un'intelligenza particolare, e attraverso la musica riesce a comunicare con lei.Una trama semplice, ma costruita con una tale maestria e una tale passione da parte di Del Toro, che realizza un capolavoro da far rimanere a bocca aperta.La forma dell'acqua non è un film horror, come qualcuno pensa, bensì una favola romantica che invita a non aver paura del diverso. È una favola ultraterrena, una storia d’amore pura e semplice. Tutto viene realizzato ad hoc nei minimi particolari, a partire dai personaggi, che costituiscono un’esaltazione della diversità, un riscatto della gente comune e apparentemente insignificante. L'acclamato “The shape of water”, leone d’oro all’ultima Mostra del cinema di Venezia e oscar come miglior film, é nella sua semplicità, come lo ha definito il regista stesso ” una fiaba per tempi difficili”, tra un riferimento ad "Et" o a "il mostro della laguna". E in questi difficili carichi di odio e di paura, da fare assolutamente vedere a tutti.Sally Hawkins, con la sua carica espressiva è assolutamente magnifica, avrebbe meritato anche lei un oscar; e che dire di Michael Shannon nei panni di un perfetto uomo nero, Resta difficile non rimanere incantati dalla magia di questo film e da Del Toro che si rivela ancora una volta un grande narratore