Questa è l'epoca della trasposizioni dei classici Disney in live action e chi meglio di Tim Burton, autore già della trasformazione in film di "Alice nel paese delle meraviglie" (in realtà farà anche il secondo capitolo tratto dall'altro romanzo sempre su Alice di Lewis Carroll) poteva realizzare la trasposizione della fiaba disneyana per eccellenza materiale dei sogni, ovvero Dumbo.Holt Farrier ritorna a casa dopo la fine della Grande guerra, al suo circo, e ai suoi due figli, Milly e Joe. La moglie non c'è più, la guerra gli ha portato via un braccio e Max Medici, proprietario del circo dove lavora gli ha venduto i cavalli per combattere gli effetti della crisi economica. Il direttore per risanare il circo ha deciso di investire su un'elefantessa di nome Jumbo, sperando che possa dargli un cucciolo che cambi le sorti del circo, ma quando questo nascerà rimarrà interdetto per via delle grandi orecchie. Il piccolo elefantino verrà accudito da i due figli di Holt che scopriranno a breve in maniera casuale grazie ad una piuma che il piccolo elefantino, dietro questo piccolo handicap apparente nasconde altro... e soprattutto ha una caratteristica unica che esalta la sua differenza dagli altri, ovvero sa volare. I guai inizieranno quando l'imprenditore Vandevere, che sogna Dreamland, entrerà nelle loro vite.La versione burtoniana del classico disney, non è un remake dell'originale del 1941, pur essendoci alcuni spunti.Nel film troviamo la componente umana che è praticamente assente nel classico, almeno nelle parti essenziali con le vicende della famiglia Farrier che vanno a intrinsicarsi con quelle familiari di Dumbo, che vede la mamma portata via. C'è quindi un parallelismo tra le due situazioni familiari, con la sensazione di perdita presente in tutto il film e di conseguenza c'è l'idea burtoniana di rappresentare la famiglia nelle forme più diverse e meno tradizionali.I corvi non ci sono più, perchè come detto dal regista "avevano una valenza razzista" (...), così come non c'è la scena di Dumbo ubriaco, che appartengono sempre citando Burton ad un "film che ha fatto il suo tempo, di un'altra epoca" e soprattutto "non avremmo mai poturo inserire dei minorenni che bevono". L'obiettivo riuscito è stato quello di puntare sulla sua diversità che si trasforma in qualcosa di unico e bello. Aimè se non c'è Dumbo ubriaco, non può esserci nemmeno la scena più bella del classico Disney, ovvero quella del sogno e degli elefanti rosa, che però quel geniaccio di Tim Burton riesce in qualche modo ad inserire... nello spettacolo circense attraverso le bolle di sapone. Un modo molto originale per entrare nella fantasia del pubblico e nella mente di Dumbo, per dare il giusto omaggio al classico.Chiaro che nel classico, Dumbo impara a volare solo nel finale grazie ai corvi, e questa per lui sarà la rivincità e una sorta di liberazione dalle sue paure. Quel senso di meraviglia di tutti nel vederlo volare è presente anche nel film, ma non è la parte principale, che è invece il rapporto familiare, l'esaltazione della bellezza della differenza, e il negare la discriminazione di chi può sembrare diverso come detto prima.Ed è proprio lui, Dumbo, il punto forte del film. Il suo aspetto, reso con grande cura da effetti digitali magnifici che ci donano una creatura capace di comunicare con gli occhi. Peccato non aver insistito di più sulle scene mute dell'elefantino che comunica con la sua espressività creando emotività. Resta invece chiaramente la commozione che genera la scena in cui viene tolto alla madre, punita per averlo difeso. Ma il tutto è meno malinconico rispetto all'originale. Nel film chiaramente c'è anche un messaggio voluto (rinforzato anche nel finale), ovvero la negazione totale dello sfruttamento degli animali e della bellezza del circo senza di essi, perchè un animale deve essere libero.Venendo agli attori come non sottolineare la coppia Keaton / De Vito. Sono i personaggi attorno a Dumbo più riusciti, il primo nei panni dell'imprenditore sognatore senza scrupoli, il secondo nell'impresario circense classico per eccellenza. Burton ha coinvolto nel cast molti degli attori con cui ha lavorato, dai due citati sopra fino a Eva Green (manca Depp che forse sarebbe stato meglio di un Colin Farrell abbastanza statico), bellissima nei suoi abiti di scena che per una volta non fa la dark lady. Solo un genio come Tim Burton poteva dare all'attrice francese un'immagine diversa, togliendo tutto l'aspetto sensuale, provocante e fisico e trasformarla in un personaggio incantato, iconico, quasi una dea... Colette Marchant diva del circo. Trovo in tutto ciò inspiegabile il caricaturale accento francese della versione italiana del film.Infine la bambina Milly, interpretata da Nico Parker, che sogna di diventare una scienziata ed è metafora dell'emancipazione femminile.Chi si aspettava il ritorno del cinema burtoniano per eccellenza rimarrà probabilmente deluso. Il regista cerca il giusto equilibrio tra la propria fantasia e il mercato, realizzando un film che piaccia a tutti, senza però tutta quella parte dark e inquieta che lo contraddistingue da sempre, e solamente a tratti si vede la sua vena anarchica, che forse ci aspettavamo e che avrebbe potuto usare di più avendo come base le fantasticherie del circo e il personaggio di Dumbo.Probabilmente siamo di fronte ad un nuovo Tim Burton, diventato meno inquieto, e essenzialmente più classico, in un film che comunque è piacevolissimo da vedere e che realizza in pieno il messaggio che vuole trasmettere, ovvero la straordinarietà della diversità.Strizza l'occhio a Disney, e Dreamland non è altro che un trionfo di musica, colori e meraviglia che sembra ricordare le atmosfere burtoniane di Big Fish. Quindi il cambio di linguaggio del regista americano non è per forza da considerare come un male.Voto finale: 4/5Dumbo è un film di genere animazione, family, fantasy del 2019, diretto da Tim Burton, con Colin Farrell e Michael Keaton. Uscita al cinema il 28 marzo 2019. Durata 130 minuti. Distribuito da Walt Disney Italia.
Dumbo
Questa è l'epoca della trasposizioni dei classici Disney in live action e chi meglio di Tim Burton, autore già della trasformazione in film di "Alice nel paese delle meraviglie" (in realtà farà anche il secondo capitolo tratto dall'altro romanzo sempre su Alice di Lewis Carroll) poteva realizzare la trasposizione della fiaba disneyana per eccellenza materiale dei sogni, ovvero Dumbo.Holt Farrier ritorna a casa dopo la fine della Grande guerra, al suo circo, e ai suoi due figli, Milly e Joe. La moglie non c'è più, la guerra gli ha portato via un braccio e Max Medici, proprietario del circo dove lavora gli ha venduto i cavalli per combattere gli effetti della crisi economica. Il direttore per risanare il circo ha deciso di investire su un'elefantessa di nome Jumbo, sperando che possa dargli un cucciolo che cambi le sorti del circo, ma quando questo nascerà rimarrà interdetto per via delle grandi orecchie. Il piccolo elefantino verrà accudito da i due figli di Holt che scopriranno a breve in maniera casuale grazie ad una piuma che il piccolo elefantino, dietro questo piccolo handicap apparente nasconde altro... e soprattutto ha una caratteristica unica che esalta la sua differenza dagli altri, ovvero sa volare. I guai inizieranno quando l'imprenditore Vandevere, che sogna Dreamland, entrerà nelle loro vite.La versione burtoniana del classico disney, non è un remake dell'originale del 1941, pur essendoci alcuni spunti.Nel film troviamo la componente umana che è praticamente assente nel classico, almeno nelle parti essenziali con le vicende della famiglia Farrier che vanno a intrinsicarsi con quelle familiari di Dumbo, che vede la mamma portata via. C'è quindi un parallelismo tra le due situazioni familiari, con la sensazione di perdita presente in tutto il film e di conseguenza c'è l'idea burtoniana di rappresentare la famiglia nelle forme più diverse e meno tradizionali.I corvi non ci sono più, perchè come detto dal regista "avevano una valenza razzista" (...), così come non c'è la scena di Dumbo ubriaco, che appartengono sempre citando Burton ad un "film che ha fatto il suo tempo, di un'altra epoca" e soprattutto "non avremmo mai poturo inserire dei minorenni che bevono". L'obiettivo riuscito è stato quello di puntare sulla sua diversità che si trasforma in qualcosa di unico e bello. Aimè se non c'è Dumbo ubriaco, non può esserci nemmeno la scena più bella del classico Disney, ovvero quella del sogno e degli elefanti rosa, che però quel geniaccio di Tim Burton riesce in qualche modo ad inserire... nello spettacolo circense attraverso le bolle di sapone. Un modo molto originale per entrare nella fantasia del pubblico e nella mente di Dumbo, per dare il giusto omaggio al classico.Chiaro che nel classico, Dumbo impara a volare solo nel finale grazie ai corvi, e questa per lui sarà la rivincità e una sorta di liberazione dalle sue paure. Quel senso di meraviglia di tutti nel vederlo volare è presente anche nel film, ma non è la parte principale, che è invece il rapporto familiare, l'esaltazione della bellezza della differenza, e il negare la discriminazione di chi può sembrare diverso come detto prima.Ed è proprio lui, Dumbo, il punto forte del film. Il suo aspetto, reso con grande cura da effetti digitali magnifici che ci donano una creatura capace di comunicare con gli occhi. Peccato non aver insistito di più sulle scene mute dell'elefantino che comunica con la sua espressività creando emotività. Resta invece chiaramente la commozione che genera la scena in cui viene tolto alla madre, punita per averlo difeso. Ma il tutto è meno malinconico rispetto all'originale. Nel film chiaramente c'è anche un messaggio voluto (rinforzato anche nel finale), ovvero la negazione totale dello sfruttamento degli animali e della bellezza del circo senza di essi, perchè un animale deve essere libero.Venendo agli attori come non sottolineare la coppia Keaton / De Vito. Sono i personaggi attorno a Dumbo più riusciti, il primo nei panni dell'imprenditore sognatore senza scrupoli, il secondo nell'impresario circense classico per eccellenza. Burton ha coinvolto nel cast molti degli attori con cui ha lavorato, dai due citati sopra fino a Eva Green (manca Depp che forse sarebbe stato meglio di un Colin Farrell abbastanza statico), bellissima nei suoi abiti di scena che per una volta non fa la dark lady. Solo un genio come Tim Burton poteva dare all'attrice francese un'immagine diversa, togliendo tutto l'aspetto sensuale, provocante e fisico e trasformarla in un personaggio incantato, iconico, quasi una dea... Colette Marchant diva del circo. Trovo in tutto ciò inspiegabile il caricaturale accento francese della versione italiana del film.Infine la bambina Milly, interpretata da Nico Parker, che sogna di diventare una scienziata ed è metafora dell'emancipazione femminile.Chi si aspettava il ritorno del cinema burtoniano per eccellenza rimarrà probabilmente deluso. Il regista cerca il giusto equilibrio tra la propria fantasia e il mercato, realizzando un film che piaccia a tutti, senza però tutta quella parte dark e inquieta che lo contraddistingue da sempre, e solamente a tratti si vede la sua vena anarchica, che forse ci aspettavamo e che avrebbe potuto usare di più avendo come base le fantasticherie del circo e il personaggio di Dumbo.Probabilmente siamo di fronte ad un nuovo Tim Burton, diventato meno inquieto, e essenzialmente più classico, in un film che comunque è piacevolissimo da vedere e che realizza in pieno il messaggio che vuole trasmettere, ovvero la straordinarietà della diversità.Strizza l'occhio a Disney, e Dreamland non è altro che un trionfo di musica, colori e meraviglia che sembra ricordare le atmosfere burtoniane di Big Fish. Quindi il cambio di linguaggio del regista americano non è per forza da considerare come un male.Voto finale: 4/5Dumbo è un film di genere animazione, family, fantasy del 2019, diretto da Tim Burton, con Colin Farrell e Michael Keaton. Uscita al cinema il 28 marzo 2019. Durata 130 minuti. Distribuito da Walt Disney Italia.