da movieplayerDopo il gigantesco successo di Non sposate le mie figlie!, il regista Philippe de Chauveron e l'attore Christian Clavier tornano ad affrontare con ironia i temi dell'integrazione e del razzismo in Francia con la commedia Benvenuti a casa mia; ma il risultato, stavolta, lascia parecchio a desiderare. Nella primavera del 2014 un autentico ciclone sconvolgeva i cinema francesi, imponendosi come uno dei maggiori fenomeni commerciali del decennio: Non sposate le mie figlie!, commedia incentrata sul razzismo e i pregiudizi a partire da un tipico canovaccio alla Indovina chi viene a cena? (ovvero, una famiglia bianca e borghese sconvolta al cospetto del fidanzato nero della figlia). Dopo aver registrato un record di dodici milioni di spettatori in Francia (cifra purtroppo inconcepibile nell'attuale mercato cinematografico italiano), Non sposate le mie figlie!avrebbe riportato eccellenti risultati in tutta Europa, oltrepassando il traguardo dei venti milioni di spettatori complessivi.A due anni di distanza il regista di quel film, Philippe de Chauveron, ha ritentato l'impresa con Débarquement immédiat (inedito da noi), pellicola che al confronto si è rivelata però un sostanziale fiasco. È andata assai meglio al successivo À bras ouverts, che un anno dopo aver raccolto un milione di spettatori in patria approda anche in Italia con il titolo Benvenuti a casa mia, forte di una formula molto simile a quella del campione d'incassi di de Chauveron: mettere in scena con umorismo le difficoltà d'integrazione per le minoranze all'interno della società francese.
Benvenuti a casa mia: se l’integrazione non è una cosa seria
da movieplayerDopo il gigantesco successo di Non sposate le mie figlie!, il regista Philippe de Chauveron e l'attore Christian Clavier tornano ad affrontare con ironia i temi dell'integrazione e del razzismo in Francia con la commedia Benvenuti a casa mia; ma il risultato, stavolta, lascia parecchio a desiderare. Nella primavera del 2014 un autentico ciclone sconvolgeva i cinema francesi, imponendosi come uno dei maggiori fenomeni commerciali del decennio: Non sposate le mie figlie!, commedia incentrata sul razzismo e i pregiudizi a partire da un tipico canovaccio alla Indovina chi viene a cena? (ovvero, una famiglia bianca e borghese sconvolta al cospetto del fidanzato nero della figlia). Dopo aver registrato un record di dodici milioni di spettatori in Francia (cifra purtroppo inconcepibile nell'attuale mercato cinematografico italiano), Non sposate le mie figlie!avrebbe riportato eccellenti risultati in tutta Europa, oltrepassando il traguardo dei venti milioni di spettatori complessivi.A due anni di distanza il regista di quel film, Philippe de Chauveron, ha ritentato l'impresa con Débarquement immédiat (inedito da noi), pellicola che al confronto si è rivelata però un sostanziale fiasco. È andata assai meglio al successivo À bras ouverts, che un anno dopo aver raccolto un milione di spettatori in patria approda anche in Italia con il titolo Benvenuti a casa mia, forte di una formula molto simile a quella del campione d'incassi di de Chauveron: mettere in scena con umorismo le difficoltà d'integrazione per le minoranze all'interno della società francese.