CINEMA PARADISO

L'atelier


La Ciotat, nel Sud della Francia. Antoine partecipa a un workshop estivo in cui un gruppo di giovani selezionati lavora alla scrittura di un soggetto di un romanzo thriller con l’assistenza di Olivia, un’importante scrittrice. Il processo creativo cerca di fare riferimento anche al passato industriale della città ma questo si rivela un argomento molto distante dagli interessi di Antoine il quale in breve tempo manifesta le proprie tensioni non nascondendo più le sue idee razziste.L'idea del film risale al 1999 e a un workshop di scrittura al cui montaggio video aveva lavorato il co-sceneggiatore di Cantet e che vedeva coinvolta una scrittrice inglese con un gruppo di giovani de La Ciotat che avevano come unico vincolo quello di ambientare l'azione nella città portuale.Cantet lo sfrutta per proporre una lettura della condizione giovanile in un contesto che è diverso da quello, in qualche misura cogente, che aveva caratterizzato La classe. Qui il gruppo riunito intorno ad Olivia ha deliberatamente scelto di misurarsi con la scrittura e con la storia e il vissuto sociale di una città che nella seconda metà degli anni Settanta ha visto mutare la propria vita passando da cantiere navale a sito di manutenzione di yacht con le conseguenti perdite di lavoro. Siamo quindi dinanzi a una perfetta cartina al tornasole per comprendere quanto il passato (anche quello relativamente recente) abbia ancora un senso per i giovani in un film che si apre con le immagini di un videogioco di azione fantasy. Antoine ne rappresenta un ampio campione, con le sue ritrosie, con la sua fragilità e con la permeabilità a slogan razzisti. Alessandro Baricco sostiene che per gettare ponti tra le persone è necessario (anche se potrebbe apparire contraddittorio a una prima lettura) che queste abbiano costruito dei muri, abbiano cioè un patrimonio identitario e culturale in cui riconoscersi. È esattamente ciò che manca ad Antoine e a molti suoi coetanei che finiscono così per abbracciare le convinzioni di chi sembra loro offrire l'identità che loro non hanno mentre invece li riempiono di slogan tesi non a costruirne una ma solo e brutalmente ad identificare un nemico.