CINEMA PARADISO

Chi porteresti su un'isola deserta da gogomagazine


Annunciato durante questi mesi tramite un trailer di presentazione, Chi porteresti su un’isola deserta? è finalmente disponibile nel catalogo Netflix, che in questo periodo sta investendo molto per i suoi abbonati. Parecchia è stata la curiosità dietro alla pellicola, sia per i nomi dietro alla sua creazione e produzione, sia per gli attori a comporne il cast. Sarà riuscito a colpire in pieno?Chi porteresti su un’isola deserta? deriva dalla penna di Paco Anaya, ispirato dalla regia diJota Linares e si presenta come un qualcosa che tenta di estrarre l’azione non tanto attraverso sviluppi fisici, quanto attraverso le emozioni e l’abilità degli attori stessi, che qui troviamo valorizzati più che mai.Il film mette al suo centro un momento preciso della vita dei quattro protagonisti che lo compongono: Marcos, Celeste, Marta e Eze, rispettivamente interpretati da Jaime Lorente  (La Casa di Carta, Elite…), Andrea Ros (Il diario di Carlotta, REC 2…) , Maria Pedraza (La Casa di Carta, Elite…)  e Pol Monen (Tuo figlio…). Dopo aver vissuto per 8 anni nello stesso appartamento, la vita dei protagonisti sta per cambiare, imboccando la strada ispirata dalle loro scelte e dal loro personale impegno. Il tutto prende piede, dunque, proprio nel momento della crescita, nel momento in cui tutti loro si rendono conto che i prossimi passi che faranno avranno un impatto sul futurChi Porteresti su un’isola deserta? però, non si limita semplicemente ad analizzare il momento della realizzazione ed il salto nel vuoto, va ben oltre mettendo in scena un vero e proprio dramma contemporaneo, tutto scritto dentro di loro, che non ha troppo a che vedere con il futuro, piuttosto con il presente.La narrazione, inizialmente pervasa da una comprensibile malinconia, già vista altrove, soffia delicatamente lungo i piccoli gesti dei protagonisti, lungo gli scatoloni che occupano tutta la casa, lungo i cassetti ben chiusi e i loro segreti, fino a mettere a nudo una fragilità che esplode nei silenzi della colonna sonora.La scrittura dei vari protagonisti riesce perfettamente nel suo intento, proponendosi ispirata da quello che è uno stile più teatrale che cinematografico. I silenzi bagnati dalle lacrime, le riprese che immobili mettono in evidenza qualcosa che non può essere catturato dall’obiettivo della cinepresa, qualcosa che è dentro agli attori stessi e ai personaggi e l’attenzione verso l’espressività, contribuiscono a valorizzare le performance generali degli attori stessi, che non si sono risparmiati.Chi porteresti su un’isola deserta? si pone, dunque, come una minuscola lente d’ingrandimento pronta a raccontare la realtà dei suoi protagonisti, lontana dalle apparenze e da quel salto che sembra tormentare tutti quanti per i motivi sbagliati. Rompe le barriere umane e mette in scena qualcosa che non ha bisogno di troppe corse, riuscendo comunque ad impattare per la profondità.