CINEMA PARADISO

Festival di Venezia 2019: intervista a Julie Andrews, Leone d'Oro alla carriera da vogue


DI ALESSANDRA DE TOMMASI4 SETTEMBRE 2019La prima, indimenticabile Mary Poppins, ma anche una grande (e instancabile) attrice: «Ultimamente mi do al doppiaggio, almeno non richiede trucco e parrucco», ci ha detto al Lido, pr poi confessare il suo più grande rimpianto: non poter più cantare“Dico le parolacce, sono una maga delle colazioni ma una frana ai fornelli”: Julie Andrews confessa candidamente di non essere “praticamente perfetta sotto ogni punto di vista” come la sua Mary Poppins. E scoppia a ridere davanti al pubblico della Mostra del cinema di Venezia che le ha conferito il Leone d’oro alla carriera. Mescola la classe da regina del popolo al calore di una nonna non ancora in pensione. Anzi a 83 anni non ci pensa minimamente: “Ultimamente mi do al doppiaggio – aggiunge - che è meno stancante, non richiede trucco e parrucco”. Su Netflix sta infatti per arrivare la trasposizione di uno dei romance storici più amati, Bridgerton, per mano di Shonda Rhimes con cui aveva già collaborato quando la creatrice di Grey’s Anatomy ha sceneggiato il secondo film della saga di Pretty Princess (il terzo pare sia in corso di realizzazione). Intanto però ripercorre le pietre miliari della carriera con ironia e grazia.Julie Andrews arriva a VeneziaCi spieghi meglio questo rapporto di amore-odio con la cucina.Una volta mia figlia mi ha rimproverata del fatto che non preparassi mai i brownie. Mi sono detta che non sarebbe poi stato così difficile, seguendo la ricetta. In casa però non avevo il lievito e ho usato il bicarbonato, pensato che sarebbe andato bene lo stesso. Immaginate il risultato.Come ha fatto a nascondere a Walt Disney l’abitudine di dire le parolacce?Non l’ho fatto, lo ha sempre saputo e gli andava bene così.Il segreto della sua eterna giovinezza?Il merito va a tutto al make-up artist. Personalmente già mi sembra incredibile che alla mia età riesca ancora a spiccicare parola, forse perché sono una persona curiosa che ama parlare con tutti.La sua filosofia di vita?Quella italiana mi sembra molto saggia: a Venezia, ma anche a Roma, ho notato che le persone si godono la vita. Lavorano tanto è vero, ma sono felici. E io che sono un’ottimista e vedo sempre il bicchiere mezzo pieno non potrei essere più d’accordo.Le è dispiaciuto cedere il ruolo di My fair lady a Audrey Hepburn?Per un po’ sì, perché l’avevo portato a teatro a lungo, ma lei era una mia cara amica quindi molto presto mi sono resa conto che quella mancata occasione mi ha portato a tutto il resto.Julie Andrews a Venezia
Dopo Mary Poppins è arrivato un altro cult, Tutti insieme appassionatamente. Davvero lo aveva rifiutato?Mi sembrava troppo sdolcinato: tutti quei bambini, le montagne e pure le suore… Insomma non era un po’ troppo? Per fortuna poi è rimasto sentimentale ma non troppo.Che cosa ricorda del set?Le ore infinite ad aspettare che spiovesse per correre subito all’aperto non appena un raggio di sole faceva capolino all’orizzonte. Il panorama, però, valeva decisamente la pena.Lei ha reso molto felici intere generazioni con la sua splendida voce. Canta ancora?Dopo aver subito un’operazione alle corde vocali non posso più farlo, quindi cerco di esprimermi in altri modi, come la scrittura del libro "Home Work: A Memoir of My Hollywood Years" che esce a ottobre, a quattro mani con mia figlia. E comunque sento sempre la musica nella mia testa e la canto dentro di me, non potendo farlo più a voce e mi manca immensamente.Qualcosa in particolare?Esibirmi con una grande orchestra è il piacere più grande della vita. È come essere sollevata in aria sulla poltrona più comoda che si possa immaginare e volare leggera leggera. Quei musicisti, infatti, ti elevano e ti rendono migliore e tu vuoi esserne all’altezza.