Massimiliano Beneggi News Musica, Senza categoria 6 settembre 2019 3 MinutesRenato Zero, Franco Battiato, Adriano Celentano. Tre numeri uno, tre icone della nostra musica, troppo impauriti dall’aereo per imporsi allo stesso modo anche all’estero, specie gli ultimi due.GLI INNOVATORIInnovatori, originali al punto da nascondere dietro al loro stile ineguagliabile quell’inclinazione alla musica moderna a cui hanno dovuto anche loro acconsentire, per rimanere giustamente in vetta alle classifiche. Quando hanno cercato di mantenere il modo di produrre arte a cui erano abituati, sono rimasti schiacciati dalle critiche, superati dai tempi che nel frattempo correvano inesorabili. È accaduto rare volte, e si sono sempre rialzati. Nell’arte è come nella moda: è tutta una continua ripetizione dello stesso ritornello e degli stessi prodotti, vestiti di abiti moderni. I particolari, che per qualcuno non suscitano incredibili cambiamenti, contano, eccome se contano. Per tre fenomeni della musica (e non solo), abituati a innovare e ad andare a scavare già nel postmoderno (o meglio ancora nel posthumano, come direbbe il sociologo Belpoliti), la tentazione di riposare sugli allori delle loro creazioni potrebbe essere la più naturale conseguenza, e invece hanno sempre voluto mettersi in gioco, adeguandosi a quanto richiesto dall’attualitá.IL PASSATO È UNA RISORSA SE È ANCORA NEL PRESENTEPer Sant’Agostino il passato non conta non essendo più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e quindi non conta nemmeno il presente in sé, visto come mediazione tra due realtà che non esistono. Per lui esistono solo il presente del passato, che si configura come memoria, il presente del futuro che é la speranza e quindi il presente del presente, ovvero l’attualità. Praticamente, per Agostino, esiste solo tutto quello che ha uno stretto contatto con quanto si vive qui ed ora. Al tempo non si può sfuggire, e occorre adeguarsi ai ritmi della modernità. E se il passato rimane, è perché glielo abbiamo concesso, è perché doveva rimanere.Non sta certo a noi determinare se sia più coraggioso mettersi continuamente in gioco con qualcosa di nuovo oppure rischiare il quasi certo surclassamento dai nuovi fenomeni musicali proponendo sempre se stessi. Albano non ha mai spostato di una virgola il suo modo di produrre musica, eppure il successo non gli è mai mancato. Un caso raro, forse, ma non importa. Non siamo qua a giudicare questo, ma a festeggiare il nuovo traguardo di tre miti della musica italiana.
Zero, Battiato e Celentano: i nuovi album in arrivo, e perché dovremo ascoltarli da https://teatroemusicanews.com
Massimiliano Beneggi News Musica, Senza categoria 6 settembre 2019 3 MinutesRenato Zero, Franco Battiato, Adriano Celentano. Tre numeri uno, tre icone della nostra musica, troppo impauriti dall’aereo per imporsi allo stesso modo anche all’estero, specie gli ultimi due.GLI INNOVATORIInnovatori, originali al punto da nascondere dietro al loro stile ineguagliabile quell’inclinazione alla musica moderna a cui hanno dovuto anche loro acconsentire, per rimanere giustamente in vetta alle classifiche. Quando hanno cercato di mantenere il modo di produrre arte a cui erano abituati, sono rimasti schiacciati dalle critiche, superati dai tempi che nel frattempo correvano inesorabili. È accaduto rare volte, e si sono sempre rialzati. Nell’arte è come nella moda: è tutta una continua ripetizione dello stesso ritornello e degli stessi prodotti, vestiti di abiti moderni. I particolari, che per qualcuno non suscitano incredibili cambiamenti, contano, eccome se contano. Per tre fenomeni della musica (e non solo), abituati a innovare e ad andare a scavare già nel postmoderno (o meglio ancora nel posthumano, come direbbe il sociologo Belpoliti), la tentazione di riposare sugli allori delle loro creazioni potrebbe essere la più naturale conseguenza, e invece hanno sempre voluto mettersi in gioco, adeguandosi a quanto richiesto dall’attualitá.IL PASSATO È UNA RISORSA SE È ANCORA NEL PRESENTEPer Sant’Agostino il passato non conta non essendo più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e quindi non conta nemmeno il presente in sé, visto come mediazione tra due realtà che non esistono. Per lui esistono solo il presente del passato, che si configura come memoria, il presente del futuro che é la speranza e quindi il presente del presente, ovvero l’attualità. Praticamente, per Agostino, esiste solo tutto quello che ha uno stretto contatto con quanto si vive qui ed ora. Al tempo non si può sfuggire, e occorre adeguarsi ai ritmi della modernità. E se il passato rimane, è perché glielo abbiamo concesso, è perché doveva rimanere.Non sta certo a noi determinare se sia più coraggioso mettersi continuamente in gioco con qualcosa di nuovo oppure rischiare il quasi certo surclassamento dai nuovi fenomeni musicali proponendo sempre se stessi. Albano non ha mai spostato di una virgola il suo modo di produrre musica, eppure il successo non gli è mai mancato. Un caso raro, forse, ma non importa. Non siamo qua a giudicare questo, ma a festeggiare il nuovo traguardo di tre miti della musica italiana.