CINEMA PARADISO

THE BOYS, UNA SUPERSQUADRA PER FERMARE I SUPEREROI CHE OLTREPASSANO IL LIMITE da mymovies


Ora su Amazon Prime Video la serie ad alto tasso di violenza tratta dall'omonimo fumetto di Garth Ennis.di Tommaso TocciStufi di storie di supereroi in cui il mantello conferisce un paradigma morale? La nuova serie The Boys, ora su Amazon Prime Video, stupisce per come riesce a metterci nei panni di chi nulla può di fronte a dei superpoteri utilizzati per il male, invece che per il bene. O meglio, un male ben mascherato, perché nell'universo immaginato dai creatori Seth Rogen ed Evan Goldberg (che hanno già portato in TV Preacher), insieme a Eric Kripke (Supernatural), gli eroi sono sempre un esempio positivo, almeno in teoria. Controllati da una corporazione globale, la Vought, i cosiddetti "The Seven" si prestano al servizio del pubblico sempre a favor di telecamera e vantano sponsorizzazioni globali ultra redditizie. Lontano dai riflettori, però, vengono anche "prestati" alla protezione di singole città dietro ricco compenso, come un giocatore di una franchigia NBA, e usati per alterare gli equilibri geo-politici del paese e del pianeta intero.Composta da personaggi come The Deep, una sorta di Aquaman protettore dei mari, A-Train, velocissimo come Flash e del tutto irresponsabile con ciò che si para sul suo cammino, e il leader Homelander, un fiero guerriero in stile Superman che svolge il ruolo di leader, la squadra dei Seven si piega in realtà al volere di qualcuno dal potere meno "super" ma più radicato: Madelyn Stillwell (interpretata da Elisabeth Shue), executive senza scrupoli del gruppo Vought che nasconde piani di dominio molto ambiziosi.The Boys è tratta da un famoso fumetto del 2006 di Garth Ennis, una firma prestigiosa e dai tratti creativi molto estremi, sia per le sue de-composizioni e ri-composizioni della materia narrativa, sia per il suo gusto sfacciato per violenza e profanità.Tommaso TocciRimane però un nome importantissimo, e la serie The Boys deve la sua parte migliore proprio alla premessa inventata da Ennis: quella sensazione opprimente di un mondo al rovescio, in cui il sopruso del potere non è soltanto quello della legge, ma l'eccesso impunito di creature di livello superiore.A guidare lo spettatore in questo torbido scenario sono due personaggi in particolare: Hughie Campbell, un timido commesso di negozio che ha sperimentato di persona i danni che possono essere causati senza conseguenze dai membri dei Seven, e Annie January, giovane ragazza che sogna di entrare a far parte della squadra di supereroi e che ci mostrerà sia il processo di selezione, grottescamente mutuato dallo show business, quanto il marcio che si cela all'interno del gruppo una volta assunto il "ruolo" dell'eroina Starlight.L'altro polo narrativo della serie è ovviamente il misterioso gruppo "The Boys", creato per opporre resistenza semi-ufficiale ai soprusi dei Seven. Tra i legami con la CIA e la natura da misfit dei suoi componenti, il gruppo è un concentrato di puro Ennis, che fa del pastiche alla Tarantino uno dei suoi punti di forza. Alla guida c'è Billy Butcher, interpretato da Karl Urban che negli anni ha sviluppato un gusto divertente e divertito per ruoli da caratterista di puro genere. Butcher ne è l'ennesima conferma, dall'accento fino allo humor cinico."O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo" profetizzava Harvey Dent in una delle scene più famose di Il cavaliere oscuro: il film, come la citazione, ha assunto una rilevanza speciale per via di ciò che il filone supereroistico è diventato nel decennio seguente. È naturale dunque che l'intera industria, una volta raggiunta l'egemonia totale sui prodotti di intrattenimento, torni con decisione su temi auto-riflessivi (lo ha fatto la stessa Marvel, del resto, sia in Avengers: Endgame che in Spider-Man: Far from home) che sono già parte integrante del genere. Si pensi a Watchmen, capolavoro di Alan Moore portato sullo schermo da Zack Snyder, che si interroga tanto sui limiti etici del potere assoluto, quanto sul dovere morale di opporvi resistenza, il tutto in chiave ovviamente metalinguistica. The Boys raccoglie proprio quell'insegnamento e lo porta all'estremo, calandolo alla perfezione nel contesto di una società contemporanea fatta di sistematica commercializzazione di ogni bene.