CINEMA PARADISO

Io sono tempesta


Il finanziere Numa Tempesta sta per avviare un grande progetto immobiliare in Kazakistan. Ma proprio al momento di chiudere le trattative con gli investitori internazionali i suoi avvocati lo informano che dovrà scontare una condanna per frode fiscale: non in carcere, che gli avvocati sono riusciti ad evitargli, ma prestando servizi sociali presso un centro di accoglienza. Passaporto e cellulare gli vengono ritirati da Angela, che gestisce il centro, e Numa è adibito a vari compiti di assistenza - compreso quello di tenere puliti i bagni comuni.La parabola di Tempesta è dichiaratamente ispirata a quella di Silvio Berlusconi, ma lo sviluppo del personaggio ha più a vedere con la commedia all'italiana che con l'attualità politica (anche se nella realtà spesso le due si sovrappongono).Nelle intenzioni di Daniele Luchetti pare esserci il ritratto di un Paese che sta cambiando pelle ma che rimane ben ancorato ai suoi peggiori difetti: il qualunquismo, la rincorsa della ricchezza facile, e quella corruttibilità secondo cui tutti, nessuno escluso, hanno un prezzo.La commedia all'italiana classica però, pur raccontando un'amoralità diffusa, fustigava i suoi personaggi. Numa invece finisce per apparire migliore degli ospiti del centro di accoglienza, fra cui Bruno, un padre che ha perso tutto tranne il figlio, e Angela, il personaggio più incoerente della storia: è impossibile dettagliare la repentinità delle sue contraddizioni senza svelare le svolte della trama.Il personaggio meglio riuscito è quello di Nicola, il figlio di Bruno, grazie anche alla bellissima interpretazione di Francesco Gheghi, cui per fortuna manca la piacioneria televisiva che caratterizza molti dei giovanissimi attori italiani. Nicola incarna credibilmente l'amara consapevolezza di una situazione pesantemente compromessa, e la capacità di fare ciò che si deve in un mondo in cui ognuno fa come gli pare. Il trio di studentesse di psicologia appartiene invece ad un altro film, potenzialmente molto divertente e politically incorrect.UNA FARSA SOCIALE, UN'OPERA BUFFA, UNA COMMEDIA INVERNALE SUL POTERE DEL DENARO.Overview di Paola Casellavenerdì 30 marzo 2018Numa Tempesta è un facoltoso imprenditore che possiede aerei privati, terreni, alberghi e un lussuoso yacht da sessanta metri. Ma a causa di una condanna per frode fiscale, che lui liquida come: "Stronzate, cose che in Italia non contano, fanno curriculum", dovrà scontare un anno ai servizi sociali, pulendo le latrine in un centro di accoglienza e adoperandosi per un gruppo di "poveracci" che faranno rapporto sul suo operato. Tempesta dovrà dimostrare verso di loro quell'empatia che non prova per nessuno - nemmeno per se stesso.Otto anni dopo La nostra vita, Daniele Luchetti torna a raccontare l'Italia di oggi attraverso un personaggio che potrebbe fare riferimento non puramente occasionale ad un ex presidente del Consiglio.Io sono Tempesta "è una farsa sociale, un'opera buffa, una commedia invernale sul potere del denaro", ha dichiarato Luchetti al quotidiano Repubblica. "Lontana, ma solo per essere più libera, dai fatti di cronaca e dal dovere di essere verosimile, vuole raccontare, sorridendo e con un tono di fiaba, una fetta di Italia che il nostro cinema affronta sempre col tono serio del cinema del dolore".Nel ruolo di Tempesta c'è Marco Giallini, la cui presenza carismatica è perfetta per conferire ad un "pezzo di malacarne" una irresistibile qualità umana. Accanto a lui Elio Germano che, dopo la Palma d'oro per la sua interpretazione ne La nostra vita, si cimenta ora con l'ambiguo ruolo di Bruno, un padre travolto dalla crisi e costretto a rifugiarsi con il figlio nel centro di accoglienza cui è stato assegnato l'imprenditore.