CINEMA PARADISO

La Crus: "Brano ateo? Non è un mistero, più vicini a Peppone che a Don Camillo"


La Crusultimo aggiornamento: 10 febbraio, ore 18:06Roma - (Adnkronos) - Di nuovo insieme il duo, formato da Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti, che all'Ariston gareggia con 'Io confesso': "Nessuna pressione per la canzone: questo festival è più attuale e ci sta bene anche una bella frase laica".Roma, 10 feb. - (Adnkronos) - Una professione di ateismo così espliciteeea sul palco di Sanremo non si era mai sentita. E a colmare la lacuna ci hanno pensato i La Crus. "Non credo nel peccato, amore mio/perché non credo in Dio", cantano Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti in 'Io confesso', il brano in gara al festival che riunisce il duo dopo lo scioglimento del 2008 e che è anche il primo singolo del primo album da solista di Giovanardi ''Ho sognato troppo l'altra notte?'' che esce il 16 febbraio. "In effetti -confessa Giovanardi all'ADNKRONOS- ho pensato che quella frase potesse crearci dei problemi. A dire il vero quasi mi aspettavo che qualcuno ci avrebbe chiesto di cambiarla e invece devo dare atto sia a Gianni Morandi che a Gianmarco Mazzi di non averci chiesto nessuna mediazione. Fortunatamente non siamo nel Medioevo e non è un mistero che io mi senta più vicino a Peppone che a Don Camillo. Entrando a casa mia, all'ingresso c'è la foto dei fratelli Cervi", confessa Giovanardi. "Ci ho pensato un buon mesetto -spiega- prima di accettare la proposta di Mazzi di ricostituire per Sanremo i La Crus, in modo da chiudere il cerchio di quest'esperienza sullo stesso palco dove era nata, al Premio Tenco, nel 1995. E devo dire che partecipare a questo Sanremo, con questo cast, mi fa particolarmente piacere. Questa edizione del festival è un po' più al passo con i tempi, più attuale, meno ingessata. E ci sta bene anche una bella frase laica".  'Io confesso' è un brano che racconta "l'ammissione di un tradimento, la confessione di aver sbagliato e la richiesta di un perdono, di una nuova possibilità", spiega Giovanardi. "E' un modo per dire che l'amore e la passione sono più forti degli sbagli, dell'adulterio", prosegue. La scelta è caduta su questo brano anche perché è "l'unico pezzo dell'album solista in cui aveva suonato anche Cesare".  L'atmosfera dell'esibizione sanremese, che vedrà i La Crus accompagnati dal soprano Susanna Rigaccisarà quella "di Studio Uno, della Mina in bianco e nero": "Tutto l'album ha un po' questa suggestione un po' beat, con arrangiamenti morriconiani, chitarre western. E non a caso la Rigacci di solito lavora con Morricone. Abbiamo provato a chiedere di andare in onda in bianco e nero durante la nostra esibizione ma non hanno accettato, credo che immagini in bianco e nero scorreranno dietro di noi".  Quanto alla serata dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia, i La Crus spiegano che la scelta di 'Parlami d'amore Mariù' non è stata immediata. "All'inizio -dice Giovanardi- pensavamo di fare 'Ma mi', la canzone musicata da Fiorenzo Carpi su testo di Strehler. Ma poi ci siamo resi conto che c'era stato un misunderstanding e che la canzone non era nella rosa di quelle tra cui potevamo scegliere. A quel punto l'indecisione era tra '1950', 'Il ragazzo della via Gluck', 'Parlami d'amore Mariù'. Già propendevo per quest'ultima poi, il giorno della decisione mi è passata a trovare mia mamma e mi ha detto che lei non avrebbe avuto dubbi su 'Parlami d'amore Mariù' e mi ha fatto sciogliere la riserva".  Ma dopo Sanremo i La Crus hanno speranza di riunirsi davvero: "Non ora ma magari fra cinque, sei, dieci anni, chissà. Sono convinto che i grandi amori non meritano mediocrità e i La Crus si sono sciolti prima di iniziare a fare i dischi tanto per farlo", conclude.