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Speciale P.K.Dick da http://andromedasf.altervista.org

Post n°14221 pubblicato il 22 Gennaio 2018 da Ladridicinema
 

 

 

 

Speciale P.K.Dick – “La svastica sul Sole” | “L’uomo nell’alto castello” (The Man in the High Castle, 1962)

 

 

Il fascino del romanzo non deriva solo dalla costruzione di un’America divisa in tre stati controllati dalle potenze vincitrici (sul modello di quel che accadde alla Germania dal 1945 alla riunificazione), ma dal gruppo di personaggi memorabili attraverso i quali viviamo in quel mondo rovesciato e inquietante: primo tra tutti il mite e onesto funzionario giapponese Nobosuke Tagomi, lodato da Ursula K. Le Guin come prima figura della letteratura fantascientifica che potesse tener testa al Leopold Bloom di Joyce o alla signora Dalloway della Woolf.

MNHCSTL1964Ma insieme a Tagomi spiccano Juliana Frink, donna inquieta e tormentata, istruttrice di arti marziali; il suo ex-marito Frank, brillante artigiano ebreo che vive sotto falso nome nel terrore di essere rintracciato e catturato dai nazisti; Robert Childan, antiquario che vive un complesso rapporto di ammirazione servile e odio razziale nei confronti dei dominatori giapponesi; il signor Baynes, uomo d’affari svedese che in realtà è un agente dei servizi segreti tedeschi incaricato di contattare un alto ufficiale delle forze armate giapponesi. Attraverso le trame multiple di questo romanzo sfaccettato, vediamo i fatti della grande storia dal basso: la morte del cancelliere del Reich Martin Bormann, erede di Hitler, e la lotta tra i gerarchi nazisti per assumere il potere, legata al piano segreto per un attacco nucleare a sorpresa sulle isole giapponesi, tramite il quale eliminare il vecchio alleato e diventare padroni del pianeta.

Ma la storia del piano “Dente di leone” contribuisce solo in parte al fascino del romanzo. Questo perché nel mondo alternativo circola clandestinamente La cavalletta ci opprime, un romanzo scritto dal misterioso Hawthorne Abendsen (che sarebbe l’uomo nell’alto castello); il libro è vietato perché descrive un mondo dove Stati Uniti e Impero Britannico (si badi bene, non l’Unione Sovietica) hanno vinto la guerra, la Germania è in rovina, e il Führer viene processato a Norimberga (e questo, come il precedente dettaglio, fa capire che il romanzo di Abendsen non descrive il nostro mondo dove Hitler si è suicidato per evitare l’onta della cattura).

THMNNTHHGH1976Tra la nostra storia, quella del romanzo e quella del romanzo-nel-romanzo si crea un complesso e disorientante gioco di specchi che mette in questione ciò che noi pensiamo di sapere sull’evento che ha generato il mondo in cui viviamo, cioè la seconda guerra mondiale. Nel 1945 ha veramente trionfato il bene ed è stato sconfitto il male, oppure quel che è avvenuto è la vittoria di un male minore, che ha comunque portato alla guerra fredda, alle atrocità staliniste, alla spartizione spietata e alla distruzione di interi paesi del terzo mondo? Non a caso nel romanzo di Dick si accenna alla distruzione dell’Africa da parte dei nazisti in un folle progetto di bonifica, e non si può dire che la nostra economia tardocapitalistica abbia fatto molto bene al continente nero.

Il romanzo è forse quello più analizzato dello scrittore californiano. Si è studiato il ruolo dell’I Ching nell’opera, il cinese “Libro dei mutamenti” che viene usato da tutti i personaggi per orientarsi nelle scelte difficili che si trovano ad affrontare. Ma l’I Ching, come si scopre alla fine è stato usato da Abendsen per scrivere il suo romanzo; e come hanno accertato i biografi, venne impiegato anche da Dick stesso per strutturare la trama dell’Uomo nell’alto castello. Abendsen allora è Dick? Probabile. Resta da capire, al di là delle celebrazioni stile Soldato Ryan di Spielberg, chi o cosa abbia vinto veramente quella guerra che si comincia a dimenticare (provate a parlarne con qualche adolescente italico…), ma la cui presenza nella nostra coscienza spiega gran parte del fascino che questo romanzo ancora ha per tutti noi.

Umberto Rossi

Philip K. DickL’AUTORE

Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense. La fama di Dick, noto in vita esclusivamente nell’ambito della fantascienza, crebbe notevolmente nel grande pubblico e nella critica dopo la sua morte, in patria come in Europa (in Francia e in Italia negli anni ottanta divenne un vero e proprio scrittore di culto), anche in seguito al successo del film Blade Runner del 1982 liberamente ispirato a un suo romanzo. In vita pubblicò quasi solamente opere di narrativa fantascientifica – un genere all’epoca considerato “di consumo” – ed è stato successivamente rivalutato come un autore postmoderno precursore del cyberpunk e, per certi versi, antesignano dell’avantpop. Gli sono stati dedicati molteplici studi critici che lo collocano ormai tra i classici della letteratura contemporanea. Temi centrali dei suoi visionari romanzi sono la manipolazione sociale, la simulazione e dissimulazione della realtà, la comune concezione del “falso”, l’assuefazione alle sostanze stupefacenti e la ricerca del divino.

Nato a Chicago, con la sorella gemella Jane, in una famiglia dai legami burrascosi (la madre, da lui descritta come nevrotica, divorziò dal padre pochi anni dopo la nascita dei gemelli), Philip Dick trascorse un’infanzia e un’adolescenza solitarie e tormentate: la sorellina morì a poche settimane dalla nascita (Dick le rimase sempre legato, e decise di essere seppellito accanto a lei); dopo il trasferimento in California, frequentò l’Università di Berkeley, ma non concluse gli studi a causa della sua militanza nel movimento contro la guerra di Corea e del suo pacifismo(per continuare gli studi universitari avrebbe dovuto sostenere un corso di addestramento – ROTC – come ufficiale della riserva, all’epoca obbligatorio), che lo portarono ad avere problemi col maccartismo di quegli anni. Iniziò a lavorare in un negozio di dischi dove conobbe la prima moglie, Jeanette Marlin (il matrimonio durò da maggio a novembre ’48). Le sue affermazioni secondo cui in quel periodo avrebbe lavorato in una radio locale non sono mai state provate, anche se è possibile che abbia scritto testi pubblicitari per qualche emittente di Berkeley. Sicuramente la nascita della sua conoscenza e del suo amore per la musica classica precedette gli anni in cui lavorò come commesso nel negozio di dischi.

L’incontro con la fantascienza avvenne, forse per caso, e forse nel 1949 (ma il suo primo racconto, “Stability” Stabilità, pubblicato postumo, fu scritto nel 1947), quando invece di una rivista di divulgazione scientifica ne acquistò per sbaglio una di fantascienza (la circostanza non è certa). Esordì nel 1952 sulla rivista Planet Stories. Lasciata la prima moglie, si risposò con Kleo Apostolides (dal 14 giugno 1950 al 1959), militante comunista di origini greche. In questo periodo pubblicò i primi romanzi e una notevole quantità di racconti. Il matrimonio con Kleo andò in crisi quando Dick si trasferì nella zona rurale di Point Reyes, a nord di San Francisco, in quella Marin County che fu l’ambientazione di diverse opere (tra tutte Cronache del dopobomba). Lì conobbe Anne Williams Rubinstein, che diventò la sua terza moglie (rimasero sposati dal 1º aprile 1959 all’ottobre 1965). Era una donna colta e di forte personalità, vedova e madre di tre figlie, che gli diede una figlia: Laura Archer (25 febbraio 1960). Dick si trasferì a casa di Anne, e per mantenere la famiglia e il tenore di vita della moglie abbandonò la fantascienza, poco remunerativa e per niente prestigiosa, per tentare di occuparsi di narrativamainstream. Ma Dick visse ciò come una sconfitta, di cui considerò responsabile la moglie. Il fallimento come “nuovo” autore fu la goccia; il matrimonio andò a pezzi, Dick si convinse che la moglie avesse assassinato il precedente marito e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Divorziarono nel 1965, e Dick si trasferì a San Francisco.

Dick assumeva anfetamina fin dai primi anni Cinquanta, sostanza che gli era stata prescritta dallo psichiatra che gli aveva diagnosticato una lieve forma di schizofrenia; l’anfetamina era usata per combattere gli stati depressivi di cui lo scrittore soffriva occasionalmente. Man mano Dick sviluppò una vera e propria tossicodipendenza dalla sostanza, che lo agevolava nella stesura delle sue opere. L’abuso di stimolanti raggiunse livelli allarmanti durante la seconda metà degli anni Sessanta, proprio mentre l’autore scriveva due dei suoi romanzi più importanti (Il cacciatore di androidi e Ubik). La rottura con la quarta moglie, Nancy Hackett (sposata dal 6 luglio 1966 al 1972), che lo abbandonò assieme alla figlia Isolde Freya (ora Isa Dick Hackett ) (15 marzo 1967), e la morte del suo carissimo amico Jim Pike, mandarono Dick alla deriva; lo scrittore si trovò a vivere in una casa di sbandati, e la situazione arrivò al punto critico quando, in sua assenza, la sua abitazione subì un’effrazione durante la quale sconosciuti forzarono il suo schedario blindato (Dick fece innumerevoli ipotesi sulla loro identità, arrivando a sospettare che fossero agenti dell’FBI; a tutt’oggi la questione non è stata chiarita). In seguito Dick partecipò a una conferenza sulla fantascienza a Vancouver, in Canada, e decise di stabilirvisi. Anche l’esperienza canadese fu però un fallimento, dovuto al consumo eccessivo di psicofarmaci e alla mancanza di denaro. Dick si fece ricoverare in una comunità di recupero pertossicodipendenti, la X-Kalay, un’esperienza breve che però lo aiutò chiudere con le anfetamine. Molti eventi e situazioni risalenti al suo percorso esistenziale di questo periodo ebbero un ruolo importante nel suo romanzo Un oscuro scrutare. Tornato in California, Dick si stabilì alla periferia di Los Angeles e nel 1972 riprese a scrivere, anche in seguito all’incontro con Leslie (Tess) Busby (18 aprile 1973-1977), la quinta moglie, dalla quale ebbe il terzo figlio, Christopher Kenneth (25 luglio 1973). Tra il febbraio e il marzo del 1974 Dick iniziò a sentire voci e avere visioni in sogno e da sveglio. Convinto di vivere un’esperienza mistica, Dick prese a scrivere l’Esegesi, una vasta raccolta di appunti a carattere teologico-filosofico a partire dai quali scrisse la celebre Trilogia di Valis, punto d’arrivo della sua esperienza letteraria.

Morì a Santa Ana, in California, per collasso cardiaco, nel 1982, proprio quando i diritti delle sue opere cominciavano a dargli per la prima volta una certa sicurezza economica, e mentre era in lavorazione il primo film basato su una delle sue storie: Blade Runner, di Ridley Scott, che Dick non poté vedere completato, anche se riuscì a visitarne il set. (Biografia tratta da Wikipedia)

 
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