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Aladdin

Post n°15190 pubblicato il 24 Giugno 2019 da Ladridicinema
 

E' l'epoca dei live action dei film d'animazione per Disney, e anche un altro grande classico come Aladdin non poteva non essere rielaborato e narrato in forma filmatografica. Rielaborato, perchè la storia è molto diversa su diversi punti, anche in maniera importante, tanto che ogni tanto sembra che ci si trovi in Jasmine, piuttosto che in Aladdin; ma tant'è che è il segno dei tempi e dell'ipocrisia del "politicamente corretto" e chi meglio della Disney attuale può approfittare di questa cosa facendolo però in maniera forzata e non naturale. Altro elemento che viene modificato in maniera importante è la storia del Genio. Molto interessante il fatto che sia lui a raccontare la storia, meno diciamo la sua parte "umana". Jafar invece in questo film è interessato successivamente a diventare sultano, solo dopo che lo stesso non lo appoggia nelle guerre di espansione (naturalmente non presenti nel cartone) Tornando alla storia, nei punti principali però la storia non cambia (da come viene trovata la lampada al destino di Jafar). Inevitabile che ci siano più cose da raccontare e le tante differenze vista la durata del film di due ore rispetto al film d'animazione che durava 91 minuti.

Ma chi è Aladdin... Per chi non avesse mai visto il classico, è un ragazzo poverissimo che campa di espedienti nella città di Agrabah. Durante uno dei tanti furtarelli fatti per vivere, incontra una ragazza che regala il pane a dei bambini affamati, portando l'ira del venditore che pretende i soldi. Aladdin riesce a farla scappare scoprendo poi di parlare con l'ancella della principessa Jasmine, Dalia (questa ultima parte è diversa dall'originale). Solo successivamente scoprirà chi è in realtà, ma in quel momento viene catturato da Jafar, il visir del sultano; che lo spedisce nella caverna delle meraviglie a recuperare una lampada che poi dopo un incidente che porterà lo stesso Aladdin a rimanere bloccato, si scoprirà essere magica e da cui uscirà un genio potentissimo in grado di esaudire 3 desideri.

I classici Disney sono immortali e questa voglia di riportarli in film spesso e volentieri pessimi o mediocri al meglio, sono semplicemente delle trovate per fare soldi. Per quanto la computer grafica sia evoluta, questi film non ridanno la bellezza e la tenerezza di quei disegni fatti a mano. Spesso poi la scelta della perdita dei colori per dei toni più dark fanno perdere gran parte della magia. 

Anche con Aladdin abbiamo questo e in alcune parti, quella dei balli, sembra di trovarsi di fronte ad un prodotto di Bollywood. 

La magia rimane per altri fattori, dal mondo fantasioso e dalla bravura di Jonny Depp in Alice; dalla tenerezza di Dumbo e dallo splendore di Eva Green; dalla sorpresa Lily James in Cenerentola... in questo nuovo film il pezzo da novanta che vale il biglietto e porta il film ad essere passabile (pur se mediocre) e gradevole è la presenza di Will Smith che interpreta il genio.

Scelta rischiosa, perchè si rischiava che con un attore così importante si concentrasse il tutto su di lui.

L'attore americano lo interpreta a suo modo, dimostrando la sua bravura. Un genio meno diciamo potente a livello di magia, ma più umano, sbruffone, interessato a fare feste e pronto ad innamorarsi. Una sorta di fusione tra il principe di Bel-Air di antica conoscenza in chiave magica e il personaggio di Hitch, che aiutava gli uomini a capire le donne e a dirgli come conquistarle.

Mena Massoud e Naomi Scott, all'esordio sono gli attori dei personaggi principali che raccontano la parte romantica del film, che pur appartenendo a mondi diversi si innamorano. Una principessa Jasmine consapevole di se stessa e attenta al benessere del popolo è molto interessante, ma farla diventare addirittura Sultano è la sintesi dei tempi e mi sembra forzato (non che ci sia nulla di male, ma credere che in quell'epoca una donna potesse diventare sultano... anche se pure il classico non era diciamo "tradizionale").

Jafar interpretato da Marwan Kenzari è troppo giovane e troppe debole. Non sembra mai essere un pericolo e soprattutto non si nota la sua magia di stregone se non alla fine quando viene trasformato con l'esaudirsi del desiderio. Questa è probabilmente la pecca più grande.

Altro punto dolente è il pappagallo Iago, consapevole e favoloso nell'originale ma qui limitato; tutto il contrario della scimmietta Abu che invece guadagna in forza e nella solita splendezza del tappeto magico. 

La colonna sonora di Alan Menken (La Bella e la Bestia, La Sirenetta) comprende nuove versioni dei brani originali scritti dallo stesso Menken e dai parolieri Howard Ashman e Tim Rice, oltre a due traccie inedite composte in collaborazione con Benj Pasek e Justin Paul (La La Land, Dear Evan Hansen).

 
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