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Vizi di famiglia

Post n°15643 pubblicato il 20 Marzo 2020 da Ladridicinema
 

Charles Webb, chi era costui? È certamente più noto un suo romanzo, Il laureato. Webb, per la sua storia che nel '67, grazie al film, girò il mondo, si ispirò a una famiglia vera di Pasadena, gli Huttinger, diventati nella finzione i Robinson. Insomma, la matura Anne Bancroft (cioè la signora Robinson) che sedusse il neolaureato Dustin Hoffman innamorato di sua figlia Katharine Ross, la ritroviamo qui nei panni di Shirley MacLaine, la nonna Katharine. La figlia è morta giovane. È rimasta la nipote. Ecco che nel '97 la nipote, la trentenne Sara Huttinger (Aniston), giornalista frustrata del New York Times, torna a Pasadena in compagnia del fidanzato Jeff (Ruffalo), per le nozze di sua sorella, la cretina Annie (Suvari). Sara, durante la festa, fra un pettegolezzo, una data sospetta e una vecchia fotografia, si convince di non essere figlia di suo padre ma di tale Beau Burroughs (Costner), che poi sarebbe il Dustin di allora. La madre era fuggita in Messico poco prima delle nozze per raggiungere l'irresistibile Beau. Dopo un week end di fuego era tornata per sposare il mite papà. Da lì, appunto, il sospetto sulla paternità. Sara risale a Beau, che dunque ha già sedotto nonna e madre (in realtà ne fu sedotto) e lo rintraccia a San Francisco. E siccome Beau è Costner, una sorta di Bill Gates con lo charme di Kevin, l'irrequieta Sara si risveglia nel letto della di lui villa sul mare. Ad essere sedotta, anzi a sedurre, è toccato anche alla terza generazione. Dopo naturalmente che Sara ha appurato di non esser figlia di Beau, "scientificamente" reso sterile da una "pedata nelle palle" rimediata durante una partita di calcio, sferratagli, si saprà, proprio dal padre di Sara. Ma guarda il destino. Niente incesto dunque, meno male. Sara alla fine ha le sue risposte, rassicuranti. Un plot del genere sarebbe scivolato disperatamente lungo il versante ridicolo. Ma regista e attori, e anche autori, lo salvano e tutto diventa una sorta di thriller-un-po'-grottesco-ma-gradevole-del-sesso-e-del-cuore. Arriva Kevin e il film prende vita. Ah se non si fosse macerato con iniziative alla Waterworld o L'uomo del giorno dopo impegnandosi su temi immani e astrusi che non gli appartengono. Rimane il cinquantenne più affascinante del cinema. Non è poco. Infine va rilevata l'estetica-video furba di Reiner: mari azzurri, valli verdi (c'è Costner no?), feste in smoking, e l'estetica-audio: musiche di Porter, Gershwin, e la mitologica As Time Goes by di Casablanca. E una bella battuta di Beau-Costner: "la storia era tutta vera salvo un dettaglio, non mi ero laureato, ma il film non poteva mica intitolarsi "il bocciato".

 
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