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Messaggi di Maggio 2019

 

The Rocketman

Post n°15146 pubblicato il 31 Maggio 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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L'angelo da mymovies

Post n°15145 pubblicato il 31 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Era miliardario, parente del presidente egiziano Nasser (ne aveva sposato nel 1966 la seconda figlia, Mona), suo padre era un rispettato generale. Ashraf Marwan aveva tutto quello che un uomo potesse desiderare: amore, denaro, potere. E la libertà di fare quello che voleva della sua vita - per esempio, trasferirsi a Londra con la famiglia per continuare gli studi e "assaggiare" il gusto della vita occidentale.

Di mestiere, Marwan faceva il consulente. Di Nasser prima, e alla morte del presidente continuò con il successore, Anwar Sadat, per il quale curò i rapporti con Arabia Saudita e Libia. Era un uomo realizzato, Marwan, che nel 1974 assunse addirittura l'importante carica di segretario del Presidente per gli affari esteri. Solo che non era chi diceva di essere.

Da quattro anni, a partire dal 1970, Marwan era un informatore al servizio del Mossad, i servizi segreti israeliani. Destinato a diventare la spia più famosa del Medioriente, considerato un eroe sia in Egitto che in Israele per il suo impegno a mantenere la pace tra i due paesi, rimase in servizio come spia fino al 1998. La sua doppia identità fu rivelata nel 2002. Nel 2007 morì, cadendo misteriosamente dal balcone del suo appartamento, al quinto piano di un palazzo, a Londra. 

MARWAN, IL MITO.
lunedì 10 settembre 2018 

La storia di Marwan ha attirato l'interesse di giornalisti e artisti, per le importanti implicazioni geopolitiche della sua attività di consulente del governo egiziano e spia dei servizi israeliani. A interessarsi per primo della sua storia è stato il giornalista egiziano Amr Ellissy, che ha indagato sulle misteriose circostanze della morte. Il risultato dell'inchiesta diventò un documentario, Ekhterak, trasmesso in sei episodi sulla tv pubblica egiziana, a un anno dalla morte di Marwan. Girato nell'appartamento londinese dell'ex spia, il documentario includeva interviste al figlio di Marwan, a un testimone oculare e ad alcuni conoscenti dell'uomo.

Ma chi ha divulgato al grande pubblico la storia dell'uomo e della spia è stato soprattutto uno scrittore israeliano trapiantato in Inghilterra, Ahron Bregman, il primo a smascherare nel 2002 - probabilmente grazie a una soffiata - la doppia identità dell'uomo.

I due, nonostante Marwan avesse negato ogni implicazione nello spionaggio, diventarono amici: il giorno in cui la spia fu trovata morta a Londra, avrebbero dovuto incontrarsi per lavorare sulle sue memorie. Sulla storia della sua relazione con Marwan, nel 2016, Bregman ha pubblicato un romanzo, dal titolo "The Spy Who Fell to Earth: My Relationship With the Secret agent Who Rocked the Middle East". Nel 2016 anche Uri Bar-Joseph, professore universitario arabo israeliano, ha pubblicato un romanzo su Marwan: "The Angel: The Egyptian Spy who saved Israel", diventato un film per Netflix, L'angelo.

NOME IN CODICE: L'ANGELO.
lunedì 10 settembre 2018 

Il titolo, L'angelo, allude al nome in codice di Marwan, interpretato nel film da Marwan Kenzari, prossimamente nel ruolo di Jafar nel live-action di Aladdin targato Disney, insieme a Waleed Zuaiter (Nasser), Sasson Gabai (Anwar Sadat) e Ori Pfeffer (il capo del Mossad Zvi Zamir). La storia, che inizia nel 1972, segue gli avvenimenti descritti nel romanzo di Uri Bar-Joseph, adattato per il grande schermo dal regista Ariel Vromen (CriminalThe Iceman) insieme allo scrittore David Arata (I figli degli uomini).

"È la storia di un uomo che ha sacrificato la sua vita per la pace fra Egitto e Israele, una pace durata per 40 anni. Sono orgoglioso di raccontarlo in un film, e ne sento la responsabilità". 
Ariel Vromen, regista

Girato tra Inghilterra, Bulgaria e Marocco, e costato circa 12 milioni di dollari, il film è parlato in arabo, ebraico e inglese. È il primo film di Netflix a maggioranza di dialoghi arabi.

 
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Il verdetto

Post n°15144 pubblicato il 31 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Giudice dell'Alta Corte britannica, Fiona Maye è specializzata in diritto di famiglia. Diligente e persuasa di fare sempre la cosa giusta, in tribunale come nella vita, deve decidere del destino di Adam Henry, un diciassettenne testimone di Geova che rifiuta la trasfusione. Affetto da leucemia, Adam ha deciso in accordo con i genitori e la sua religione di osservare la volontà di Dio ma Fiona non ci sta. Indecisa tra il rispetto delle sue convinzioni religiose e l'obbligo di accettare il trattamento medico che potrebbe salvargli la vita, decide di incontrarlo in ospedale. Il loro incontro capovolgerà il corso delle cose e condurrà Fiona dove nemmeno lei si aspettava.

Per quanto si provi a dire a parole il film di Richard Eyre, mancherà sempre all'appello l'essenziale. E l'essenziale in The Children Act - Il Verdetto è l'indicibile, quello smarrimento violento e improvviso che coglie qualche volta l'individuo fino a rovesciarne lo spirito e spostare per sempre il suo cuore più in là.

Di questo spiazzamento esistenziale fa esperienza Fiona Maye, giudice nata dalla penna di Ian McEwan ("La ballata di Adam Henry") e confrontata con una richiesta urgente in risonanza con la sua vita privata. Una vita trascorsa a esaminare situazioni altamente conflittuali, a valutare punti di vista che si oppongono, a divorare il tempo che avrebbe dovuto condividere col marito, a risolvere e risolversi con misura e distacco. Ma la fragilità del suo matrimonio e lo stato di salute di un adolescente rompono il suo delicato e costante esercizio, costringendola a confrontarsi bruscamente con se stessa per donare un nuovo senso alla parola responsabilità. 

Cercando "l'interesse del bambino", principio in apparenza semplice ma di applicazione sovente dolorosa, la protagonista si perde e perde il filo. L'elemento perturbatore ha il corpo tormentato e il volto seducente di Adam (Fionn Whitehead, il giovane soldato di Dunkirk), indeciso tra principi religiosi e vitale pulsione adolescenziale. L'ambivalenza dell'animo umano è soggetto e materia di un film che illustra senza fioriture il ritratto di una donna travolta da quello che è chiamata a giudicare.

 
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Chi porteresti su un'isola deserta da gogomagazine

Post n°15143 pubblicato il 31 Maggio 2019 da Ladridicinema
 


Annunciato durante questi mesi tramite un trailer di presentazione, Chi porteresti su un’isola deserta? è finalmente disponibile nel catalogo Netflix, che in questo periodo sta investendo molto per i suoi abbonati. Parecchia è stata la curiosità dietro alla pellicola, sia per i nomi dietro alla sua creazione e produzione, sia per gli attori a comporne il cast. Sarà riuscito a colpire in pieno?
Chi porteresti su un’isola deserta? deriva dalla penna di Paco Anaya, ispirato dalla regia diJota Linares e si presenta come un qualcosa che tenta di estrarre l’azione non tanto attraverso sviluppi fisici, quanto attraverso le emozioni e l’abilità degli attori stessi, che qui troviamo valorizzati più che mai.

Il film mette al suo centro un momento preciso della vita dei quattro protagonisti che lo compongono: Marcos, Celeste, Marta e Eze, rispettivamente interpretati da Jaime Lorente  (La Casa di Carta, Elite…), Andrea Ros (Il diario di Carlotta, REC 2…) , Maria Pedraza (La Casa di Carta, Elite…)  e Pol Monen (Tuo figlio…). Dopo aver vissuto per 8 anni nello stesso appartamento, la vita dei protagonisti sta per cambiare, imboccando la strada ispirata dalle loro scelte e dal loro personale impegno. Il tutto prende piede, dunque, proprio nel momento della crescita, nel momento in cui tutti loro si rendono conto che i prossimi passi che faranno avranno un impatto sul futurChi Porteresti su un’isola deserta? però, non si limita semplicemente ad analizzare il momento della realizzazione ed il salto nel vuoto, va ben oltre mettendo in scena un vero e proprio dramma contemporaneo, tutto scritto dentro di loro, che non ha troppo a che vedere con il futuro, piuttosto con il presente.

La narrazione, inizialmente pervasa da una comprensibile malinconia, già vista altrove, soffia delicatamente lungo i piccoli gesti dei protagonisti, lungo gli scatoloni che occupano tutta la casa, lungo i cassetti ben chiusi e i loro segreti, fino a mettere a nudo una fragilità che esplode nei silenzi della colonna sonora.

La scrittura dei vari protagonisti riesce perfettamente nel suo intento, proponendosi ispirata da quello che è uno stile più teatrale che cinematografico. I silenzi bagnati dalle lacrime, le riprese che immobili mettono in evidenza qualcosa che non può essere catturato dall’obiettivo della cinepresa, qualcosa che è dentro agli attori stessi e ai personaggi e l’attenzione verso l’espressività, contribuiscono a valorizzare le performance generali degli attori stessi, che non si sono risparmiati.

Chi porteresti su un’isola deserta? si pone, dunque, come una minuscola lente d’ingrandimento pronta a raccontare la realtà dei suoi protagonisti, lontana dalle apparenze e da quel salto che sembra tormentare tutti quanti per i motivi sbagliati. Rompe le barriere umane e mette in scena qualcosa che non ha bisogno di troppe corse, riuscendo comunque ad impattare per la profondità.

 
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L'atelier

Post n°15142 pubblicato il 31 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

La Ciotat, nel Sud della Francia. Antoine partecipa a un workshop estivo in cui un gruppo di giovani selezionati lavora alla scrittura di un soggetto di un romanzo thriller con l’assistenza di Olivia, un’importante scrittrice. Il processo creativo cerca di fare riferimento anche al passato industriale della città ma questo si rivela un argomento molto distante dagli interessi di Antoine il quale in breve tempo manifesta le proprie tensioni non nascondendo più le sue idee razziste.

L'idea del film risale al 1999 e a un workshop di scrittura al cui montaggio video aveva lavorato il co-sceneggiatore di Cantet e che vedeva coinvolta una scrittrice inglese con un gruppo di giovani de La Ciotat che avevano come unico vincolo quello di ambientare l'azione nella città portuale.

Cantet lo sfrutta per proporre una lettura della condizione giovanile in un contesto che è diverso da quello, in qualche misura cogente, che aveva caratterizzato La classe. Qui il gruppo riunito intorno ad Olivia ha deliberatamente scelto di misurarsi con la scrittura e con la storia e il vissuto sociale di una città che nella seconda metà degli anni Settanta ha visto mutare la propria vita passando da cantiere navale a sito di manutenzione di yacht con le conseguenti perdite di lavoro. Siamo quindi dinanzi a una perfetta cartina al tornasole per comprendere quanto il passato (anche quello relativamente recente) abbia ancora un senso per i giovani in un film che si apre con le immagini di un videogioco di azione fantasy. 

Antoine ne rappresenta un ampio campione, con le sue ritrosie, con la sua fragilità e con la permeabilità a slogan razzisti. Alessandro Baricco sostiene che per gettare ponti tra le persone è necessario (anche se potrebbe apparire contraddittorio a una prima lettura) che queste abbiano costruito dei muri, abbiano cioè un patrimonio identitario e culturale in cui riconoscersi. È esattamente ciò che manca ad Antoine e a molti suoi coetanei che finiscono così per abbracciare le convinzioni di chi sembra loro offrire l'identità che loro non hanno mentre invece li riempiono di slogan tesi non a costruirne una ma solo e brutalmente ad identificare un nemico.

 
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L'Angelo del Crimine

Post n°15141 pubblicato il 31 Maggio 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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L'Angelo del Crimine

Post n°15140 pubblicato il 29 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Titolo originale: El Ángel

L'Angelo del Crimine è un film di genere drammatico, thriller del 2018, diretto da Luis Ortega, con Lorenzo Ferro e Chino Darín. Uscita al cinema il 30 maggio 2019. Durata 118 minuti. Distribuito da Bim e Movies Inspired.

Poster

L'Angelo del Crimine, il film diretto da Luis Ortega è tratto dalla vera storia di Robledo Puch, il serial killer più famoso d'Argentina negli anni '80. Carlos(Lorenzo Ferro), spavaldo diciassettenne dall'aspetto angelico. Il suo unico desiderio, fin da piccolo, è quello di diventare un ladro. L'incontro tra il giovane e Ramon (Chino Darín), suo coetaneo, li renderà amici inseparabili e complici di vari atti criminali e omicidi.

 


  • MONTAGGIOGuille Gatti
  • PRODUZIONE: El Deseo, Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA), Instituto de Crédito Oficial

 
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Selfie

Post n°15139 pubblicato il 29 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Selfie è un film di genere documentario del 2019, diretto da Agostino Ferrente. Uscita al cinema il 30 maggio 2019. Durata 76 minuti. Distribuito da Istituto Luce Cinecittà.

Poster

Napoli, Rione Traiano. Nell’estate del 2014 un ragazzo di sedici anni, Davide, muore, colpito durante un inseguimento dal carabiniere che lo ha scambiato per un latitante. Davide non aveva mai avuto alcun problema con la giustizia. Come tanti adolescenti, cresciuti in quartieri difficili, aveva lasciato la scuola e sognava di diventare calciatore. Anche Alessandro Pietro hanno 16 anni e vivono nel Rione Traiano. Sono amici fraterni, diversissimi e complementari, abitano a pochi metri di distanza, uno di fronte all’altro, separati da Viale Traiano, dove fu ucciso Davide.
Alessandro è cresciuto senza il padre, che dopo la separazione dalla madre si è trasferito lontano da Napoli. Ha lasciato la scuola dopo una lite con l’insegnante che “pretendeva” imparasse a memoria “L’Infinito” di Leopardi. Ora fa il garzone in un bar: guadagna poco, non va in vacanza ma ha un lavoro onesto in un quartiere dove lo spaccio, per i giovani disoccupati, è un ammortizzatore sociale di facilissimo accesso.
Pietro ha frequentato una scuola per parrucchieri, ma al momento nessuno lo prende a lavorare con sé. Il padre, pizzaiolo, ha un lavoro stagionale fuori città e torna a casa una volta alla settimana, mentre la madre è andata in vacanza al mare con gli altri due figli. Lui, invece, ha deciso di passare l’estate al rione, per fare compagnia al suo migliore amico e iniziare una dieta che rinvia da troppo tempo.
Alessandro e Pietro accettano la proposta del regista di auto-riprendersi con il suo iPhone per raccontare in presa diretta il proprio quotidiano, l’amicizia che li lega, il quartiere che si svuota nel pieno dell’estate, la tragedia di Davide. Aiutati dalla guida costante del regista e del resto della troupe, oltre che fare da cameraman, i due interpretano se stessi, guardandosi sempre nel display del cellulare, come fosse uno specchio, in cui rivedere la propria vita.


 
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Rocketman

Post n°15138 pubblicato il 29 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Rocketman è un film di genere biografico, musicale del 2019, diretto da Dexter Fletcher, con Taron Egerton e Bryce Dallas Howard. Uscita al cinema il 29 maggio 2019. Durata 121 minuti. Distribuito da 20th Century Fox Italia.

Poster

Rocketman, il flm diretto da Dexter Fletcher, racconta l'incredibile storia del fantastico percorso di trasformazione del protagonista, da timido pianista prodigio Reginald Dwight a superstar internazionale Elton John (Taron Egerton). Questa storia - accompagnata dalle canzoni più amate di Elton John - narra di come un ragazzo di provincia sia diventato una delle figure più iconiche della cultura pop.
Rocketman vede nel cast anche Jamie Bell nei panni del paroliere di lunga data di Elton, Bernie Taupin, Richard Madden nel ruolo del primo manager di Elton, John Reid, e Bryce Dallas Howard nei panni della madre di Elton, Sheila Farebrother.

PANORAMICA SU ROCKETMAN:

 

La notizia di un film biografico dedicato a Elton John risale al 2012, quando fu lo stesso cantante ad annunciare il progetto, indicando in Justin Timberlake colui che avrebbe voluto vedere interpretarlo sul grande schermo. Nel corso degli anni numerosi sono stati i registi e gli attori che sono stati associati a Rocketman, tra cui un'accoppiata composta da Michael Gracey e Tom Hardy.
Solo nel luglio del 2017 è arrivata la scrittura ufficiale per Taron Egerton, che nel frattempo si era fatto conoscere grazie al ruolo di Eggsy nei due Kingsman firmati da Matthew Vaughn (il secondo dei quali ospita proprio un curioso cammeo di Elton John), e che nel film Sing, nel quale doppiava Johnny il Gorilla, aveva cantato "I'm Still Standing".
Qualche mese dopo è poi arrivata la conferma ufficiale relativa al nome del regista, che è il britannico Dexter Fletcher, quello che aveva diretto proprio Egerton nel film del 2016 Eddie the Eagle e che soprattutto è stato il sostituto di Bryan Singer in Bohemian Rhapsody, il biopic su Freddie Mercury, quando il collega venne allontanato dal set per volere della produzione.
Rocketman prende il suo titolo da una delle più famose canzoni della carriera di Elton John, che in realtà si scrive staccando le due parole, e la cui versione completa è "Rocket Man (I Think It's Going to Be a Long, Long Time)".
Composta da Elton John assieme a Bernie Taupin, storico collaboratore del cantante, la canzone era la quinta traccia dell'album "Honky Château", pubblicato nel 1972, e divenne in breve tempo una grandissima hit, raggiungendo la seconda posizione nelle classifiche nel Regno Unito e la sesta negli Stati Uniti e in Italia, lanciando definitivamente la stella di Elton John in tutto il mondo. Taupin, che ebbe l'idea per la canzone durante un viaggio in auto, si ispirò a un omonimo racconto di Ray Bradbury contenito nella raccolta "L'uomo illustrato", nota anche come "Il gioco dei pianeti".
Numerosi sono gli artisti che dal 1972 a oggi si sono cimentati nella cover del brano: la più nota è cantata da Kate Bush, ma da ricordare sono anche le versioni di Billy Blanco Jr., David Fonseca e Sylvain Cossette.
A queste ora si aggiungerà la versione cantata da Egerton che, al contrario di quanto fatto da Rami Malek in Bohemian Rhapsody, canta in prima persona tutte le canzoni di Elton John presenti nel film.

 

 

FRASI CELEBRI:

 

Dal Trailer Italiano del Film:

Elton John (Taron Egerton): Sentivo la canzone già in testa, era lì, vedevo tutte le note, è bastato...tirarla fuori!

Voce off: Come fa un grassottello che viene dal nulla a fare il soul man?!

Wilson (Jason Pennycooke): Devi uccidere la persona che ti volevano far essere, se vuoi diventare chi vuoi essere davvero!

Elton John: Penso che cambierò il mio nome in... Elton!
Elton Dean (Evan Walsh): Quello è il mio nome!
Elton John: Sì, lo so!

John Reid (Richard Madden): Puoi diventare l'artista più famoso del mondo, se vuoi!

Dick James (Stephen Graham): Compra qualcosa di vistoso!

Bernie Taupin (Jamie Bell): Perché non canti e basta, senza questo ridicolo armamentario!
Elton Jhn: La gente non paga per vedere Reg Dwight, paga per vedere Elton John!
Elton John: Non ti preoccupi della pressione che ho addosso?!
Elton John: Forse dovevo essere più normale!
Bernie Taupin: Non sei mai stato normale!

 

IL CAST DI ROCKETMAN:
  • MUSICHEMatthew Margeson
  • PRODUZIONE: Marv Films, Marv Studios, New Republic Pictures

 
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Primula rossa

Post n°15137 pubblicato il 29 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Primula rossa è un film del 2019, diretto da Franco Jannuzzi, con David Coco e Salvo Arena. Uscita al cinema il 30 maggio 2019. Durata 76 minuti. Distribuito da Fondazione di Comunità di Messina,Ecosmedia.

Poster
TRAMA PRIMULA ROSSA:

Primula rossa, film diretto Franco Jannuzzi, è basato sulla vera storia del'ex terrorista Ezio Rossi, membro dei Nuclei Armati Proletari. Un racconto della sua vita, passata in gran parte tra il carcere e l'Ospedale Psichiatrico Giudiziario, che ripercorre le vicende più salienti dell'esistenza di Ezio - Ennio nel film.
La sua storia si intreccia a quella di altri pazienti internati dell'ospedale e, inevitabilmente, a quella dello psichiatra Lucio, che nel suo piccolo ha cercato diverse soluzioni per restituire i diritti di cittadinanza a chi a causa dei suoi errori e delle sue debolezze è stato escluso dalla società. Tra documentario e fiction, il film vede la partecipazione anche di molti internati e ii collaboratori ella Fondazione di Comunità e della Fondazione Horcynus Orca.

IL CAST DI PRIMULA ROSSA:
  • MUSICHELuigi Polimeni
  • PRODUZIONE: Fondazione di Comunità di Messina, Ecosmedia

 
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Film nelle sale da oggi

Post n°15136 pubblicato il 29 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

 
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Il Traditore

Post n°15135 pubblicato il 28 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

"Il Traditore" è il ventiquattresimo film di Marco Bellocchio, e ci racconta, o meglio interpreta come detto dallo stesso regista; gli eventi che scaturirono dalle parole di Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi; su Cosa Nostra, e di come queste furono decisive nella sconfitta dei Corleonesi. Lo fa creando un personaggio onirico, quasi di stampo shaksperiano per raccontarci i tragici eventi di quegli anni. La storia parte dalla festa di Santa Rosalia nel 1980 a casa del Boss Bontade, per arrivare attraverso un immenso numero di morti (di cui è presente il triste conteggio durante il film) dovuti alle guerre di mafia scatenate dai corleonesi, all'arresto e all'estradizione di Buscetta in Brasile dove era fuggito ben conscio che la pace con Riina non era destinata a resistere e capì per primo che bisognava andarsene. Fuga che però al capo dei capi non bastava; lo voleva morto e cominciò facendo rapire e uccidere i due figli ottenuti dalla prima moglie, pur di farlo tornare e uccidere di conseguenza. Una volta estradato in Italia comincerà a collaborare con Giovanni Falcone, aprendo il vaso di Pandora mafioso e permettendo di allestire il maxi processo che decapiterà la mafia siciliana.

Buscetta però non si sente un traditore, i traditori sono altri, quelli che hanno tradito "i valori" di Cosa Nostra, o almeno è quello che crede, perchè come gli ricorda il giudice Falcone, è troppo inteliggente per credere a certe fantasie. Come dice Bellocchio "Mi interessa il personaggio di Tommaso Buscetta perché è un traditore. Ma in verità chi ha veramente tradito i principi ‘sacri’ di Cosa Nostra non è stato Tommaso Buscetta, ma Totò Riina e i Corleonesi. Come si vede due modi opposti di tradire. Nella storia tradire non è sempre un’infamia. Può essere una scelta eroica. I rivoluzionari, ribellandosi all’ingiustizia anche a costo della vita, hanno tradito chi li opprimeva e voleva tenerli in schiavitù”.

Questo per dire che al registra piacentino non interessa tanto il personaggio in sè ma l'ambiente e lo sfondo in cui questo si trova, e cosa scaturiranno le sue parole con il giudice Falcone, che porteranno 366 mandati di cattura.

Naturalmente la storia non finisce con il maxi processo e con il confronto con Pippo Calò e la sentenza; ma prosegue con la strage di Capaci, che fa capire a Buscetta che ancora non è finita; con la vita americana del boss fino alla sua morte nel 2000 nel suo letto come desiderava; passando per il confronto con Riina una volta arrestato e alle accuse ad Andreotti, legandolo a due omicidi di mafia eccellenti, quello del generale Dalla Chiesa e del giornalista Mino Pecorelli. Naturalmente come ribadito nel film, per questioni narrative alcuni eventi sono stati drammatizzati volantariamente.

Queste accuse ad Andreotti non possono che portare ad una sorta di collegamento involontario ad Aldo Moro e al confronto con un altro film del maestro piacentino, ovvero "Buongiorno, Notte" che narra del rapimento del presidente della Dc e un'accusa anche allo Stato di aver collaborato e di non essere pulito ed esente da colpe; metafora di ciò è la scena dal sarto dove Buscetta prova un abito ed esce il presidente Andreotti.

Come allora è strabiliante la bravura dell’attore che interpreta il personaggio principale della storia. Pier Francesco Favino, dona ancora più complessità al personaggio che con le sue parole rivelò e spiegò la trattativa Stato-Mafia, che distrusse qualcosa che sembrava indistruttibile, tradita da se stessa; anche se come detto prima il Buscetta-Favino accusa altri dicendo che è stato Riina a distruggere Cosa Nostra con i suoi comportamenti. Il trasformismo di Favino è eccezionale, tanto dal punto di vista linguistico che mimetico.

Il Buscetta interpretato da Favino è un personaggio complesso, tragico, pieno di ombre che non ti fa mai capire chi è realmente, che sembra stia interpretando una parte e che vuole far credere che sia un soldato semplice. Inizierà a sbottonarsi e a togliersi la maschera solo con il giudice Falcone; per poi essere distrutto, o meglio la sua attendibilità come testimone nel processo Andreotti. La tragedia di un uomo.

Il film segue un ritmo preciso mai forzato, perchè Bellocchio non è interessato a colpi di scena clamorosi, ma a raccontare i fatti e le contraddizioni del personaggio Buscetta e dell'Italia di quegli anni; non per niente il senso del film sta tutto nelle parole e nei silenzi del boss. Non c'è giudizio nei suoi confronti, ma nemmeno indulgenza. Bellocchio mostra la verità pura, e questa è talmente drammatica e cruenta che è sufficiente a provocare il disgusto per quei personaggi. In qualche caso, basta un primo piano a centrare il bersaglio.

Spaventa l’attentato di Capaci visto dall’interno dell’auto mentre tutto sembra tranquillo, ordinario e normale. Una bomba dentro lo Stato e dentro di noi. Ma del resto lo stesso Falcone ricordava di avere più paura di Roma che di Palermo.

 
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Aladdin

Post n°15134 pubblicato il 28 Maggio 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Una vita violenta

Post n°15133 pubblicato il 28 Maggio 2019 da Ladridicinema

 
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Il Traditore

Post n°15132 pubblicato il 28 Maggio 2019 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Aladdin trascina il box office a un +137% rispetto alla stessa settimana dell'anno scorso

Post n°15131 pubblicato il 28 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Disney in Italia "spacca": Aladdin supera ogni più rosea previsione e stravince il weekend con 5,6 milioni di euro, trascinando il box office a un +137% rispetto alla stessa settimana dell'anno scorso e un saldo annuale che arriva al +3,4%. Il totale del film è già di 6,4 milioni di euro con oltre 1 milione di spettatori. 

Il Traditore è secondo con 1,4 milioni di euro, un dato tutto sommato soddisfacente, anche se ovviamente incomparabile a quello del blockbuster americano, mentre al terzo posto completa il podio Dolor Y Gloria (guarda la video recensione), con 711mila euro e 2,1 milioni complessivi. A seguire troviamo John Wick 3 - Parabellum(guarda la video recensione), che raggiunge 2,5 milioni di euro, nettamente il miglior risultato del franchise, mentre Pokémon - Detective Pikachu (guarda la video recensione) sfiora i 5 milioni complessivi. Buon dato anche per Attenti a quelle due (guarda la video recensione), che ottiene 1,4 milioni complessivi, mentre la new entry Brightburn non entusiasma e si ferma a 253mila euro complessivi. 

Ultimo weekend in top ten per Avengers: Endgame (guarda la video recensione) che arriva a 29,5 milioni di euro con poco meno di 4 milioni di spettatori (3.988.639). Gliene restano 134mila per superare Bohemian Rhapsody (guarda la video recensione), che quindi resterà il film "più visto", avendo potuto beneficiare, durante la sua lunga corsa, dei giorni del Cinema Day. 

Debutto impressionante in tutti i mercati per Aladdin, film che la stessa Disney aveva forse eccessivamente sottovalutato, dopo la fredda accoglienza dei trailer di qualche mese fa. Negli Usa è un trionfo, con 86,1 milioni di dollari incassati nel weekend, che dovrebbero superare ampiamente i 100 nella giornata di oggi, Memorial Day. Il dato mondiale è di ben 207,1 milioni di dollari: 18,7 milioni arrivano dalla Cina, dove il film è andato molto meglio del previsto, 9,2 dal Messico, 8,4 da UK, ben 6,6 dall'Italia (quinto mercato mondiale per Aladdin), 6,5 dalla Corea del Sud e 6,4 dalla Russia. Mezzo miliardo complessivo assolutamente alla portata del film, anche se la concorrenza delle prossime settimane sarà durissima. 

Gran weekend, l'ennesimo, anche per Avengers: Endgame, che oggi supererà gli 800 milioni di dollari negli USA, diventando così il 19esimo miglior incasso di tutti i tempi. In questa settimana il film ha superato giganti quali I Predatori dell'Arca PerdutaLa Stangata e Il Re Leone. A livello mondiale il film raggiunge quota 2,677 milioni di dollari e prima della fine del mese dovrebbe aver raggiunto i 2,7 miliardi complessivi. 
Negli USA partenza discreta per le due restanti new entry della settimana: Brightburn chiude a 7,5 milioni, Booksmart a 6,5 milioni. Entrambi i film sono costati pochissimo e chiuderanno con ampio attivo. John Wick 3 - Parabellum raggiunge quota 100 milioni. Questa settimana arrivano tre film fortissimi, che potrebbero modificare drasticamente la top ten americana (e le classifiche mondiali): Godzilla II - King of the Monster, l'horror Ma e Rocketman. A livello mondiale è da segnalare il sorpasso di Pokémon - Detective Pikachu ai danni di Dumbo (guarda la video recensione): 352 milioni per il film Warner, 348 per quello Disney. 

 
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Una vita violenta

Post n°15130 pubblicato il 24 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Une vie violente

Una vita violenta è un film di genere drammatico, thriller del 2017, diretto da Thierry de Peretti, con Jean Michelangeli e Henri-Noël Tabary. Uscita al cinema il 23 maggio 2019. Durata 107 minuti. Distribuito da Kitchen Film.

Poster

Una vita violenta, il film diretto da Thierry de Peretti, ha per protagonista Stéphane (Jean Michelangeli) che torna in Corsica per partecipare al funerale del suo migliore amico e compagno d’armi, Christophe (Henri-Noël Tabary), ucciso il giorno prima, nonostante la minaccia di morte che pesa sulla sua testa. Per Stéphane è l’occasione per ricordare gli eventi che hanno condotto, un intellettuale piccolo borghese di Bastia, a passare dalla piccola criminalità alla radicalizzazione politica e alla clandestinità.



  • MONTAGGIOMarion Monnier
  • PRODUZIONE: Les Films Velvet, Arte France Cinéma, Stanley White

 
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Palladio - The Power of Architecture

Post n°15129 pubblicato il 24 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Palladio - The Power of Architecture è un film di genere documentario del 2018, diretto da Giacomo Gatti. Uscita al cinema il 20 maggio 2019. Durata 119 minuti. Distribuito da Magnitudo Film con Chili.

Poster
TRAMA PALLADIO - THE POWER OF ARCHITECTURE:

Le opere di Andrea Palladio, l'architetto più influente di sempre, raccontante da chi oggi le studia, le vive e le preserva per le generazioni future. Il viaggio di un professore cosmopolita, le scoperte di tre giovani restauratrici, il dibattito degli architetti di domani all'università di Yale. Un racconto corale e contemporaneo sospeso tra la Villa La Rotonda e la Casa Bianca, la campagna veneta e gli Stati Uniti, dove Palladio ispirò i simboli della democrazia.


 
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Aladdin

Post n°15128 pubblicato il 24 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Aladdin è Il Film Disney in live action remake del classico d'animazione degli anni 90. Il film diretto da Guy Ritchie vede Will Smith nei panni del Genio della Lampada, Mena Massoud nel ruolo di Aladdin e Naomi Scott in quello della principessa Jasmine, il cast completo, la trama, la nostra recensione, il trailer, le curiosità e le canzoni del film uscito nei cinema italiani il 22 maggio 2019, tutte le sale dove vederlo al cinema. La duratadel film è di 128 minuti.

Poster

 

Aladdin, il film Disney live-action diretto da Guy Ritchie, vede protagonista il personaggio del titolo (Mena Massoud), un amabile ragazzo di strada ansioso di abbandonare la propria vita da furfante poiché convinto di essere destinato a qualcosa di più grande. Dall'altra parte della città di Agrabah, la figlia del Sultano, la Principessa Jasmine (Naomi Scott), coltiva a sua volta i propri sogni. Desidera una vita fuori dalle mura del palazzo e vorrebbe utilizzare il proprio titolo nobiliare per aiutare gli abitanti di Agrabah, ma suo padre è troppo protettivo e la sua dama di compagnia Dalia (Nasim Pedrad) non la perde mai di vista. L'obiettivo del Sultano (Navid Negahbanvoce italiana di Gigi Proietti) è trovare un marito adeguato alla figlia, mentre il suo leale e fidato consigliere, il potente stregone Jafar (Marwan Kenzari), è frustrato dall'atteggiamento passivo del Sultano nei confronti del futuro di Agrabah ed escogita un piano per impadronirsi del trono.

Quando Jasmine visita il mercato travestita da popolana, Aladdin viene in suo soccorso e rimane subito colpito dalla sua bellezza e dal suo spirito impetuoso, pur non avendo alcuna idea della sua vera identità. Dopo averla seguita a palazzo, viene coinvolto nel piano malvagio di Jafar ed entra in possesso della magica lampada a olio di cui lo stregone voleva impadronirsi: accidentalmente, Aladdin evoca il Genio (Will Smith) che vive all'interno della lampada. Il Genio è un essere pittoresco e straordinario ed esaudisce il desiderio di Aladdin, che vuole diventare una persona degna dell'amore di Jasmine e del rispetto del Sultano: il principe Alì. Mentre Aladdin e il Genio diventano amici, anche Jasmine subisce il fascino del ragazzo. Insieme i due si imbarcheranno in una pericolosa ed elettrizzante avventura, che metterà alla prova la loro fiducia in se stessi e l'amore che nutrono l'uno per l'altra.

PANORAMICA SU ALADDIN:

 

L'originale Aladdin (1992, uscito in Italia un anno dopo nel 1993) fu diretto da John Musker & Ron Clements, che avevano tenuto a battesimo il cosiddetto Rinascimento Disney degli anni Novanta. Autori già di Basil l'investigatopo (1986) e La sirenetta (1989), i due avrebbero poi diretto Hercules (1997), Il pianeta del tesoro (2002), La principessa e il ranocchio (2009) e Oceania (2016). Il loro Aladdin rappresentò il penultimo atto dei grandi incassi del Rinascimento Disney, con 504 milioni di dollari, prima del botto col Re Leone (1994) e la successiva discesa inesorabile iniziata da Pocahontas (1995).
Questo remake ha stentato a decollare, nonostante gli ottimi risultati dei recenti rifacimenti dal vivo Disney, per la difficoltà nel trovare gli interpreti dei due giovani Aladdin e Jasmine: alla fine la scelta è caduta su Mena Massoud e Naomi Scott, rispettivamente un egiziano-canadese e un'anglo-indiana. Il castfinale è un melting pot asiatico, con l'olandese-tunisino Marwan Kenzari per JafarRegista del nuovo Aladdin è Guy Ritchie, re della commedia action in salsa britannica, al suo primo film per famiglie: pare abbia accettato per far piacere ai suoi figli, che non hanno ancora potuto vedere il resto della sua produzione (Snatch, Rocknrolla, Sherlock Holmes). Stando a Guy Ritchie, regista ma anche cosceneggiatore del film, non c'è stato mai alcun dubbio nel volere Will Smith nei panni del Genio, realizzato parzialmente in performance capture. Anche se il fantasma della straordinaria performance vocale originaria di Robin Williams aleggiava su chiunque avesse accettato, Smith e Ritchie hanno convenuto che c'era spazio per creare un Genio "alternativo" (e hip-hop), che non s'impelagasse in un'improbabile imitazione di Williams.
La prima canzone registrata da Smith è stata "Un amico come me" ("Friend Like Me"), una di quelle firmate da Alan Menken (musiche), su testi del compianto Howard Ashman, che morì durante le prime fasi della lavorazione dell'Aladdin originale, ancora prima che uscisse il suo capolavoro La bella e la bestia (1991). Per le ulteriori canzoni, Ashman fu sostituito dal paroliere Tim Rice, mentre i due brani aggiuntivi di questa nuova versione sono a cura dello stesso Menken e dei compositori Benj Pasek e Justin Paul (La La Land)

 

CURIOSITÀ SU ALADDIN:

Nella versione italiana del film, è Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018, ad interpretare le canzoni della Principessa Jasmine sarà offrendo al pubblico una nuova versione degli indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film originale, tra cui la canzone premiata con l'Oscar "Il Mondo È Mio" ("A Whole New World").

FRASI CELEBRI:

 

Dal Trailer Italiano del Film:

Iago (Alan Tudyk): Hai una grande opportunità: io posso renderti ricco, tanto da far colpo su una principessa!
Aladdin (Mena Massoud): Che dovrei fare?
Iago: Entra nella Caverna delle Meraviglie e portami la lampada!

Genio (Will Smith): Oh, gran Signore che mi evochi, mantengo il mio giuramento di fedeltà a tre desideri! Scherzo! Guarda qui!

Aladdin: Hey, puoi farmi principe?
Genio: C'è un che di vagamente ambiguo in "farmi un principe", potrei solo "farti un principe"!

Genio: Sembri un principe nell'aspetto, ma non ho cambiato niente dentro di te! Su il sipario!
Aladdin: No, il capo sono io! Lo dico io quando è il momento! Davvero?

Aladdin: Credevo che una principessa potesse andare ovunque
Jasmine (Naomi Scott): Non questa principessa
Aladdin: Ti fidi di me?

 

IL CAST DI ALADDIN:

 
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Il Traditore

Post n°15127 pubblicato il 24 Maggio 2019 da Ladridicinema
 

Il Traditore è un film di genere drammatico del 2019, diretto da Marco Bellocchio, con Pierfrancesco Favino e Maria Fernanda Cândido. Uscita al cinema il 23 maggio 2019. Durata 148 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

Poster

 

Il Traditore, il film di Marco Bellocchio, racconta il primo grande pentito di mafia, l'uomo che per primo consegnò le chiavi per avvicinarsi alla Piovra, cambiando così le sorti dei rapporti tra Stato e criminalità organizzata. Pierfrancesco Favino interpreta Tommaso Buscetta, il Boss dei due mondi, secondo una prospettiva inedita e mai studiata prima.

All'inizio degli anni 80 è guerra tra le vecchie famiglie della mafia, Totò Riina e i Corleonesi. In palio c'è il controllo sul traffico di droga.
Alla festa di riconciliazione delle 'famiglie' Tommaso Buscetta sente il pericolo.
Decide di emigrare in Brasile per seguire i suoi traffici e allontanarsi dai Corleonesi che si accaniranno su due dei suoi figli e il fratello rimasti in Sicilia, e lui stesso è braccato anche in Brasile.
Ma prima della mafia è la polizia brasiliana ad arrestarlo. Ora ci sarà l'estradizione e la morte sicura in Italia. Ma il giudice Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi) gli offre un'alternativa: collaborare con la giustizia. Per il codice d'onore della mafia equivale a tradire.
Grazie alle sue rivelazioni viene istruito il Maxi-Processo con 475 imputati.
Le sentenze decimano la mafia, ma Totò Riina è ancora latitante.
La risposta è l'attentato a Falcone e alla sua scorta. Buscetta decide di fare nomi eccellenti della politica, è il testimone in numerosi processi e diventa sempre più popolare.

 

Unico film italiano presentato in concorso al Festival di Cannes 2019.

FRASI CELEBRI:

 

Dal Trailer del Film:

Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi): Faccia i nomi, Buscetta!
Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino): Dottor Falcone, noi dobbiamo decidere solo una cosa: chi deve morire prima, lei o io?

Giovanni Falcone: Non ci sono intoccabili! Non mi fraintenda, ma ho più paura dello Stato che della mafia!

Tommaso Buscetta: Io sono stato e resto un uomo d'onore! Sono loro che hanno tradito gli ideali di Cosa Nostra, per questo io non mi considero un pentito!

 


 
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