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Messaggi di Settembre 2021

 

S’è spento Nino Castelnuovo da cinecittànews

Post n°15947 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 
Tag: news

Germi, Lizzani, De Santis, Visconti, Comecini: sono questi grandi autori ad aver diretto nei primi anni della sua carriera cinematografica Nino Castelnuovo, nato Francesco il 28 ottobre 1936 a Lecco, e scomparso oggi a Roma, a 84 anni, dopo una malattia, come s’è appreso da una comunicazione della famiglia.

Ha partecipato a titoli che hanno scritto la Storia del cinema e della televisione, da Un maledetto imbroglio a Rocco e i suoi fratelli, da Tutti a casa a Il paziente inglese, per il grande schermo: mentre, per il piccolo, uno su tutti I promessi sposi di Sandro Bolchi, per cui è stato Renzo Tramaglino, ruolo che gli ha donato la grande popolarità. 

Ha partecipato, inoltre, alla rubrica pubblicitaria Carosello pubblicizzando nel 1968, con Laura Antonelli, Fabio Testi e Leo Gavero, la Coca Cola e nel 1976 l'olio Cuore della Chiari & Forti.

Nino Castelnuovo lascia un figlio trentenne, Lorenzo. 

 
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Fellini e l'ombra: regia e psicanalisi

Post n°15946 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 
Tag: news

Federico Fellini aveva un segreto. A indagarlo è Claudia, una documentarista portoghese, che ha intenzione di fare un film su di lui. Le tracce di questo segreto sono nel "Libro dei Sogni" e nel rapporto di Fellini con il dottor Bernhard, il suo analista e pioniere dell'analisi junghiana in Italia, senza il quale il capolavoro 8 ½ non avrebbe visto la luce. Appaiono nelle coincidenze, nelle testimonianze degli amici, nei luoghi cari a Fellini: Roma, Rimini, la Torre di Bollingen costruita da Jung. Ma quello che Claudia scopre è anche un ritratto tenero e magico: la certezza che per Fellini il sogno sia l'unica realtà autentica.

“Proprio dall’analista sono partita – dice Catherine McGilvray, la regista del film Fellini e l’ombra, coprodotto da Cinecittà, in occasione del passaggio della pellicola alle Giornate degli Autori di Venezia 78 – Bernhard è il fondatore della scuola dell’analisi junghiana in Italia, e in occasione del centenario abbiamo potuto raccontarlo attraverso la relazione terapeutica con Fellini. Fu proprio Bernhard a confermare a Fellini la necessità non solo di annotare i sogni, ma anche di disegnarli. Grazie a lui possiamo indagare quello che c’è dietro all’aspetto esteriore di Fellini, ovvero, la sua ombra. E’ una parte poco raccontata. Di Fellini conosciamo la leggerezza, la capacità di seduzione, la magia. Sappiamo che tutti volevano lavorare con lui, che fosse il faro del cinema italiano, ma non conosciamo la sua parte “oscura”. Che non necessariamente vuol dire negativa”.

E quanto questa parte è stata influente sul regista, forse è proprio l’argomento centrale del film: “Per Fellini l’analisi junghiana è una conferma. La conferma di qualcosa che gli veniva istintivo, ovvero il creare per immagini che venivano proprio dall’inconscio, fin da bambino, Bernhard diventa un confidente e un vero amico, e gli si apre questo magazzino che aveva dentro. I film che Fellini realizza sotto analisi sono due. Il primo è 8 1/2 , nato da una crisi e diventato un capolavoro, un punto sul mettersi in discussione in totale sincerità. Lo stesso finale è suggerito da Bernhard. La gioiosa passerella, invece dell’idea originale in cui si svelava che tutto si svolgeva su un treno dove tutti i protagonisti erano morti”.

Questo rimanda anche al viaggio di Mastorna, il film ‘tanatologico’ e mai realizzato di Fellini. “Era una sceneggiatura stupenda – conferma McGilvray – era certamente un film sull’Aldilà ma Fellini non ha voluto né potuto aprire quella porta. Forse proprio perché aveva perduto il suo analista. Il periodo del rapporto tra Fellini e Bernhard è infatti relativamente breve, dato che Bernhard è morto nel 1965, mentre il regista emiliano sta finendo di montare il secondo film fatto sotto analisi, Giulietta degli spiriti. Fellini era rimasto in balia dei suoi demoni, che erano molto potenti. Sappiamo quanto fosse sensibile alla divinazione, all’astrologia, alla magia. E’ una parte in cui ho deciso di non avventurarmi. In questo secondo film emerge chiaramente la figura di Masina, un rapporto d’amore che trascende quello tra marito e moglie. Giulietta è parte di Federico, rappresenta il suo legame con l’infanzia, l’adolescenza, l’innocenza perduta”.

 
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Mario Martone: "Scarpetta, patriarca amorale e la tribù del teatro"

Post n°15945 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

VENEZIA  - Il film più maturo e compiuto di Mario MartoneQui rido io, in concorso a Venezia 78, accolto con calore sincero dai giornalisti in conferenza stampa e alle proiezioni. La vicenda raccontata in forma di commedia è quella di Eduardo Scarpetta (1853-1925) e della sua tribù di teatranti, figli, legittimi e naturali, tra cui Eduardo De Filippo, la Napoli 'milionaria', del teatro e della canzone, il processo intentato da Gabriele D'Annunzio per plagio, quando Scarpetta osò parodiare La figlia di Iorio. L'intreccio continuo di arte e vita, con il camerino che è un prolungamento della casa e le camere da pranzo e da letto dove la rappresentazione prosegue. Il patriarcato con la sua amoralità spietata, ma anche la trasmissione di un sapere e di un potere che farà nascere un genio come Eduardo De Filippo e la sua straordinaria poetica.

E poi Toni Servillo, in un'interpretazione che lascia un segno indelebile, ma l'assolo è inserito nel perfetto concertato della messinscena corale con gli altri interpreti: Maria Nazionale, Cristiana Dell'Anna, Iaia Forte, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta (che discende direttamente dalla dinastia artistica degli Scarpetta, bisnipote di Vincenzo e figlio di Mario). E poi Roberto De Francesco, Lino Musella, Paolo Pierobon, Gianfelice Imparato. Tutti al servizio di una costruzione impeccabile (fotografia di Renato Berta, montaggio di Jacopo Quadri, costumi di Ursula Patzak, scene di Giancarlo Muselli e Carlo Rescigno) che afferra lo spettatore e non lo molla per due ore, neanche un attimo. Presi come siamo dentro un vortice di vitalità, energia, contraddizioni. Dietro le quinte della creazione artistica.

Il film, tra le altre cose, ci avvicina ai sentimenti del piccolo Eduardo, nato dalla relazione con la nipote della moglie di Scarpetta, Luisa De Filippo, un rapporto doloroso col padre, che chiamava zio e che lo spinse al sodalizio indissolubile con i fratelli Titina e Peppino. "Per tutta la vita - ricorda Martone, che lunedì 13 parte con le riprese di un film ambientato a Napoli, Nostalgia, da Ermanno Rea, con Pierfrancesco Favino - Eduardo De Filippo non volle mai parlare di Scarpetta come padre ma solo come autore teatrale. Quando suo fratello Peppino lo ritrasse spietatamente in un libro autobiografico, Eduardo gli levò il saluto per sempre. E poco prima di morire, quando un amico scrittore gli disse 'Ormai siamo vecchi, è il momento di poterne parlare: Scarpetta era un padre severo o un padre cattivo?'. La risposta fu solo questa: Era un grande attore". 

Per Toni Servillo, che è protagonista anche del film di Paolo Sorrentino E' stata la mano di Dio, "Scarpetta è come un animale, la sua brama di vivere lo porta a predare le donne, il teatro, le tournée, i testi, in uno scambio continuo tra vita privata e palcoscenico. Questo affresco dimostra di quanta vita sia fatto il teatro e quanto teatro ci sia nella vita". Prodotto da Indigo con Rai Cinema e Tornasol, Qui rido io arriva in sala il 9 settembre. 

Martone, la prima scintilla di questo film è nata con l'allestimento del Sindaco del Rione Sanità, portato a teatro e poi al cinema?

Sì, mi aveva colpito quanto fosse importante il tema della paternità negata in quel testo di De Filippo come anche in Filumena Marturano. Con Ippolita Di Majo abbiamo iniziato a pensare che c’era un mistero che si poteva affrontare, parlando di una tribù straordinaria con al centro un genio del teatro, un patriarca amorale, che spinto dalla sua fame di riscatto e di rivalsa, si era innalzato oltre il limite, tanto da far scrivere sul muro della propria villa 'Qui rido io'.

Che uomo era dunque Eduardo Scarpetta?

Una figura mitologica e primordiale, aveva avuto figli con la moglie, con la sorella della moglie e con la nipote della moglie, li fece studiare tutti, maschi e femmine, e diventarono tutti attori, Eduardo De Filippo divenne il genio del teatro italiano che sappiamo. Scarpetta era un divoratore, aveva divorato Pulcinella, il Teatro San Carlino dove ha visto morire Antonio Petito, e divorava la vita, i figli che non avranno mai il suo nome e la sua eredità, ma a cui trasmette misteriosamente il seme potentissimo della creatività. In tutto questo c’è anche molto dolore. Cosa potevano vivere queste donne, questi figli? Abbiamo provato a immaginarlo. Pensiamo, ad esempio, che tutti i suoi figli, legittimi e non, dovevano interpretare a un certo punto della loro infanzia Peppeniello di Miseria e nobiltà, che alla fine della commedia abbraccia il suo vero padre, Felice Sciosciammocca, cioè appunto Scarpetta. In questo c'è qualcosa di inconsciamente sadico.

Napoli è al centro della narrazione, anche con la canzone napoletana di cui il film fa largo uso.

A fine Ottocento Napoli ha una potenza incredibile con il teatro, il cinema che sta nascendo. I fratelli Lumière la filmano nel 1895 e sono le immagini che si vedono all'inizio del film. Elvira Notari, regista e produttrice, è napoletana. Qui rido io è un romanzo corale, con una città sullo sfondo, con tanti personaggi. E' scritto come una commedia, come il teatro di Eduardo De Filippo. La musica è parte della scenografia di questo film. Come in Noi credevamo con le opere di Verdi, Napoli è evocata dalle sue canzoni, in un viaggio sentimentale, perché alcune canzoni non hanno niente a che vedere con Scarpetta. La nostra città fa del canto una maschera per gettarsi nella vita.

Un romanzo corale con al centro un attore gigantesco come Toni Servillo.

Il personaggio di Scarpetta mi dava l'occasione di lavorare con Toni, che conosco da sempre: questo film ci aspettava da 40 anni. Abbiamo iniziato insieme, con il teatro d'avanguardia, con i testi di Enzo Moscato. 

Come avete integrato con Ippolita Di Majo documentazione e invenzione?

Ci siamo basati su tanti testi, dall'autobiografia di Scarpetta a quella di Peppino De Filippo fino ai documenti del processo. Ma con libertà. Per esempio i fratelli De Filippo erano più piccoli durante il processo. Invenzione e documentazione si tengono in equilibrio.

Chi sono i nemici di Scarpetta?

Sul piano storico c'è la nuova generazione di autori come Salvatore Di Giacomo, Roberto Bracco e Libero Bovio, tutti testimoniarono contro di lui al processo. Ma il discorso si allarga perché ogni artista che invecchia sa cosa vuol dire sentirsi superato. Ogni gesto artistico è destinato a essere scavalcato. E questo riguarda la vita di ciascuno di noi. 

Tra i nemici c'è anche il figlio Peppino.

Peppino De Filippo venne abbandonato per cinque anni quando era molto piccolo. Scriverà anche un libro su questo, Una famiglia difficile, di cui suo fratello Eduardo non fu contento.

Perché Scarpetta decide di sfidare D'Annunzio?

Per hybris. Perché è il più grande poeta d’Italia. L’incontro con il Vate è raccontato da Scarpetta nella sua autobiografia, come noi lo mostriamo nel film. E' un incontro ambiguo perché non si capisce se D'Annunzio autorizzi la parodia de La figlia di Iorio, e in effetti non la autorizza. Quando poi il testo viene portato a teatro, improvvisamente il pubblico si rivolta contro Scarpetta e da lì comincia l’incrinatura. Ci interessava questa malinconia, fino alla scena del processo, l'ultima grande recita in cui vince la sua battaglia ma inizia la sua depressione. A suo favore ci fu la perizia di Benedetto Croce che, con la sua statura, mise le cose in ordine, decretando che quella di Scarpetta era una parodia e quindi qualcosa di infinitamente piccolo. Ma questo lo umiliò.  

La contrapposizione tra commedia e tragedia è sempre presente nella nostra cultura.

Siamo in una fase molto diversa, però esiste tuttora questa dialettica. Su quali argomenti si può scherzare, quanto si può scherzare. Le cose cambiano sempre, il teatro è in movimento: in futuro, quando alcune questioni sociali saranno messe a posto, sarà ancora diverso.

I personaggi femminili sono qualcosa di più di un necessario controcanto. 

Erano donne atipiche - risponde Ippolita Di Majo - in una situazione patriarcale come era in quel tempo e come in parte è ancora, sono tutte donne che lavorano e studiano. La figlia Maria sarà drammaturga, Titina diventerà una grande attrice. La moglie Rosa gli tiene testa e si autodetermina.

Parliamo di paternità - aggiunge Martone - ma qui c’è anche la maternità. C’è un patriarcato terrificante e implacabile, poi però c’è anche la forza delle figure femminili, una sorellanza che queste donne mettono atto per gestire la situazione.

 
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'Qui rido io' film della Critica

Post n°15944 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

Il film di Mario Martone distribuito da 01 Distribution –Rai Cinema Spa,è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani - SNCCI.

Motivazione: "Con Qui rido io Martone esplora intensamente il tema della paternità negata, romanzando con attenzione storica la figura del Padre del teatro napoletano, quell’Eduardo Scarpetta padre-padrone di una famiglia allargata di figli legittimi e naturali, tra i quali i tre fratelli De Filippo.

Espressione estrema di un’inconsapevole concezione utopica della famiglia, pur intessuta dei tradizionali valori patriarcali, la figura di Scarpetta arricchisce la filmografia di Martone di un'altra acuta riflessione sul Teatro e sul rapporto tra palcoscenico e vita, e sul ruolo della donna nella cultura napoletana del Novecento".

 
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Gassman regista di “un piccolo classico moderno”

Post n°15943 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

VENEZIA - Il silenzio grande – titolo del film diretto da Alessandro Gassman, dall’omonima opera teatrale di Maurizio De Giovanni, che firma anche la sceneggiatura con Andrea Ozza e lo stesso regista – è quel silenzio che nasce da tanti piccoli silenzi, da tanti piccoli “poi glielo dico” mai detti, che – alla fine, qualsiasi fine – ne partoriscono uno grande (e spesso eterno), come spiega Bettina - un’eccellente Marina Confalone, storica domestica della famiglia – al professor Valerio Primic (Massimiliano Gallo), letterato, scrittore per cui “i libri sono gli arredamenti della mente”, amante del profumo della carta delle pagine e dell’immaginazione, infatti “tenete l’immaginazione perpetua” gli dice la donna, che sempre dietro una porta o fuori da una stanza della grande villa con vista su Capri gioca il ruolo della complice spalla e della confidente del personaggio di Gallo, versatile in un ruolo al contempo romantico, egoista, progressista, finanche inconsapevole del pragmatismo del vivere e della vita. 

“Io nasco lettore di De Giovanni. C'è una condivisione di pensiero e vedute, è vivace, attento ai cambiamenti e ha la dote di saper raccontare le azioni e le emozioni tra le persone. Il silenzio grande è un film per cui ci siamo resi conto che la scrittura di De Giovanni permette possa essere considerato un piccolo classico moderno”, commenta Alessandro Gassman, che ha diretto l’opera prima in teatro, passando poi al grande schermo: “per un risultato comune emozionale. Fare il film è stato più complesso: lo sforzo maggiore l'ha fatto Gallo - protagonista già sul palco - nel ridurre il personaggio per il cinema. Inoltre, avevo due grandissime come Marina Confalone e Margherita Buy: era inevitabile che portassero nel gioco profondità e sottigliezza, per un film che vive più di ascolti, infatti volevo far dimenticare il monologo (teatrale)”.  

“L'unica soluzione - dal teatro al cinema - era dimenticare il percorso precedente: era l'unico modo per restituire la verità sullo schermo. Siamo andati in sottrazione su tutto, era l'unica via percorribile”, spiega l’attore protagonista.  

“Noi due abbiamo trovato un'intesa per il comune lavoro fatto sul dialetto napoletano: anche questo è un pregio, avere una lingua comune ci fa stabilire immediatamente un gioco teatrale. Se si assorbe davvero il personaggio, tra due attori come Gallo e me, questa sintonia si stabilisce immediatamente”, spiega Marina Confalone. 

“Napoli è una città capace di grande empatia e la grande capacità di accoglienza continua fa sì che una fucina di talenti si contaminino, pur mantenendo identità territoriale”, rilancia Gallo. 

Lo stimatissimo professor Primic, che vive “soffocato” nell’idillio del suo polveroso studio di carta e velluti, luogo quasi impenetrabile per la moglie Rose (Margherita Buy) e i due figli, Adele (Antonia Fotaras) e Massimiliano (Emanuele Linfatti), così da esser detestato in quanto nido e universo dell’uomo: il suo studio lo assorbe a tal punto da renderlo sordo e silente con le persone della sua famiglia, costretta a mettere sul mercato la bella dimora per via dell’indigenza economica dettata dal di lui amore  per le Lettere, ricchezza culturale ma non dell’economia domestica quotidiana. Lo studio del Professore si fa scena centrale de Il silenzio grande, è infatti il luogo in cui non solo Primic “vive” la propria esistenza, ma anche quello in cui Rose, Adele e Max, così come Bettina, fendono l’ingresso e danno sfogo ciascuno alle proprie emozioni – quasi in forma di monologo, modalità strumentale allo svelamento del racconto: così la consorte lo accusa di saper solo stare in mezzo ai libri, mentre “un padre deve fare il padre”; il figlio maschio rivendica l’amore paterno additandolo di essere stato un padre che non ha mai avuto bisogno di un figlio, per poi confidargli di essere “come Garcia Lorca”, ovvero omosessuale; e infine Adele, che fin da bimba ha ammirato un papà che però le ha “rovinato la vita”, perché sempre posto come termine di paragone, tanto da averla perennemente indotta a cercare di essere “la bambina di qualcuno”, ricerca affettiva che la porta a scegliere affetti maturi e a “giocare” con la maternità. In questo confessionale di emozioni che è il suo studio, il Professore si dimostra accondiscendente, immaturo, ironico, modernissimo e tradizionalista al contempo, e – tra conflitti, silenzi e intimità – fa capolino in scena anche lo stesso Alessandro Gassman, con due brevi ma ilari siparietti, nel ruolo dell’attore Gianluca Fialeschi, protagonista di un carosello di successo dedicato alla pasta dentifricia, ma anche spartiacque delle sorti della famiglia. 

“Questo è il mio terzo film, quello che più riconosco anche vicino al mio gusto di spettatore, che ama toni un po' rarefatti e con un velo onirico. Sono poi stato aiutato dalle musiche di Pivio e De Scalzi: ci siamo conosciuti sul set de Il bagno turco e la capacità loro è di saper trovare il cuore, essere al centro del motore della storia, sviluppando temi che proprio mi piacciono”, dice il regista.  

“E' tardi, lei non sente”, confessa Bettina al Professore, riferendosi alla moglie Rose, che nelle ultime sequenze, quando la villa ha ormai un acquirente certo, passeggiando in solitudine nei metri quadrati dello studio ormai smantellato, dice espressamente a Primic: “ho bisogno di te”, un’invocazione di presenza cui però lui prende coscenza non faccia seguito l’accoglienza da parte della moglie delle sue parole, disfunzione emotiva che palesa la differenza tra il vivere presente e il vissuto passato, in cui per Rose “la casa è solo calce e legno”, mentre per Valerio “anche le mura hanno un senso”, e di certo, in questo caso, il Professore non ha torto: d’altronde, tutti loro hanno odiato lo studio ma alla fine l’hanno scelto quale luogo sacro in cui parlare… con lui

“Tutti i padri sono importanti e questo non vuole essere un film autobiografico: a me serviva raccontare una famiglia con all'interno uno straordinario talento per farlo distrarre da ciò che era più prossimo, gli affetti più vicini. Non sempre avere un talento straordinario aiuta a vivere meglio. Questo film vuole essere una carezza, racconta l'Italia del '65, un Paese in cui si stava bene e la gente aveva la possibilità di parlarsi, abbracciarsi: sicuramente i social stanno cambiando la società, possono essere bellissimi e utili, ma in chi non ha una forte consapevolezza creano paure o violenze”, riflette Gassman.  

Il film, presentato alle Giornate degli Autori da Paco Cinematografica e Vision Distribution, in collaborazione con Prime Video, Sky e Rai Cinema, esce in sala dal 16 settembre. 

 
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‘Freaks Out’, kolossal italiano di raro artigianato

Post n°15942 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

VENEZIA – Roma, 1943. Matilde (Aurora Giovinazzo), Fulvio (Claudio Santamaria), Cencio (Pietro Castellitto) e Mario (Giancarlo Martini), ovvero una fanciulla “elettrica”, un uomo lupo, il giovane incantatore d’insetti e il clown “magnetico”, sono quattro artisti circensi, “fenomeni da baraccone”, che sotto la paterna cura di Isdrael (Giorgio Tirabassi) creano il Circo Mezzapiotta, anima prima di Freaks Out, film in Concorso, scritto, diretto e co-prodotto da Gabriele Mainetti, con Andrea Occhipinti per Lucky Red e Rai Cinema.  

“Penso sia un film spartiacque nel nostro cinema”, il commento di Paolo Del Brocco per Rai Cinema. 

“Noi abbiamo resistito il più possibile all'idea di realizzare un film kolossal, pensando potesse essere un film successivo per Gabriele: il soggetto ci ha convinti subito, però, così siamo partiti a costruire una coproduzione internazionale, a cui Rai Cinema è salita immediatamente a bordo, con una lavorazione più lunga e travagliata delle previsioni, ma penso sia una produzione di dimensioni e qualità d’artigianato che raramente si fa in Italia”, dichiara Occhipinti.

Dalla suggestione incantata delle magie circensi, dopo un’onirica galleria di sequenze d’incanto visivo, dopo una pioggia di luci dorate, la guerra della Roma occupata squarcia il tendone e dal ventre fatato del circo si esce nella città, e si entra nel distopico studio di Franz (Franz Rogowski), sublime pianista dello Zirkus Berlin di sede nella Capitale, anche lui “fenomeno” a sei dita, ossessionato dal Führer e dall’esperienza “dell’etere”, per cui guarda il futuro. 

Un’immersione nella narrazione che permette a Mainetti di giocare subito con la regia, fluidissima, sapiente, capace di volare e far volare gli occhi e la mente di chi guarda. “Tod Browning è maestro di un film meraviglioso, Freaks, che non è stato accolto come doveva: Freaks Out, il titolo del mio film, significa ‘impazzire’, come succede al protagonista; inoltre, i nostri freaks sono catapultati fuori dal loro mondo del circo, dopo lo squarcio del tendone, quindi sono ‘out’. Io cerco di raccontare film con una polifonia di strati, per poi permettere di andar più a fondo a chi ha gli strumenti”, commenta Mainetti.  

“L'idea di uomini che agivano come mostri, ma dall'altra parte di mostri che agivano come uomini, ci ha fatto brillare gli occhi”, aggiunge Nicola Guaglianone, sceneggiatore. 

La guerra incombe e con sé la necessità della fuga: il paterno Isdrael propone di salpare per l’America, Fulvio rilancia per unirsi al circo tedesco, ma infine “la famiglia” del Mezzapiotta s’accorda per l’oltreoceano, quando il capocomico ebreo sparisce e così comincia l’avventura, tra rocamboleschi scontri, “passeggiate” in una Roma deserta e rastrellata, fino a che Matilde – salutati i tre compagni in direzione dello Zirkus – viene aggredita/salvata dai Diavoli Storti, partigiani freaks, che ci permettono di conoscere la vicenda della fanciulla dal talento “elettrico”, potere potentissimo di cui la stessa soffre per un maldestro uso passato che ne ha scritto il destino. La sequenza culmina con il trascinante canto corale di Bella Ciao

“Se Jeeg Robot è stato lo scavo preliminare, questo film è la diga di un cinema fantasmagorico, capace di trovare anche la commistione di generi propria della nostra Commedia. I personaggi devono diventare straordinari, ma diventano eroi aiutando gli altri. Con Gabriele costruiamo sempre un passato del personaggio, non raccontato, ma che esiste e si esplica nel comportamento del personaggio stesso: dietro al ‘mio pelo’ c'era bisogno di una sostanza affinché non ci fosse la mono dimensione di un Chewbecca di Guerre Stellari, mentre Fulvio era erede di una famiglia aristocratica. Con Gabriele si lavora a sostenere la maschera con un'anima stratificata”, spiega Claudio Santamaria

Intanto, allo Zirkus, Fulvio Cencio e Mario sono accolti come in un harem, non fosse che sia l’anticamera di un’imminenza indubbiamente meno vitale: Franz brama per il suo circo Matilde e il suo talento, esaltandosi patologicamente al suo arrivo per essere così riuscito a costituire il team dei “fantastici 4”, nella sua mente “la nostra unica salvezza”, afferma dinnanzi ai gerarchi nazisti, sostenendo che “i talenti” di questi “super uomini” come lui possano sottrarre il Reich dal funesto sgretolamento. Il delirio, la derisione, e Franz ordina di bruciarli! 

È in queste sequenze che Gabriele Mainetti torna a spingere l’acceleratore sul gioco della regia e sulla Storia del Cinema, in particolare nella scena del volo di Matilde e Cencio in direzione della luna, malioso omaggio a E.T., forse anche a Peter Pan. “Il film affronta lo spettacolo, e non scappa. Questo film è un qualcosa di mai visto, in cui nello spettacolo enorme e variopinto si costruisce la sceneggiatura, una delle più belle che io abbia mai letto. Così ogni personaggio ha un proprio panorama di idee in cui gli si costruisce la vita. Per me è stato un master di recitazione e di regia: vedere Mainetti che riusciva a mantenere intatta la sua visione è stato un esempio per sempre”, dice Pietro Castellitto

E, come tutto il film, dalla fiaba si rientra nell’epica e nella ferocia: in sella ad un cavallo bianco si cerca di fermare un treno destinato ad un campo di concentramento, si cerca Isdrael, e Matilde, nella più spettacolare delle circostanze, si battezza eroina determinando il “game over” finale.  

“Il femminile è molto importante: qui c'è un personaggio che si muove nella pagina oscura della Seconda Guerra Mondiale. Aurora affronta un percorso trasformativo, da ragazzina ad angelo tremendo, che nel finale ci illumina tutti. Matilde diventa un'adulta e, nella diversità, la donna in generale, se libera, riesce davvero ad illuminare”, prosegue ancora il regista. “Siamo riusciti a definire Matilde, persona con un passato tormentato, che condiziona il suo presente: è una ragazzina fragile, come una guerriera inconsapevole”, per la sua interprete, Aurora Giovinazzo

Il film di un Mainetti in stato di grazia, con un formidabile cast che con le proprie interpretazioni contribuisce a omaggiare il grande cinema - Tirabassi porta con sé echi del miglior Manfredi e Aurora Giovinazzo sembra far intravedere eredità che potrebbe aver ricevuto dalla Magnani – esce in sala dal 28 ottobre

 
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Qui rido io

Post n°15941 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Qui rido io

Post n°15940 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

Regista: Mario Martone

Genere: Biografico
Anno: 2021
Paese: Italia, Spagna
Durata: 133 min
Data di uscita: 09 settembre 2021
Distribuzione: 01 Distribution
Qui rido io è un film di genere biografico del 2021, diretto da Mario Martone, con Toni Servillo e Maria Nazionale. Uscita al cinema il 09 settembre 2021. Durata 133 minuti. Distribuito da 01 Distribution.
Data di uscita:09 settembre 2021
Genere:Biografico
Anno:2021
Paese:Italia, Spagna
Durata:133 min
Distribuzione:01 Distribution
Sceneggiatura:Mario Martone
Fotografia:Renato Berta
Montaggio:Jacopo Quadri
Produzione:Indigo Film e Publispei con Rai Cinema
TRAMA QUI RIDO IO

 

Qui rido io, il film diretto da Mario Martone, è incentrato sulla figura del celebre attore e commediografo Eduardo Scarpetta, interpretato da Toni Servillo, nonché padre di un altro grande del panorama teatrale italiano, Eduardo De Filippo. Scarpetta è stato una figura chiave del teatro italiano, che ha messo in scena opere diventate presto elementi storici saldi nella cultura nostrana e che l'hanno consacrato come uno dei grandi maestri della risata del Bel Paese.
Una vita dedicata al palcoscenico, che gli ha portato successi, ma anche controversie, memorabile infatti la diatriba con Gabriele D'Annunzio per una versione parodiata del Vate ne Il figlio di Iorio. Lo stesso De Filippo, suo figlio, non ha mai parlato di lui in termini di padre, ma ha sempre definito il genitore un grande attore, come se la grandezza attoriale di Scarpetta superasse il legame di familiarità tra i due.

CURIOSITÀ SU QUI RIDO IO

 

Le riprese del film si svolgono al Teatro Valle, storico teatro romano in cui nel 1889 debuttò Miseria e Nobiltà.

Presentato In Concorso al Festival di Venezia 2021.

 

INTERPRETI E PERSONAGGI DI QUI RIDO IO
AttoreRuolo
Toni Servillo
Eduardo Scarpetta
Maria Nazionale
Rosa De Filippo Scarpetta
Cristiana Dell'Anna
Luisa De Filippo
Antonia Truppo
Adelina De Renzis
Paolo Pierobon
Gabriele D’annunzio
Eduardo Scarpetta
Vincenzo Scarpetta
Lino Musella
Benedetto Croce
Roberto De Francesco
Salvatore Di Giacomo
Gianfelice Imparato
Gennaro Pantalena
Giovanni Mauriello
Mirone
Iaia Forte
Rosa Gagliardi
Roberto Caccioppoli
Domenico Scarpetta Detto Mimì
Chiara Baffi
Anna De Filippo detta Nennella
Alessandro Manna
Eduardo De Filippo
Lucrezia Guidone
Irma Gramatica
Elena Ghiaurov
Lyda Borelli
Gigio Morra
Presidente del tribunale

 
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Jodorowsky's Dune

Post n°15939 pubblicato il 09 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

Regista: Frank Pavich
Genere: Documentario
Anno: 2013
Paese: Francia, USA
Durata: 90 min
Data di uscita: 06 settembre 2021
Distribuzione: Valmyn in collaborazione con Wanted Cinema
Jodorowsky's Dune è un film di genere documentario del 2013, diretto da Frank Pavich, con Alejandro Jodorowsky. Uscita al cinema il 06 settembre 2021. Durata 90 minuti. Distribuito da Valmyn in collaborazione con Wanted Cinema.
Data di uscita:06 settembre 2021
Genere:Documentario
Anno:2013
Paese:Francia, USA
Durata:90 min
Distribuzione:Valmyn in collaborazione con Wanted Cinema
Fotografia:David Cavallo
Musiche:Kurt Stenzel
Produzione:Jododune, Snowfort Pictures
TRAMA JODOROWSKY'S DUNE

 

Jodorowsky's Dune, film diretto da Frank Pavich, è un documentario incentrato sul progetto mai realizzato di Alejandro Jodorowsky, ovvero l'adattamento del romanzo di sci-fi Dune, scritto da Frank Herbert. Il regista concepì l'idea a metà degli anni' 70, ma era davvero un progetto mastodontico, che doveva coinvolgere diversi artisti di quel periodo; infatti, le musiche sarebbero state composte dai Pink Floyd e nel cast spiccavano i nomi di Salvador Dalì e Orson Welles. Anche la durata - di 3 ore - era colossale per l'epoca, ma il progetto non è mai andato in porto e diversi anni dopo, nel 1984, l'adattamento cinematografico è stato realizzato da David Lynch.
Il documentario ripercorre le peripezie che Jodorowsky ha dovuto affrontare durante la realizzazione del film, grazie soprattutto alle interviste allo stesso cineasta e al lavoro di un gruppo di artisti che ha dato vita ai bozzetti dei disegni preparatori originali.
Nonostante non abbia mai visto la luce, il progetto visionario del regista è stato d'ispirazione per diversi suoi colleghi, intenzionati a fare film fantascientifici, nonché per il Dune (2021) di Denis Villeneuve.

INTERPRETI E PERSONAGGI DI JODOROWSKY'S DUNE
AttoreRuolo
Alejandro Jodorowsky
se stesso

 
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Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli vince agevolmente il weekend, ma senza entusiasmare

Post n°15938 pubblicato il 06 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli vince agevolmente il weekend, ma senza entusiasmare

Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli vince anche la domenica (ed il weekend) piuttosto agevolmente ma senza entusiasmare troppo. Con i 315mila euro incassati ieri il film sale a quasi 1,5 milioni, seguito da Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto, secondo con 146mila euro e 1,8 milioni complessivi. Terzo posto per Me contro te - Il mistero della scuola incantata che ottiene 114mila euro e sfiora quota 4,4 milioni.

Fast & Furious 9 è quarto, con 95mila euro e un totale di quasi 4,3 milioni. Più staccato, Il collezionista di carte è quinto con 48mila euro e 135mila complessivi, mentre Malignant incassa 47mila euro e sale a 164mila. The Suicide Squad - Missione Suicida incassa 16mila euro e si avvicina ancora ai 2 milioni di euro complessivi, mentre in coda troviamo Mondocane con 41mila euro totali, Free Guy - Eroe per gioco, vicinissimo agli 800mila euro e Falling - Storia di un padre con 91mila euro.

Il quartetto di testa insomma, fa storia a sé, ma gli incassi non sono del tutto soddisfacenti e questa settimana potrebbe andare ancora peggio per gli esercenti, vista la mancanza di un titolo davvero forte, in attesa di Dune, sul quale però forse si ripongono eccessive speranze (in Italia la fantascienza raramente dà grandi soddisfazioni).

Questa settimana escono BeastLa ragazza di Stillwater (il più accreditato per fare bene al box office), Jodorowsky's DuneQui rido ioWelcome VeniceIl giro del mondo in 80 giorni e Il profumo del mirto.

BOX OFFICE MONDO
È boom per Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli in America: il film chiude il weekend con 71 milioni di dollari, ridicolizzando il vecchio record del Labor Day detenuto da Halloween dal 2007. Considerando che anche oggi è vacanza, il nuovo blockbuster Marvel potrebbe agevolmente superare gli 80 milioni, cifre da era pre-Covid. Chiaramente annichiliti gli altri titoli, anche se Candyman ha retto alla grande, perdendo solo il 52% rispetto alla settimana scorsa (un ottimo dato per un horror), raggiungendo quota 39 milioni di dollari. Terzo posto per Free Guy - Eroe per gioco, che nel tempo si sta dimostrando un grande successo, che ha raggiunto i 92 milioni di dollari ed è certo di passare i 100 milioni a fine corsa. Jungle Cruise si conferma al quarto posto, anch’esso con un’ottima tenuta e aggiunge 4 milioni di dollari al suo totale di 105. Paw Patrol - Il film incassa 3,6 milioni e sale a 30 milioni, L'uomo nel buio - Man in the Dark chiude il weekend con 2,2 milioni ed un totale di 28. In coda da segnalare il rimbalzo di Black Widow, che “trainato” da Shang-Chi rientra in top ten con un incasso di 750mila dollari e sale a 182 milioni, miglior incasso del 2021 (ma fino a quando?). Questa settimana arrivano in sala tre titoli “wide”: MalignantQueenpins e Il collezionista di carte, nulla insomma che possa anche solo lontanamente insidiare il primo posto di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.

 
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Il Collezionista di Carte

Post n°15937 pubblicato il 06 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

Il Collezionista di Carte

( The Card Counter )
Regista: Paul Schrader
Anno: 2021
Paese: USA, Gran Bretagna, Cina
Durata: 109 min
Data di uscita: 03 settembre 2021
Distribuzione: Lucky Red
Il Collezionista di Carte è un film di genere azione, drammatico, western del 2021, diretto da Paul Schrader, con Oscar Isaac e Tye Sheridan. Uscita al cinema il 03 settembre 2021. Durata 109 minuti. Distribuito da Lucky Red.
Data di uscita:03 settembre 2021
Genere:Azione, Drammatico, Western
Anno:2021
Paese:USA, Gran Bretagna, Cina
Durata:109 min
Distribuzione:Lucky Red
Sceneggiatura:Paul Schrader
Fotografia:Alexander Dynan
Produzione:Focus Features, Bona Film Group, Convergent Media., HanWay Films
TRAMA IL COLLEZIONISTA DI CARTE

 

Il collezionista di carte, film diretto da Paul Schrader, racconta la storia di William Tell (Oscar Isaac), un ex militare dedito al gioco d'azzardo. La sua esistenza, da sempre vissuta nell'ombra, viene sconvolta quando incontra Cirk (Tye Sheridan), un giovane che è in cerca di vendetta. Il ragazzo e William hanno un nemico in comune, un colonnello militare, ma al contrario di Cirk, l'ex soldato non medita vendetta.
Per William l'incontro con il giovane si rivela un'occasione per redimersi e si propone di riformarlo, grazie all'aiuto di una misteriosa finanziatrice, La Linda (Tiffany Haddish). Tell porta Cirk in viaggio con sé e lo introduce nel mondo dei casinò, facendolo partecipare con lui al World Series of poker di Las Vegas, dove l'uomo vuole assolutamente vincere. Ma il ragazzo è troppo arrabbiato per farsi distrarre o condurre sulla retta vita e sarà lui a far ricadere William nel suo oscuro passato, del quale l'uomo non è mai riuscito a liberarsi...

CURIOSITÀ SU IL COLLEZIONISTA DI CARTE

 

Presentato In Concorso al Festival di Venezia 2021.

Settima collaborazione tra il regista e l'attore Willem Dafoe.

 

FRASI CELEBRI DI IL COLLEZIONISTA DI CARTE

 

Dal Trailer Italiano del Film:

William Tell (Oscar Isaac): C'è un peso che un uomo deve accettare, è il peso creato dalle sue azioni passate ed è un fardello che non può essere rimosso.

William: Dopo la condanna a 10 anni di prigione, ho imparato a contare le carte.

William: Nel poker l'attesa è tutto!

La Linda (Tiffany Haddish): Viaggiate insieme, lui è un mistero e non so se sia una buona o una cattiva cosa!

Cirk (Tye Sheridan): Tu vuoi la stessa cosa che voglio io!
William: Vale a dire?
Cirk: Chiarire le cose!

William: Niente, niente può giustificare le nostre azioni!
INTERPRETI E PERSONAGGI DI IL COLLEZIONISTA DI CARTE
AttoreRuolo
Oscar Isaac
William Tell
Tye Sheridan
Cirk
Tiffany Haddish
La Linda
Willem Dafoe
maggiore John Gordo
Ekaterina Baker
Sara
Billy Slaughter
Fiddle
Joel Michaely
Ronnie
Amye Gousset
Judy Baufort
Alexander Babara
MR. USA
Dylan Flashner
sergente Hoskins
Britton Webb
Roger Baufort
Bobby C. King
Slippery Joe
Marlon Hayes
Assistente del torneo di poker

 
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Film nelle sale dal 9 settembre

 

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli

Post n°15935 pubblicato il 06 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli

( Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings )
Genere: AzioneFantasyAvventura
Anno: 2021
Paese: USA
Durata: 132 min
Data di uscita: 01 settembre 2021
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è un film di genere azione, fantasy, avventura del 2021, diretto da Destin Daniel Cretton, con Simu Liu e Awkwafina. Uscita al cinema il 01 settembre 2021. Durata 132 minuti. Distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures.
Data di uscita:01 settembre 2021
Genere:Azione, Fantasy, Avventura
Anno:2021
Paese:USA
Durata:132 min
Distribuzione:Walt Disney Studios Motion Pictures
Fotografia:Bill Pope
Musiche:Joel P. West
Produzione:Marvel Studios
TRAMA SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI

 

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, il film Marvel diretto da Destin Daniel Cretton, è il 25° titolo del Marvel Cinematic Universe.
Il protagonista Shang-Chi, interpretato sullo schermo da Simu Liu, è apparso per la prima volta nei fumetti nel 1973. Conosciuto anche come Maestro del Kung-Fu, Shang-Chi è un giovane supereroe che non sa realmente chi sia né di cosa sia capace, deve imparare a gestire ogni parte di sé e intraprende un inedito viaggio alla scoperta di se stesso. Deve affrontare il bene, il male, la luce e l'oscurità e tentare di farli convivere per poter raggiungere il suo pieno potenziale, un potere che può permettergli di duplicare se stesso infinite volte. Sulla sua strada trova alcuni personaggi pronti a dargli del filo da torcere, appartenenti all'organizzazione terroristica chiamata Dieci Anelli. A capo della gang c'è qualcuno con cui in passato Shang-Chi ha già avuto a che fare: il temibile Mandarino.
Nel cast, oltre a Liu, figurano anche Tony LeungAwkwafina, Fala Chen, Meng’er ZhangFlorian MunteanuRonny Chieng e Michelle Yeoh.

CURIOSITÀ SU SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI

 

Shang-Chi è nato nel 1973, a opera degli autori Steve Englehart (testi) e Jim Starlin (disegni): risposta marveliana al grande successo internazionale di Bruce Lee

Il Film fa parte della Fase 4 dell'Universo Cinematografico Marvel.

 

FRASI CELEBRI DI SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI

 

Dal Trailer Italiano del Film:

Wenwu (Tony Chiu-Wai Leung): Nell'arco della mia vita i dieci anelli hanno dato potere alla mia famiglia, se tu li vorrai un giorno dovrai dimostrarmi che sei abbastanza forte da indossarli.

Ying Nan (Michelle Yeoh): Sei il prodotto di quelli che sono venuti prima di te, il retaggio della tua famiglia. Sei tua madre e, che ti piaccia o no, sei anche tuo padre!

Shang-Chi (Simu Liu): Volevo un nuovo nome, uma nuova vita, ma non potrò mai fuggire dalla sua ombra!

Wenwu: Figlio mio, non si scappa dal passato!
INTERPRETI E PERSONAGGI DI SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI
AttoreRuolo
Simu Liu
Shang-Chi
Awkwafina
amica di Shang-Chi
Tony Leung Chiu Wai
Il Mandarino
Michelle Yeoh
Jiang Nan
Florian Munteanu
Razor Fist
Fala Chen
Jiang Li
Meng’er Zhang
Xialing
Ronny Chieng
Jon Jon

 

 

 
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Film nelle sale dal 2 settembre

 

Film nelle sale dal 26 agosto

 

La ragazza con il braccialetto

Post n°15932 pubblicato il 06 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

La ragazza con il braccialetto

( La fille au bracelet )
Genere: Drammatico
Anno: 2019
Paese: Francia, Belgio
Durata: 95 min
Data di uscita: 19 agosto 2021
Distribuzione: Satine Film
La ragazza con il braccialetto è un film di genere drammatico del 2019, diretto da Stéphane Demoustier, con Roschdy Zem e Melissa Guers. Uscita al cinema il 19 agosto 2021. Durata 95 minuti. Distribuito da Satine Film.
Data di uscita:19 agosto 2021
Genere:Drammatico
Anno:2019
Paese:Francia, Belgio
Durata:95 min
Distribuzione:Satine Film
Sceneggiatura:Stéphane Demoustier
Produzione:Petit Film, France 3 Cinéma, Frakas Productions
TRAMA LA RAGAZZA CON IL BRACCIALETTO

 

La ragazza con il braccialetto, film diretto da Stéphane Demoustier, racconta la storia di Lise (Melissa Guers), una ragazza di 18 anni, accusata due anni prima di aver ucciso la sua migliore amica e ora costretta alla libertà vigilata in attesa del giudizio della Corte d'assise. Lise ha alla caviglia un braccialetto elettronico che controlla i suoi movimenti e vive con i genitori, Bruno e Céline (Roschdy Zem e Chiara Mastroianni), esponenti della classe media. I due affrontano l'accusa di omicidio della figlia in modi totalmente diversi: il padre si dimostra protettivo e cerca di sostenerla, mentre la madre è totalmente bloccata su come affrontare questo dramma familiare e il futuro di Lise.
Quando la ragazza si presenta in tribunale, emerge durante il processo uno stile di vita, condotto da Lise, totalmente inaspettato per i genitori. Una vita sconcertante che finora ignoravano e che mette per la prima volta l'imputata a nudo.

INTERPRETI E PERSONAGGI DI LA RAGAZZA CON IL BRACCIALETTO
AttoreRuolo
Roschdy Zem
Bruno Bataille
Melissa Guers
Lise Bataille
Anaïs Demoustier
avvocato generale
Chiara Mastroianni
Céline Bataille
Annie Mercier
avvocato di Lise
Pascal Garbarini
Presidente del Tribunale
Anne Paulicevich
Sig. ra Dufour
Xavier Maly
medico legale
Vincent Colombe
esperto ADN

 
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Film nelle sale dal 19 agosto

 

Film nelle sale dall'11 agosto

 

The Suicide Squad - Missione Suicida

Post n°15929 pubblicato il 06 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

The Suicide Squad - Missione Suicida
( The Suicide Squad )
Regista: James Gunn
Genere: AzioneAvventuraFantasy
Anno: 2021
Paese: USA
Durata: 132 min
Data di uscita: 05 agosto 2021
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
The Suicide Squad - Missione Suicida è un film di genere azione, avventura, fantasy del 2021, diretto da James Gunn, con Margot Robbie e Idris Elba. Uscita al cinema il 05 agosto 2021. Durata 132 minuti. Distribuito da Warner Bros. Pictures.
Data di uscita:05 agosto 2021
Genere:Azione, Avventura, Fantasy
Anno:2021
Paese:USA
Durata:132 min
Distribuzione:Warner Bros. Pictures
Sceneggiatura:James Gunn
Fotografia:Henry Braham
Montaggio:Fred Raskin
Produzione:Atlas Entertainment, DC Comics, DC Entertainment, Warner Bros.
TRAMA THE SUICIDE SQUAD - MISSIONE SUICIDA

 

The Suicide Squad - Missione Suicida, il film diretto da James Gunn, non è né un sequel né un reboot del film di David Ayer del 2016 ma "è quello che è", per usare la definizione data dallo stesso regista.
I super cattivi Harley Quinn (Margot Robbie), Bloodsport (Idris Elba), Rick Flag di (Joel Kinnaman), Captain Boomerang (Jai Courtney), Peacemaker (John Cena) e altri pessimi elementi del penitenziario Belle Reve, che detiene i maggiori criminali di sempre, si uniscono alla segreta e ombrosa Task Force X per evadere. Questa organizzazione li dota delle armi più esplosive che possiede e li scarica nella remota isola di Corto Maltese, che pullula di temibili nemici dell'umanità.
Mentre si fanno largo nella giungla dell'isola, il gruppo - guidato dal colonnello Rick Flag - dovrà prendere parte a una missione di ricerca, seguendo le indicazioni governative di Amanda Weller (Viola Davis). Ogni loro singolo atto di ribellione, ogni passo falso commesso dalla squadra costa loro la morte, che potrebbe essere causata dalla stessa Weller, dai loro nemici o da un altro membro della Squad. Il team suicida, però, non immagina che il buon esito della missione è qualcosa che gioca a loro sfavore...

CURIOSITÀ SU THE SUICIDE SQUAD - MISSIONE SUICIDA

 

Il film è il sequel di Suicide Squad, il film diretto nel 2016 da David Ayer.

Idris Elba è stato inizialmente assunto per sostituire Will Smith come Floyd Lawton/Deadshot, ma in seguito è stato deciso che Elba avrebbe interpretato un nuovo personaggio (Bloodsport) per consentire a Smith di tornare in futuro.

Margot Robbie ha detto che vestirà i panni di Harley Quinn il più a lungo possibile, perché ama interpretarla nel DC Extended Universe.

Lo scrittore di fumetti di Suicide Squad, John Ostrander, interpreta il Dr. Fitzgibbon nel film.

È il decimo film del DC Extended Universe.

FRASI CELEBRI DI THE SUICIDE SQUAD - MISSIONE SUICIDA

 

Dal Trailer Italiano del Film:

Amanda Waller (Viola Davis): Robert DuBois, in galera per aver sparato a Superman un proiettile alla kriptonite.
Bloodsport (Idris Elba): Non c'entro nella sua Suicide Squad!
Amanda Waller: Si vedrà...

Amanda Waller: Non ricorrerei a misure estreme, se questa missione non contasse più di quanto tu possa immaginare! Sei con noi o no?

Amanda Waller: Ogni elemento viene scelto per la sua gamma di capacità che lo rende unico e speciale.

Harley Quinn (Margot Robbie): Ciao a tutti, ho fatto tardi! Mi scappava il bisognone!

Amanda Waller: La vostra missione è distruggere ogni traccia del progetto Starfish. Domande?
Peacemaker (John Cena): "Starfish" sarebbe la stella marina, servirà un'esca?
INTERPRETI E PERSONAGGI DI THE SUICIDE SQUAD - MISSIONE SUICIDA
AttoreRuolo
Margot Robbie
Harley Quinn
Idris Elba
Bloodsport
Joel Kinnaman
Rick Flag
Taika Waititi
Jai Courtney
Captain Boomerang
Viola Davis
Amanda Waller
John Cena
Peacemaker
Sylvester Stallone
King Shark (voce originale)
Nathan Fillion
T.D.K.
Michael Rooker
Savant
Alice Braga
Sol Soria
David Dastmalchian
Polka-Dot Man
Pete Davidson
Blackguard
Freddie Stroma
Adrian Chase
Sean Gunn
Weasel
Peter Capaldi
Thinker
John Ostrander
Dr. Fitzgibbon
Storm Reid
Tyla

 
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Lo scambio di principesse

Post n°15928 pubblicato il 06 Settembre 2021 da Ladridicinema
 

Lo scambio di principesse

( L'échange des princesses )
Regista: Marc Dugain
Genere: DrammaticoStorico
Anno: 2017
Paese: Francia
Durata: 110 min
Data di uscita: 05 agosto 2021
Distribuzione: Movies Inspired
Lo scambio di principesse è un film di genere drammatico, storico del 2017, diretto da Marc Dugain, con Lambert Wilson e Olivier Gourmet. Uscita al cinema il 05 agosto 2021. Durata 110 minuti. Distribuito da Movies Inspired.
TRAMA LO SCAMBIO DI PRINCIPESSE

 

Lo scambio di principesse, film diretto Marc Dugain, è ambientato nel 1721 e racconta la storia di Filippo d'Orléans (Olivier Gourmet), reggente di Francia nell'attesa che il delfino diventi abbastanza grande per governare il Paese. Quando Luigi XV (Igor van Dessel), compiuti 11 anni, può finalmente salire al trono, Filippo ha la brillante idea di contrattare un matrimonio con la principessa di Spagna per portare la pace tra i due regni in conflitto da anni.
Prima Filippo dà in moglie all'erede al trono spagnolo sua figlia, la dodicenne Mademoiselle de Montpensier, poi negozia il matrimonio tra Luigi XV e Anna Maria Victoria (Juliane Lepoureau), l'infanta di Spagna di soli 4 anni. I matrimoni vengono celebrati in modo repentino con grande entusiasmo da parte di entrambi i popoli, convinti che finalmente sia giunta la pace tra i loro regni. Le principesse vengono condotte su una piccola isola, sita in un fiume tra i due paesi, per essere scambiate. È così che le due giovanissime regnanti diventano pedine nello scacchiere regale del gioco di potere, costrette a rinunciare alla spensieratezza dei loro anni per salire al trono.

CURIOSITÀ SU LO SCAMBIO DI PRINCIPESSE

 

Il film è tratto dal romanzo omonimo di Chantal Thomas.

Lily-Rose Depp è stata inizialmente scelta per il ruolo di Louise Elisabeth, ma ha abbandonato il film poche settimane prima delle riprese.

 

INTERPRETI E PERSONAGGI DI LO SCAMBIO DI PRINCIPESSE
AttoreRuolo
Lambert Wilson
Filippo V
Olivier Gourmet
Filippo d'Orléans, le régent
Anamaria Vartolomei
Louise Elisabeth
Catherine Mouchet
Mme de Ventadour
Kacey Mottet Klein
Don Luis
Igor van Dessel
Luigi XV
Juliane Lepoureau
Maria Victoria
Patrick Descamps
Maréchal de Villeroy
Thomas Mustin
Duca de Condé
Gwendolyn Gourvenec
La Quadra
Didier Sauvegrain
Cardinale de Fleury
Maya Sansa
principessa palatine
Andréa Ferréol
Elisabeth Farnese
Vincent Londez
Saint Simon

 
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