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Messaggi del 13/04/2018

 

The Silent Man

Post n°14420 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Io sono Tempesta

Post n°14419 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Io sono Tempesta

Post n°14418 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema

Io sono Tempesta è un film di genere commedia, drammatico del 2018, diretto da Daniele Luchetti, con Marco Giallini e Elio Germano. Uscita al cinema il 12 aprile 2018. Durata 97 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

Poster

Io sono Tempesta, il film diretto da Daniele Luchetti, vede Marco Giallini nei panni di Numa Tempesta, un finanziere che gestisce un fondo da un miliardo e mezzo di euro e abita da solo nel suo immenso hotel deserto, pieno di letti in cui lui non riesce a chiudere occhio. 
Tempesta ha soldi, carisma, fiuto per gli affari e pochi scrupoli. Un giorno la legge gli presenta il conto: a causa di una vecchia condanna per evasione fiscale dovrà scontare un anno di pena ai servizi sociali in un centro di accoglienza. 
E così, il potente Numa dovrà mettersi a disposizione di chi non ha nulla, degli ultimi. Tra questi c'è Bruno (Elio Germano), un giovane padre che frequenta il centro con il figlio, in seguito ad un tracollo economico. 
L’incontro sembrerebbe offrire ad entrambi l'occasione per una rinascita all’insegna dei buoni sentimenti e dell’amicizia. Ma c’è il denaro di mezzo e un gruppo di senzatetto che, tra morale e denaro, tenderà a preferire il denaro. Alla fine, come nel miglior cinema di Daniele Luchetti, bisognerà chiedersi: chi sono i buoni, se ci sono?

  • FRASI CELEBRI:

 

Dal trailer Ufficiale del Film:

Segretario: Si ricorda...quella "piccola" condanna del 2012 per frode fiscale?! 
Numa Tempesta (Marco Giallini): Fuori dalla mia macchina...fuori! 

Numa Tempesta: Sono cose che in Italia non contano, sono stronzate...fanno curriculum! 

Segretario: E si tratta di passare un anno ai servizi sociali! 

Bruno (Elio Germano): Comunque qua hai trovato il posto migliore, da mangia' è buono, c'hanno gli armadietti...alla fine in Italia la vita del povero è da paura! 

Numa Tempesta: Li andassero a prendere queli veri, ma condannano a me, che lavoro sempre! 

Anegla (Eleonora Danco): E soprattutto i rapporti su di Lei qui dentro li faranno gli utenti, verso i quali Lei dovrà dimostrare di provare empatia! 

Numa Tempesta: Fidate che è meglio che te racconto la mia de' storia, mo fa...magari eh, co' la tua se famo du' palle! 

Bruno: Sei pieno de' sordi?! Ma che te 'o devo dì io?! Ma comincia a sgancia' quarcosa, no?! Tanto...a livello umano, non c'arriverai mai 

Anegla: Se noi diamo, gli altri ci danno! Evidentemente hai cominciato a dare! 
Numa Tempesta: Mh... 

Bruno: Pe' capi' un paraculo ce vo' n'artro paraculo! 

Numa Tempesta: In questi giorni io, senza telefono, ho perso trenta milioni...però stanotte ho dormito da Dio! 

Bruno: Io e te semo fatti uguali Tempe', ma tu c'hai avuto artre opportunità ne'a vita, ma 'a pasta è la stessa! 

Numa Tempesta: Ma mica sarai pregiudicato tu, no?! 
Bruno: Aò, te sei pregiudicato, no io! Eh!

 


 
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The Silent Man

Post n°14417 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Felt

 

The Silent Man è un film di genere biografico, drammatico, thriller del 2017, diretto da Peter Landesman, con Liam Neeson e Diane Lane. Uscita al cinema il 12 aprile 2018. Durata 103 minuti. Distribuito da BIM.

Poster
TRAMA THE SILENT MAN:

The Silent Man, il film scritto e diretto da Peter Landesman, si ispira alla vera storia del più famoso informatore segreto della storia degli Stati Uniti: Mark Felt(Liam Neeson), vice-direttore dell'FBI, che è stato "Gola profonda", la fonte anonima dello scandalo Watergate negli anni 70. 
Per oltre trent'anni, la misteriosa identità dell'informatore segreto ha suscitato un'intensa curiosità da parte dell'opinione pubblica e una serie di speculazioni, fino a quando, nel 2005, in un articolo apparso su Vanity Fair, Felt non ha ammesso di essere stato lui. Malgrado il suo nome sia ormai di dominio pubblico da un decennio, in pochi conoscono la vita professionale e privata del brillante e intransigente Felt, che rischiò, e in ultima istanza sacrificò, ogni cosa, compresa la famiglia, la carriera e persino la libertà, per rendere note le informazioni di cui era a conoscenza. 
THE SILENT MAN ci mostra il caso Watergate come non lo abbiamo mai visto prima d'ora, rovesciando la prospettiva dei giornalisti sul campo del Washington Post in TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE e adottando il punto di vista delle più alte cariche al potere, una straordinaria finestra aperta su un governo nello scompiglio. La storia del profondo livello di corruzione della Casa Bianca, di cui l'effrazione nel quartier generale del Comitato Nazionale Democratico fu soltanto un esempio isolato. 
Alla luce degli attuali eventi, i sorprendenti parallelismi con i tumulti politici dell'era Watergate - comprese le lotte di potere tra i rami dell'esecutivo e l'FBI, le prove di brogli elettorali e la rinnovata posizione di sfida della Casa Bianca nei confronti della veridicità dei mezzi di informazione - la storia di Mark Felt non potrebbe essere più rilevante.

 

Dal Trailer Italiano del Film The Silent Man:

Mark Felt (Liam Neeson): Quando all'FBI arriva un pettegolezzo o un'informazione del tipo "ho visto quel senatore insieme a un'altra donna, non con sua moglie o...con un uomo", noi siamo tenuti a scrivere tutto e lo facciamo. Tutti i vostri segreti sono al sicuro...con noi 

Audrey Felt (Diane Lane): Ecco a voi, il grande cacciatore di draghi e custode del sogno americano! 

Bill Sullivan (Tom Sizemore): Mark Felt! Integrità, fedeltà, coraggio! 

Mark Felt: Gli uomini che hanno fatto irruzione al Watergate non sono la testa del mostro, ma la coda! 

Mark Felt: Il nostro compito è seguire le tracce sul terreno e tutte le tracce sembrano portarci dentro la Casa Bianca! 

L. Patrick Gray (Marton Csokas): Niente più colloqui con membri della CIA o della Casa Bianca senza permesso 
Charlie Bates (Josh Lucas): Cosa?? 
L. Patrick Gray: Dobbiamo chiudere le indagini, entro due giorni! 

Mark Felt: Nessuno può fermare la forza di un'indagine dell'FBI! Nessuno, nemmeno...l'FBI! 

Bruce Greenwood (Sandy Smith): In tanti anni che ti conosco non hai mai fatto trapelare un solo segreto... 
Mark Felt: Adesso ci togliamo i guanti... 
Bruce Greenwood: Quello che fai, farà crollare tutto il castello di carte! 

L. Patrick Gray: C'è una spia nell'FBI! 

Mark Felt: È un'informazione riservata dell'FBI questa, ce l'ha la Casa Bianca e ora ce l'hai anche tu! 

Mark Felt: A volte dobbiamo tradire ciò che amiamo, per salvare ciò che amiamo! 

L. Patrick Gray: Loro sentono tutto 

Mark Felt: C'è sempre un prezzo da pagare per quello che facciamo. E lo paghiamo tutti, in un modo o nell'altro! 

Bob Woodward (Julian Morris): Le abbiamo dato un soprannome al giornale, "Gola Profonda"!

 


 
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Il prigioniero coreano

Post n°14416 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

Titolo originale: The Net

Il prigioniero coreano è un film di genere drammatico del 2016, diretto da Kim Ki-duk, con Ryoo Seung-Bum e Lee Won-geun. Uscita al cinema il 12 aprile 2018. Durata 114 minuti. Distribuito da Tucker Film.

Poster

«Fai attenzione: oggi la corrente va verso Sud», lo avvisa una sentinella, ma a fare attenzione, a farne sempre molta, il pescatore Nam Chul-woo ci è abituato. Del resto, non puoi permetterti distrazioni quando abiti in un villaggio della Corea del Nord e ti muovi ogni giorno sulla linea di confine. Confine d’acqua, nel caso di Nam, ed è proprio l'acqua a tradirlo: una delle reti, infatti, si aggroviglia attorno all’elica della sua piccola barca, il motore si blocca e la corrente che «va verso Sud» trascina lentamente (inesorabilmente) il povero Nam in zona nemica... Si apre così Il prigioniero coreano, attesissimo ritorno di Kim Ki-duk alla narrazione politica. Un dramma che sviluppa e moltiplica il tema del doppio, così com'è doppia la Corea, raccontando intensamente una grande storia collettiva attraverso la storia (l'innocenza) di un singolo individuo. Riuscirà Nam, dopo pressanti interrogatori, a convincere le forze di sicurezza sudcoreane di non essere una spia? Ma soprattutto: riuscirà Nam, dopo il proprio faticoso rilascio, a convincere il potere nordcoreano della propria integrità?E' rimasto ancora quello che era, cioè un bravo cittadino devoto, o l'infezione del capitalismo («Più forte è la luce, più grande è l'ombra») lo ha contaminato per sempre? Lontanissimo dalle tinte forti dell'Isola o di Moebius, Kim Ki-duk parla del presente, parla di una nazione divisa e in perenne stato di guerra, utilizzando – ovviamente a modo suo – la grammatica del thriller.



 
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Il cratere

Post n°14415 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

Il cratere è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Silvia Luzi, Luca Bellino, con Rosario Caroccia e Sharon Caroccia. Uscita al cinema il 12 aprile 2018. Durata 93 minuti. Distribuito da La Sarraz.

Poster

Il cratere è terra di vinti, spazio indistinto, rumore costante. Rosario è un ambulante, un gitano delle feste di piazza che regala peluches a chi pesca un numero vincente. La guerra che ha dichiarato al futuro e alla sua sorte ha il corpo acerbo e l'indolenza dei tredici anni. Sharon è bella e sa cantare, e in questo focolaio di espedienti e vita infame lei è l'arma per provare a sopravvivere. Ma il successo si fa ossessione, il talento condanna. Il Cratere è una favola Disney al contrario.

IL CAST DI IL CRATERE:

 
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8 minuti

Post n°14414 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

8 minuti è un film di genere drammatico del 2018, diretto da Dado Martino, con Alessandra Silvesti e Fabrizio Savegnago. Uscita al cinema il 11 aprile 2018. Durata 88 minuti. Distribuito da A&A distribuzione.

Poster

Leonardo Carpi, giovane meccanico, lavora in un'autofficina e sogna di diventare qualcuno importante, anche se per il momento non sa ancora ciò che vuole davvero. Sara decide di prendersi una vacanza lontana da tutti, compreso il suo fidanzato: ha bisogno di staccare con il mondo per prendersi un momento per sé. Una vacanza di sano egoismo che le farà capire che l'altruismo non è solo il modo per aiutare gli altri, ma di riflesso è l'unico modo per poter essere se stessi. Solo allora capirà che per "salvarsi" dovrà salvare l'intera barca. Mattia è il figlio del proprietario di un hotel. Odia la struttura alberghiera di famiglia e spera di non lavorarci da grande. Ama disegnare i fumetti ma nel frattempo, durante il periodo estivo, è costretto a dare una mano a suo padre alla reception. Sofia, la figlia di Davide, ama ballare e cantare, è vegana anche se ha solo 8 anni. Trascorre una vacanza con il padre e, ignara delle sue truffe, crede che sia solo un ingenuo. Mirko è un bambino curioso e fastidioso che si diverte a dare fastidio alle persone che lavorano. Non ha amici, ad eccezione di suo nonno, morto da pochi mesi.



  • PRODUZIONE: Cowsheep Film Production in collaborazione con Ros Group

 
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Film nelle sale da oggi

Post n°14413 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

 
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Siria, presidente ISPI: «Nessuno ha prove certe"

Post n°14412 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

Siria, presidente ISPI: «Nessuno ha prove certe, siamo in una propaganda di guerra e le immagini possono essere montate. Non sappiamo se siano state usate armi chimiche» da antidiplomatico

Siria, presidente ISPI: «Nessuno ha prove certe, siamo in una propaganda di guerra e le immagini possono essere montate. Non sappiamo se siano state usate armi chimiche»
 
C’è chi mantiene un barlume di buon senso e non si lancia in ardite ricostruzioni utili solo a realizzare l’ennesima guerra per motivi umanitari
 

Spirano forte i venti di guerra sospinti dalla propaganda di Washington, a cui si è immediatamente agganciato il carrozzone mediatico radical-chic e ‘diritto-umanista’ a senso unico e giorni alterni, guidato dall’ineffabile Roberto Saviano, che spinge per il bombardamento di Damasco sulla base di un attacco chimico probabilmente non avvenuto, o una provocazione congegnata a questo scopo.

 

In un siffatto scenario c’è chi mantiene un barlume di buon senso e non si lancia in ardite ricostruzioni utili solo a realizzare l’ennesima guerra per motivi umanitari. 

 

Questo è il caso di Paolo Magri, presidente dell’Istituto per gli studi di Politica Internazionale, che nell’ambito di Agorà, in onda su Rai 3, in riferimento alle accuse lanciate contro il governo guidato da Bashar al-Assad spiega: «Nessuno ha prove certe, siamo in una propaganda di guerra e le immagini possono essere montate. Non sappiamo se siano state usate armi chimiche».

Notizia del: 12/04/2018

 
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Il cloro nelle urine: l'ultima bufala dalla Siria di un regime mediatico alla disperazione

Post n°14411 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

da antidiplomatico

Il cloro nelle urine: l'ultima bufala dalla Siria di un regime mediatico alla disperazione
 

Scoperta urina contaminata di cloro! Dove? In una piscina affollata da incivili bagnanti? No. In Siria, nel Ghouta. Lo attesta un articolo della NBC diventato Vangelo per tutti i TG che, ora, possono, finalmente, mostrare le “prove” del criminale attacco di Assad che nessuno finora era riuscito a trovare.


Intanto, una domanda: chi avrebbe ottenuto nel Ghouta i campioni di urina che attestano la presenza di cloro? Funzionari dell’OPCW (l'Agenzia ONU per la proibizione delle armi chimiche)? No: questi, invitati dai russi ad effettuare indagini, raggiungeranno il Ghouta solo nei prossimi giorni. E allora chi? “Tali campioni sono stati ottenuti, attraverso ospedali, da intelligence statunitensi e straniere presenti sul terreno” ci assicura la NBC. Ma erano 007 che trafugavano provette cariche di urina da far analizzare in Occidente o che rovistavano i referti delle analisi corredate da una scheda clinica del paziente? Si direbbe una domanda dettata da mera pignoleria, ma non è così.

Perché solo nel secondo, improbabile caso , si sarebbe potuto accertare che l’ipercloremia (cioè l’eccesso di cloro nel sangue) non dipendeva da cause assolutamente banali come, ad esempio, una alimentazione ricca di sale, una diarrea prolungata o uno stato di disidratazione…


Di questa circostanza e, quindi, della possibilità di essere smentiti da un qualsiasi laboratorio di analisi, devono essersi accorti anche i giornalisti che avevano diffuso la bufala della NBC, i quali ora si affrettano ad aggiungere che, oltre a tracce di cloro, nell’urina sono state trovate anche tracce di Sarin. In persone ancora vive! La stirpe degli Skripal è molto più numerosa di quanto si immaginava.

 

 

Francesco Santoianni

 

Notizia del: 12/04/2018

 
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NON È per la guerra

Post n°14410 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

M.E Scandaliato de: "RAI"
NON È per la guerra
Guerra alla #Siria: morte della verità e importanti denunce di giornalisti coraggiosi. 
di Maria Elena Scandaliato, giornalista Rai

《Partiamo da un assunto: in Siria, nella Goutha, a Douma, non c’è nessun giornalista italiano, francese, inglese, statunitense, ecc… Non ci sono “nostri” reporter sul campo: né inviati dalle redazioni, né indipendenti. Tutto quello che leggiamo, tutte le pagine che grondano partecipazione emotiva, commozione, dilemmi esistenziali sugli orrori della guerra, arrivano da gente che sta con le chiappe sulla sedia di una confortevole redazione, a Roma, Milano, New York, Tel Aviv; e che la guerra può al massimo immaginarsela, tra la pausa caffè e la sigaretta di rito. 
I video che giustificano la guerra (se guerra sarà), non li abbiamo prodotti “noi”. Arrivano da fonti locali, che quasi nessuno si premura di citare. 
.............
Perché ho scritto questo lungo testo? Perché la guerra che si sta preparando è l’ennesima porcheria, l’ennesimo bagno di sangue. E lo faranno in nostro nome. Giustificandolo con video, articoli e finti reportage come quelli di cui vi ho parlato. Nei quali, fondamentalmente, venite presi per i fondelli. E questo a prescindere dal fatto che siate pro o contro Assad, che odiate o amiate Putin, che vi vada o meno a genio Trump....Non possiamo raccontarlo così. E non possiamo accettare, come opinione pubblica, che ci venga raccontato così. Soprattutto se ne deriverà una guerra. Non possiamo dare per vero tutto ciò che è stato girato da “qualcuno” in “un posto” con un telefonino. Non si può spacciare per autorevole o neutrale una fonte decisamente anti-governativa, o dubbia, che sentiamo solo per telefono o tramite whatsapp. Non esiste questa roba. E non esiste che non si spieghi alla gente da dove prendiamo le immagini, visto che NESSUNO DI NOI E’ SUL POSTO A RACCONTARE LA GUERRA, che dovrebbe essere l’unico obiettivo per cui battersi, oggi, come giornalisti. 
Io ci lavoro, in questa grossa pozzanghera: sono una giornalista. E credo che la nostra categoria – non solo in Italia – stia dando una prova di pressappochismo, servilismo, cinismo e ipocrisia che non mi sembra abbiano dei precedenti. O forse sì, e io non lo ricordo. La responsabilità è grossa: chi mente, chi mistifica la realtà, chi scrive finti reportage da Milano, Tel Aviv o Istanbul, avrà il suo nome inciso sulle prossime bombe sganciate in Siria. 
In guerra, la prima vittima è la verità. Non ci resta che ricordare quali mani, in questi giorni, la stanno strangolando. Per l’ennesima volta.》

 
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NON È per la guerra

Post n°14409 pubblicato il 13 Aprile 2018 da Ladridicinema
 

M.E Scandaliato de: "RAI"
NON È per la guerra
Guerra alla #Siria: morte della verità e importanti denunce di giornalisti coraggiosi. 
di Maria Elena Scandaliato, giornalista Rai

《Partiamo da un assunto: in Siria, nella Goutha, a Douma, non c’è nessun giornalista italiano, francese, inglese, statunitense, ecc… Non ci sono “nostri” reporter sul campo: né inviati dalle redazioni, né indipendenti. Tutto quello che leggiamo, tutte le pagine che grondano partecipazione emotiva, commozione, dilemmi esistenziali sugli orrori della guerra, arrivano da gente che sta con le chiappe sulla sedia di una confortevole redazione, a Roma, Milano, New York, Tel Aviv; e che la guerra può al massimo immaginarsela, tra la pausa caffè e la sigaretta di rito. 
I video che giustificano la guerra (se guerra sarà), non li abbiamo prodotti “noi”. Arrivano da fonti locali, che quasi nessuno si premura di citare. 
.............
Perché ho scritto questo lungo testo? Perché la guerra che si sta preparando è l’ennesima porcheria, l’ennesimo bagno di sangue. E lo faranno in nostro nome. Giustificandolo con video, articoli e finti reportage come quelli di cui vi ho parlato. Nei quali, fondamentalmente, venite presi per i fondelli. E questo a prescindere dal fatto che siate pro o contro Assad, che odiate o amiate Putin, che vi vada o meno a genio Trump....Non possiamo raccontarlo così. E non possiamo accettare, come opinione pubblica, che ci venga raccontato così. Soprattutto se ne deriverà una guerra. Non possiamo dare per vero tutto ciò che è stato girato da “qualcuno” in “un posto” con un telefonino. Non si può spacciare per autorevole o neutrale una fonte decisamente anti-governativa, o dubbia, che sentiamo solo per telefono o tramite whatsapp. Non esiste questa roba. E non esiste che non si spieghi alla gente da dove prendiamo le immagini, visto che NESSUNO DI NOI E’ SUL POSTO A RACCONTARE LA GUERRA, che dovrebbe essere l’unico obiettivo per cui battersi, oggi, come giornalisti. 
Io ci lavoro, in questa grossa pozzanghera: sono una giornalista. E credo che la nostra categoria – non solo in Italia – stia dando una prova di pressappochismo, servilismo, cinismo e ipocrisia che non mi sembra abbiano dei precedenti. O forse sì, e io non lo ricordo. La responsabilità è grossa: chi mente, chi mistifica la realtà, chi scrive finti reportage da Milano, Tel Aviv o Istanbul, avrà il suo nome inciso sulle prossime bombe sganciate in Siria. 
In guerra, la prima vittima è la verità. Non ci resta che ricordare quali mani, in questi giorni, la stanno strangolando. Per l’ennesima volta.》

 
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