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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi del 05/09/2018
Post n°14602 pubblicato il 05 Settembre 2018 da Ladridicinema
Celebra l'anniversario del '68 in Italia l'Italian Pavilion a Venezia che, come tutti gli anni, durante la Mostra torna ad accogliere il cinema italiano in uno spazio esclusivo e dai contenuti interattivi dislocato nei saloni Tropicana dell’Hotel Excelsior al Lido, con un’area conferenze dedicata a presentazioni, dibattiti e premiazioni ed una sala business riservata agli incontri tra gli operatori del settore. Lo spazio continua nella Sala Taverna ubicata al piano spiaggia dell'hotel Excelsior, animata dall’attività stampa dei film italiani e in concorso, dagli incontri con le delegazioni di film della Settimana della Critica e dalle presentazioni di libri e progetti. Gli spazi - realizzati da Luce Cinecittà in collaborazione con Anica, MISE, ICE, con il contributo della Direzione Generale Cinema e ideati da Cappelli Identity Design - accolgono visitatori e conferenzieri in un'atmosfera in cui la dimensione visiva diventa protagonista dell'ambiente espositivo, ispirato agli Anni '60, un tempo sospeso nella storia e nell'immaginario collettivo e simbolo di trasformazioni della società, del costume, della comunicazione e dell'arte. Mai come in quel periodo il cinema influenzato dall'optical art e dal design ha saputo interpretare la realtà in modo rivoluzionario, spesso controverso, talvolta ironico e grottesco, realizzando set esteticamente originali per eleganza e stravaganza. In quegli anni il cinema italiano ha prodotto capolavori leggendari, film caratterizzati da slanci avanguardistici e atmosfere ispirate all'arte contemporanea, come Blow-up di Michelangelo Antonioni o de La decima vittima di Elio Petri. Molti gli eventi in programma quest’anno, in particolare il Focus Cina organizzato da Anica il 30 e 31 agosto e il Focus Kazakistan (2 settembre); il panel "Il Consiglio Superiore del Cinema e dell'Audiovisivo - Un anno di lavoro" (3 settembre) e la presentazione il 4 settembre dei dati annuali MiBAC con intervento del sottosegretario Lucia Borgonzoni e del Dg Cinema Nicola Borrelli; la presentazione del documentario Un patrimonio sulle spalle di Francesco De Melis prodotto dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (6 settembre ore 16:30); la consegna dei premi Migrarti (3 settembre), Zavattini (3 settembre), Filming Italy (1 settembre); Soundtrack Stars (7 settembre), Lizzani (7 settembre) Nuovo Imaie (7 settembre), MostraLido (6 settembre); la presentazione organizzata dalla rivista 8½ il 2 settembre (ore 16:30) del volume "Non dire viola", a cura di Nicole Bianchi e con la prefazione di Luciano De Crescenzo, dedicato a superstizioni, riti e amuleti del cinema italiano. Coordinano l'incontro Gianni Canova e Laura Delli Colli, ospiti Tosca D'Aquino e Carlo Verdone, due delle venti personalità del nostro cinema che hanno raccontato il loro personale rapporto con scaramanzia, manie e rituali portafortuna. Da segnalare anche gli incontri di cinema e filosofia di ‘Lidophilo’, presentati da Stefano Bonaga che incontra quest'anno i protagonisti del cinema italiano tra cui Pif (1 settembre ore 17:00), Matteo Garrone (2 settembre ore 15:00), Renato De Maria (3 settembre ore 18:30), Valeria Golino (4 settembre alle 17:30), Jacopo Quadri (5 settembre ore 15:00), Monica Stambrini e Valentina Nappi (6 settembre, 17:30).
Partner dello spazio APT, Italian Short Film Center, Centro Sperimentale di Cinematografia, Doc.it, Festa del Cinema di Roma, Rome City of Film, Fondazione Ente dello Spettacolo, Giornate degli Autori, Italy for Movies, Italian Film Commissions, Creative Europe Desk Italy Media, MIA, UNEFA, SNGCI, SNCCI, CinecittàNews e 8½. Italian Pavilion ringrazia per la collaborazione: Dr. Vranjes, Borsoi, Lauretana, Caffè Aiello, Petrone, I Bibanesi, Casa Botran, Italoi, Fondo Antico, Gotto d’oro, Fun Food Italia, Bonaventura Maschio, Ponte, Geloso, Zilea, 401 È AMATRICE, Dolce Mosaico, Birra Menabrea.
Post n°14601 pubblicato il 05 Settembre 2018 da Ladridicinema
Non dire viola – Superstizioni, riti e amuleti del cinema: un libro dedicato alla scaramanzia, a come questa è, ed è stata, vissuta, percepita, allontanata, derisa, amata e detestata da molti protagonisti del cinema italiano passato e presente. Scegliendo il viola sin dal titolo, colore per antonomasia inviso e temuto dallo spettacolo italiano, Non dire viola apre con la prefazione di Luciano De Crescenzo (agenzia letteraria Delia), che nel DNA partenopeo dovrebbe portare con sé attenzione alla scaramanzia e ai suoi riti, invece razionalizzati e ironizzati dal suo profilo di ingegnere. “Una volta ho letto che il colore viola porta bene quando si cerca lavoro, ma se il lavoro lo cerco nel cinema, a questo punto mi chiedo: come mi devo vestire?”. Segue una panoramica storica a cura di Italo Moscati, che racconta, con aneddoti e ricordi, manie e fissazioni di grandi, da De Sica a Totò, che pare non fossero affatto indifferenti alla questione. Il discorso sul presente più stretto si struttura poi attraverso 20 testimonianze raccolte da Nicole Bianchi: parlano grandi protagonisti del cinema italiano, da premi Oscar a sceneggiatori agnostici, da chi gioca con leggerezza sul tema, a chi senza remore dichiara la propria massima cura nel rispettare ritualità e dettagli della scaramanzia. Non dire viola sbarca alla Mostra di Venezia domenica 2 settembre alle 16.30, presentato da Tosca D’Aquino e Carlo Verdone, due dei 20 testimoni che hanno contribuito con il proprio personale racconto a narrare e profilare il discorso sul tema, non senza aneddoti stretti a grandi del passato, come Federico Fellini. L’incontro è previsto presso la Sala Tropicana dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, moderato da Laura Delli Colli, presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, e Gianni Canova. Il progetto editoriale Non dire viola, che vive sotto l’ala della rivista 8 ½, bimestrale di cinema diretto da Gianni Canova e edito da Istituto Luce Cinecittà con il sostegno del MiBAC, nasce dal concept e dalla cura grafica di 19novanta communication partners, ed è stato curato dalla giornalista Nicole Bianchi: le 20 testimonianze raccolte sono di Carlo Verdone, Giuseppe Tornatore, Lunetta Savino, Pivio, Gabriella Pescucci, Fotinì Peluso, Ferzan Özpetek, Gennaro Nunziante, Menotti, Neri Marcorè, Manetti Bros, Enrico Lucherini, Claudia Gerini, Dante Ferretti, Nicoletta Ercole, Laura Delli Colli, Tosca D’Aquino, Marina Cicogna, Liliana Cavani, Diego Abatantuono. Il libro gioca con la scaramanzia, tanto nel tema, quanto nella scelta di “sfidare” il colore viola sin dal titolo - Non dire viola - e ancora nella scelta cromatica della carta della copertina. Il volume, di formato quadrato, conta 17cm per ciascuno dei quattro lati, opzione per perpetrare lo spirito ludico verso il tema della superstizione, confermato anche dal prezzo di copertina, 17 euro.
Post n°14600 pubblicato il 05 Settembre 2018 da Ladridicinema
Roma, 2 set. (askanews) - Un network di cinema che raccoglierà sotto un unico marchio tutti i segmenti cinematografici, dalla formazione (Università del Cinema) alla produzione e distribuzione (Paradise Pictures), dalla rappresentanza artistica (PM5 Talent) all'esercizio (Nuovo Cinema Aequa) passando per la promozione (Social World Film Festival e Pulcinella Film Festival), fino all'editoria (Cinema Edizioni). Tutto questo è l'Italian Film Factory, presentato all'Hotel Excelsior di Venezia, nell'ambito della 75a Mostra Internazionale del Cinema, l'Italian Film Factory, che avrà sede a Roma e Napoli. "La cooperazione tra i vari segmenti del cinema - così Giuseppe Alessio Nuzzo, regista, produttore e direttore generale Social World Film Festival - è fondamentale al giorno d'oggi. Per facilitare la connessione tra diverse realtà abbiamo pensato con Giuseppe Mastrocinque, agente cinematografico di PM5 Talent, di creare una sovrastruttura che consenta un veloce scambio per lo sviluppo di tanti progetti cinematografici". Una finestra quella di Venezia durante la quale è stato annunciato che il 10 settembre verranno lanciati i bandi dell'edizione 2019 del Social World Film Festival, Mostra Internazionale del cinema sociale di Vico Equense, che saranno pubblicati sul sito www.socialfestival.com e sulle piattaforme Film Free Way, Fest Home e Film Festival Life: sarà possibile iscrivere le opere di lungometraggio, documentario e cortometraggio nelle 11 sezioni anche una dedicata ai video in realtà virtuale, in verticale e sperimentali. In nove anni di storia, il Social World Film Festival, che annovera come presidente onorario l'attrice Claudia Cardinale, ha organizzato 480 giornate di attività cinematografica in Campania e nell'intera nazione, 36 eventi internazionali che hanno toccato 27 città dei cinque continenti da New York a Sydney passando per Tokyo, Los Angeles, Rio de Janeiro, Tunisi e Londra, coinvolgendo migliaia di spettatori e centinaia di protagonisti della cinematografia mondiale. È stata premiata inoltre Orsola Sorrentino vincitrice del Short Film Contest del Pulcinella Film Festival 2018, il festival internazionale della commedia, che si è tenuto lo scorso maggio ad Acerra alla presenza delle madrine Angela e Marianna Fontana, e gli ospiti d'onore Leo Gullotta e Ornella Muti. Tra i prossimi progetti della Paradise Pictures c'è il cortometraggio "Fame", già sostenuto dalla Direzione Generale Cinema del Ministero per i Beni e le attività Culturali e in collaborazione con la Film Commission Regione Campania. L'opera, ambientata a Napoli, racconterà come le difficoltà economiche possano incidere sulla natura dell'uomo. Annunciata infine la quarta edizione del Premio Cinema Campania, riconoscimento non competitivo alle istituzioni, aziende, persone che hanno contribuito allo sviluppo, alla crescita e alla promozione dell'attività cinematografica ed audiovisiva in Campania, con una particolare attenzione alla celebrazione dei giovani artisti, che si terrà il prossimo dicembre. L'evento è sostenuto dalla Regione Campania e Film Commission Regione Campania nell'ambito dei POC 2014/2020 "Piano Cinema Campania".
Post n°14599 pubblicato il 05 Settembre 2018 da Ladridicinema
da la repubblica dalla nostra inviata CHIARA UGOLINI(ansa) Presentato alla Mostra il film tratto dal fumetto di Michele Rech, diretto dall'esordiente Emanuele Scaringi e interpretato da Pietro Castellitto, Simone Liberati e Valerio Aprea: "La sfida più grande è stata renderla un'opera autonoma rispetto al graphic novel" Il fumetto bestseller di Zerocalcare, La profezia dell'armadillo, diventa film. Lo porta alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti, e poi sugli schermi il 13 settembre, l'esordiente Emanuele Scaringi che dopo corti e doc si misura col suo primo lungometraggio. "Certo che avevo paura. Dovevamo fare un film da un fumetto, un fumetto di così grande successo, ma soprattutto raccontare la storia della vita di chi l'ha scritto - dice Scaringi - in realtà però la sfida più grande è stato far sì che il film funzionasse come opera autonoma. La forza di quel graphic novel sta nel riuscire a raccontare l'elaborazione del lutto con il tono della commedia, anche col film abbiamo lavorato su quello". La periferia di Rebibbia con il suo mammut preistorico in scatola, i viaggi sui mezzi pubblici attraverso una Roma che sembra non avere fine, i manifesti da disegnare per i concerti nei centri sociali, le tavole da completare, i colloqui di lavoro su Skype con tanto di separé per nascondere il macello in casa. E poi l'amico di sempre, il Secco ( Pietro Castellitto), con la fissazione amorosa per una spazzina bellissima ( Kasia Smutniak) e per lo spray al peperoncino, la mamma costantemente in lotta con la tecnologia ( Laura Morante) e soprattutto l'armadillo ( Valerio Aprea,nascosto in un costume surreale fatto di materiale di recupero), sua vera coscienza, suo legame col mondo esterno. Quando improvvisamente Zero (il sempre bravo Simone Liberati, già visto in Cuori puri) viene a sapere che l'amica di infanzia Camille è morta, comincia un viaggio reale ma soprattutto interiore per ritrovare i sogni e le aspirazioni dell'adolescenza. Uno striscia della tavola pubblicata da Zerocalcare sul suo sito ( zerocalcare.it) Zerocalcare, nome d'arte di Michele Rech, ha lavorato all'adattamento con Oscar Glioti, Johnny Palomba e Valerio Mastandrea, ha partecipato al casting, ha offerto molto materiale che è stato usato dalla scenografa ("i manifesti per i concerti e tutto il materiale su Genova che vediamo nel film sono di Zero", dice il regista) ma poi è stato poco sul set. "Per lui era un po' strano e io lo capisco - dice Scaringi - vedeva messa in scena non la sua vita ma la trasposizione della sua vita, per cui capisco che si sentisse spiazzato". Nel lavoro di ricostruzione la sfida più grande era sicuramente realizzare l'armadillo in carne e ossa, o meglio in placche e tessuti molli, "che non era un armadillo normale ma la presa in giro di un armadillo - spiega Scaringi - per trasporlo abbiamo fatto molti tentativi: animazione, Cgi, prostetics, poi abbiamo capito che la direzione da prendere era un'altra. Grazie alla truccatrice Dalia Colli abbiamo avuto l'idea di utilizzare materiale di recupero per costruire il costume dell'armadillo e fare quindi un po' un omaggio al mondo dei Gremlins e di tutti quegli altri mostri dei film anni Ottanta con cui siamo cresciuti". A vestire lo scomodo e impegnativo costume dell'armadillo c'è Valerio Aprea che dice: "È stata la sfida più grande della mia carriera e sinceramente spero anche l'ultima volta che mi misuro con una cosa così. A fine riprese avevo detto 'mai più' e poi invece per il doppiaggio di alcune scene ho dovuto reindossarlo. Il problema non è tanto il carapace, che è pesantissimo, ma il fatto che ho dovuto rimettere la maschera, i denti che sono applicati con una certa colla che poi non si leva e tu finisci per mangiare colla tutto il giorno. È stata dura ma io sono contento perché sicuramente è una cosa unica, che non mi ricapiterà più. Sono stato un pioniere per l'Italia, con il mio armadillo ho aperto una strada e altri mi seguiranno", ha concluso con ironia. Il film arriva nelle sale tra pochi giorni, ci andranno spettatori che non hanno mai letto il fumetto come i fan di Zerocalcare. "Ai primi diciamo di andarlo a vedere così non leggono il fumetto - scherza Castellitto - si fa prima a vedere un film che a leggere". "Sarà contento Zerocalcare", ribatte Aprea. E ai fan del fumetto cosa volete dire? "Che noi abbiamo fatto del nostro meglio - risponde più serio Liberati - ci facessero sapere qual è il risultato secondo loro".
Post n°14598 pubblicato il 05 Settembre 2018 da Ladridicinema
da tgcomAlessandro Borghi e Jasmine Trinca protagonisti del film che racconta una delle vicende più discusse dellʼItalia contemporanea
Post n°14597 pubblicato il 05 Settembre 2018 da Ladridicinema
Il regista racconta il suo remake del capolavoro di Argento con Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth e Chloe Grace Moretz Un film che mette in scena donne potenti, non vittime. Ispirato anche, e soprattutto, alle figure femminili di Fassbinder "tormentate, mai risolte, ma mai sconfitte, mai schiacciate". Luca Guadagnino al Lido di Venezia racconta il suo 'Suspiria', il remake del capolavoro del 1977, con Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth e Chloe Grace Moretz. "Fassbinder mi ha influenzato in questo film al 100%", spiega il regista in concorso alla 75esima Mostra Internazionale d'Arte cinematografica. Il "maestro della crudeltà" tedesco "è stata una grande influenza", quasi quanto Dario Argento: "Non sarei qui se non fosse per Dario. Suspiria ha segnato il mio immaginario da sempre". "Non tematizzo mai i film che faccio mentre li faccio, i film parlano in maniera indipendente. Suspiria certamente è un film sul terribile nel femminile e sui rapporti interpersonali", sottolinea Guadagnino. Suspiria è stato girato prima prima dello scandalo Weinstein e del movimento di protesta #MeToo, ma "mi piace pensare che il nostro lavoro provenga sempre dal desiderio di non essere mai nella posizione di schiacciare l'altro con il nostro potere", riflette il regista. Suspiria è ambientato nella Germania degli anni Settanta in una scuola di danza, ed è costruito sul rapporto tra una studentessa statunitense (Dakota Johnson) e la coreografa Madame Blanc, ispirata alla danzatrice tedesca Pina Bausch, interpretata da Tilda Swinton. "Con Luca ci conosciamo da tantissimo tempo e abbiamo quasi un legame di sangue", ha rivelato Swinton. "Lavorare con lui è come essere a casa. E' una fortuna collaborare con qualcuno che ha il tuo stesso approccio al mondo del cinema". L'attrice ha letto un 'messaggio' di Lutz Ebersdorf, il misterioso attore sconosciuto che ha interpretato un ruolo nel film: molti pensano che in realtà sia uno pseudonimo della stessa Swinton, che ha recitato con un pesante makeup, ma la diretta interessata a precisa domanda ha glissato con un sorriso. Dakota Johnson ha avuto parole di stima per Guadagnino: "Ho lavorato per la seconda volta con Luca, mi sono sentita a mio agio e al sicuro. Mi sento in grado di fare qualsiasi cosa mentre sono nelle sue mani. Sono cresciuta ammirando le streghe, la danza, la magia. Questo film è un sogno che si avvera". La colonna sonora del film è firmata da Thom Yorke. Per il leader dei Radiohead è una prima volta. "Quando Luca è venuto a parlarmi del progetto ho pensato fosse matto, perché non avevo mai lavorato a una colonna sonora. Ci ho pensato per un po' e ho visto il film originale. Mi ha affascinato la ripetizione dei motivi in modo quasi ossessivo, questo mi ha incuriosito e attratto. Mi sono immerso in un'area in cui in genere non mi addentro, in totale libertà".
Post n°14596 pubblicato il 05 Settembre 2018 da Ladridicinema
da la repubblicadi CHIARA UGOLINI Presentata l'edizione della Mostra al via il 29 agosto. Attesa per il fim su Stefano Cucchi, per la versione cinematografica dell'Armadillo di Zerocalcare, per 'L'amica geniale'. Tanti superospiti, da Gosling a Portman, Lady Gaga, Jude Law, e grandi ritorni. Il direttore Barbera: "Scelta ricchissima di film di genere che però sono d'autore" Una tripletta di titoli italiani in corsa per il Leone d'oro: sono il film di Mario Martone sulla Capri di inizio Novecento, Capri Revolution con Marianna Fontana (una delle due gemelle di Indivisibili), il remake di Suspiria di Luca Guadagnino ("film più ambizioso con un cast impressionante con Tilda Swinton in tre parti di cui due sono irriconoscibili" dice il direttore Barbera) e il nuovo documentario di Roberto Minervini sul razzismo nella società americana ambientato in Texas, What you gonna do when the world’s on fire?. Un programma ricco e molto vario quella della settantacinquesima edizione della Mostra, in programma dal 29 agosto al 9 settembre, con molti autori e attori italiani ma anche tanto cinema del mondo. Sulla mia pelle, il film di Alessio Cremonini sul caso Cucchi - con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca - sarà proiettato in apertura in Orizzonti: "Borghi si é calato nel ruolo come solo certe star americane fanno" ha detto il direttore Alberto Barbera. In gara nella stessa sezione ci sarà anche la versione cinematografica del fumetto di Zerocalcare, La profezia dell'Armadillo di Emanuele Scaringi. Fuori concorso invece ci sono il nuovo film di Roberto Andò, Una storia senza nome con Micaela Ramazzotti e Renato Carpentieri, che intreccia vicende cinematografiche con la vera storia del furto del Caravaggio a Palermo; e l'estate nella villa di famiglia di Valeria Bruni Tedeschi con I villeggianti. Ma ci sono anche tre chicche da piccolo schermo presentate sul grande schermo: le prime due puntate dell'attesissima serie dalla saga letteraria bestseller di Elena Ferrante, L'amica geniale, di Saverio Costanzo; il film di Orson Welles, finalmente compiuto dopo 40 anni, The Other side of the Wind, portato a termine dal suo storico collaboratore Frank Marshall (fuori concorso); e il film biografico Roma di Alfonso Cuaron sul Messico, invece in corsa per il Leone. Dopo il grande (doppio) rifiuto di Netflix allo scorso Cannes, la piattaforma di Sarandos spiega la sua potenza al Lido con cinque film e un documentario. Alfonso Cuaron sul set di 'Roma' E poi uno stuolo di star americane ed europee: ci sarà Ryan Gosling per il film di apertura su Neill Armstrong ( First man di Damien Chazelle, regista di La La Land); ci saranno Bradley Cooper e Lady Gaga per A star is born che arriveranno al Lido per presentare la quarta versione di questa storia raccontata dal cinema americano dagli anni Trenta. Venezia è pronta ad ospitare poi Jeff Goldblum; Guillaume Canet e Juliette Binoche nel film di Assayas che riflette sulla rivoluzione digitale che stiamo vivendo; Jake Gyllenhaal e Joaquin Phoenix per il western di Audiard, James Franco e Tom Waits nella nuova prova dei fratelli Coen The Ballad of Buster Scruggs, tra western e musical e poi Natalie Portman e Jude Law nel film Vox lux. 3500 i film visti in questi mesi dal direttore e dalla commissione selezionatrice: "Una scelta molto ricca dove spiccano moltissimi film di genere che però sono film d'autore - ha definito Alberto Barbera - , western, polizieschi, commedia, musical come se gli autori fossero alla ricerca di un legame speciale con il pubblico, undici registe donne per la prima volta anche da paesi molto lontani come il Tibet e la Siria, molti giovani registi ma anche autori che vengono a Venezia per la prima volta". Tra i grandi autori che vedremo al Lido ci sarà il maestro inglese Mike Leigh che firma Peterloo sulla sanguinosa pagina della storia inglese che vide la carneficina di un alto numero di manifestanti nel 1819. Ci saranno poi Emir Kusturica col suo documentario sul leader uruguaiano Pepe Mujica, atteso al Lido, l'israeliano Amos Gitai che presenta un documentario e un film fiction, entrambi sul tema della coesistenza tra palestinesi e ebrei; il due volte Leone d'oro cinese Zhang Yimou ( Lanterne rosse), Paul Greengrass col film sul massacro del nazista di Utoya. E ancora, il ritorno del regista tedesco Florian Henckel von Donnersmark de Le vite degli altri con un film ambizioso Opera senza autore che parte dal nazismo e arriva agli anni Settanta, il nuovo film del regista greco Yorgos Lanthimos The Fovourites sull'epoca della regina Anna (con Emma Stone, Rachel Weisz e Olivia Colman), il nuovo film del premio Oscar ungherese László Nemes, il film su Van Gogh di Julian Schnabel con Willem Dafoe nel ruolo dell'artista Van Gogh - At eternity's gate. La sezione che era chiamata "Cinema del giardino" cambia nome e diventa "Sconfini" e qui ci saranno il documentario di Wilma Labate su una rock band, il ritorno cinematografico del fumettista Gipi, una nuova versione del Tree of life di Malick che dura 180 minuti, Il banchiere anarchico di Giulio Base dedicato a Pessoa e Camorra, film di montaggio di Francesco Patierno. Ritorna infine il concorso della realtà virtuale, che quest'anno durerà per tutto il tempo e sarà aperto anche al pubblico. All'hotel Des Bains da anni chiuso per lavori si allestirà una grande esposizione fotografica che celebra la lunga storia della Mostra curata direttamente dal direttore. La giuria capitanata da Guillermo Del Toro sarà composta dal regista Paolo Genovese, Naomi Watts, Christoph Waltz, l'attrice danese Trine Dyrholm ( Nico, 1988), la regista taiwanese Sylvia Chang, l'attrice e regista francese Nicole Garcia, la regista polacca Malgorzata Szumowska, l'attore e regista neozelandese Taika Waititi.
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