"300", regia di Zack Snyder, USA 2006, con Gerard Butler, Lena Headey, Dominic West, Vincent Regan, Rodrigo Santoro.Gli amanti del genere attendevano da tempo e con soprirazione l'ascesa nelle sale cinematografiche della nuova opera tratta dal genio visionario di Frank Miller: 300! Le attese non sono state deluse, il film di certo va ad accompagnarsi alle altre due sole pellicole che, secondo il mio modestissimo parere, sono riuscite a rendere possibile e tangibile il reale connubio tra cinema e fumetto: Sin City e Batman Begins (andrebbe annoverato anche Kill Bill, ma la sua origine è differente). Pur non sottovalutando il valore di altre opere dall'indubbio carisma e appeal per gli amanti del genere (i vari X-Men, Spider Man...), i tre film in questione riescono appieno nell'impresa di produrre uno spettacolo pirotecnico di multimedialità (sarà presto anche un videogioco) per gli occhi dello spettatore, tanto che ad ogni cambio di inquadratura, o scena, sembra quasi di poter sfogliare col solo battito delle ciglia l'enorme schermo che si frappone fra le nostre emozioni e le immagini.
Il trionfo degli uomini liberi
"300", regia di Zack Snyder, USA 2006, con Gerard Butler, Lena Headey, Dominic West, Vincent Regan, Rodrigo Santoro.Gli amanti del genere attendevano da tempo e con soprirazione l'ascesa nelle sale cinematografiche della nuova opera tratta dal genio visionario di Frank Miller: 300! Le attese non sono state deluse, il film di certo va ad accompagnarsi alle altre due sole pellicole che, secondo il mio modestissimo parere, sono riuscite a rendere possibile e tangibile il reale connubio tra cinema e fumetto: Sin City e Batman Begins (andrebbe annoverato anche Kill Bill, ma la sua origine è differente). Pur non sottovalutando il valore di altre opere dall'indubbio carisma e appeal per gli amanti del genere (i vari X-Men, Spider Man...), i tre film in questione riescono appieno nell'impresa di produrre uno spettacolo pirotecnico di multimedialità (sarà presto anche un videogioco) per gli occhi dello spettatore, tanto che ad ogni cambio di inquadratura, o scena, sembra quasi di poter sfogliare col solo battito delle ciglia l'enorme schermo che si frappone fra le nostre emozioni e le immagini.